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Simbolo del Fascio a Piazza

Fascio scolpito su una famosa scalinata di Piazza



Il Fascio Littorio nell’antica Roma era un simbolo del potere, dell’autorità giudiziaria e dell’unità del popolo, ereditato dal popolo degli Etruschi (era usanza degli Etruschi che il re di ogni città camminasse preceduto da un littore recante un fascio di verghe e una scure). Consisteva in un’ascia avvolta in un fascio di verghe di betulla bianca, legate insieme da nastri di cuoio. I “littori” erano i funzionari al servizio dei magistrati che all’inizio si limitavano a scortarli, per difenderli appunto con le verghe, successivamente il loro compito si estese all'esecuzione delle pene corporali con le verghe e alle decapitazioni con l’ascia. In età regia si ponevano davanti al Re in numero di dodici, in età repubblicana scortavano i magistrati maggiori in numero corrispondente al rango. Solo il dittatore poteva portare le asce dentro la Roma sacra, in quanto all’interno della città non poteva applicarsi la pena di morte ai cittadini romani. Il simbolo venne poi adottato dal fascismo italiano che proprio da esso prese il nome. Dall'antica Roma il fascismo prese anche l’appellativo duce (capo militare) e il saluto romano che si faceva alzando il braccio. Anche Piazza durante il ventennio fascista, era piena di scritte e di fasci, che furono eliminati immediatamente dopo la fine del secondo conflitto mondiale nel 1945. Per esempio la firma "MUSSOLINI" fu tolta dalla frase "Combattere e se occorre morire. E' il sangue che dà..." sul monumento al Generale Cascino. La frase faceva parte del discorso che l'allora socialista-interventista Mussolini tenne a Parma nel 1914. Ma non tutto venne cancellato. Il fascio scolpito della foto in alto ne è la prova e se vi dico dove si trova, non ci credete! Si trova in cima alla scalinata della chiesa di S. Pietro: aguzzate la vista!
cronarmerina.it

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