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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Dedicata a Piazza

 

Panorama dal piano Sant'Ippolito

A Piazza Armerina

Ti inchini innanzi alla meravigliosa Cattedrale
che ti guarda dall'alto del colle ove si erge
come guardinga e attenta madre
Maria Santissima delle Vittorie ti protegge.
Vessillo glorioso ci guarda
con viso pietoso
e ci invita a pregare 
immagine sacra di Madre
per noi la più bella. 
Dalla virtude e dall'immenso amore
per noi Piazzesi tu sei la Bedda Matri.
Il 15 d'Agosto di ogni estati 
par tu ci incanti passannu ne stratti.
Quando sei bella tutta piena d'oro e illuminata,
con quel Bambino che pare che ti parla,
a Te per la storia e il gran dono che portasti
noi tutti siamo grati.
 
Roberto Lavuri 
 
cronarmerina.it
 

 

A bedda ferrovia/2

Stazione di Piazza Armerina con locomotiva R. 370
Orario ferroviario del 1938
Parte 2^
(dalla Parte 1^) Il nuovo tratto ferroviario Piazza-Caltagirone del 1930 fu fatto talmente in economia che dopo breve tempo iniziarono le interruzioni per cedimenti e frane, tanto che dovettero essere fatti dei lavori di consolidamento per prevenire i deragliamenti. Per questa linea ridotta furono adottate delle apposite locomotive a vapore (gruppo R. 370, foto in alto) che raggiungevano al massimo i 30 Km/h nei rettilinei e solo in discesa. Come si può constatare dall'orario ufficiale del 1938 (foto in basso) la tratta Piazza - Dittaino di 45 Km si percorreva in circa 2 ore e 30 minuti, quella per Caltagirone di 36 Km, in 2 ore e 15 minuti, con 7 fermate  nella prima e 6 nella seconda. Se poi si volevano fare gli 81 Km tutti "d'un fiato" occorrevano quasi 5 ore. Cioè circa 16 Km all'ora, quando a piedi ad andatura normale se ne percorrono 6. Infatti, la velocità era tale, specie provenendo da Dittaino, che quasi si poteva scendere per qualche bisogno, per poi raggiungere la carrozza, rigorosamente di 3^ classe, e risalire di "corsa" più leggeri. Nelle fermate intermedie non era raro poter acquistare galline, uova, verdura, frutta, dai contadini che aspettavano lungo il percorso. Tutto il viaggio era un'avventura che spesso lasciava addosso il tipico profumo di carbone di cui tutti "andavano matti", soprattutto quando ci si affacciava dai finestrini della prima carrozza, quella subito dopo la locomotiva, per scendere all'arrivo quasi ciechi e anneriti dal fumo. Questa lentezza abbinata all'assenza di confort provocò la progressiva perdita di clientela, ma per noi abitanti sulle colline dell'interno dell'Isola, rimaneva una via di comunicazione di vitale importanza, viste le condizioni della viabilità stradale per Palermo e Catania. Basta ricordare la strada per quest'ultima destinazione, che prevedeva il passaggio da Aidone e Raddusa, con le indimenticabili curve e le interminabili soste sulle loro piazze "frequentatissime". (continua)
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

A bedda ferrovia/1

Lo spiazzo antistante la Stazione Ferroviaria di Piazza, anni '30
 
Parte 1^
Il 7 Settembre 1920 a Piazza Armerina fu inaugurato il tratto ferroviario che da Assoro, passando da Leonforte, Dittaino e Valguarnera era arrivato nel 1914 sino a Grottacalda. Questa linea era nata per collegare i bacini minerari zolfiferi di Assoro, Raddusa, Valguarnera, Grottacalda e Floristella con le raffinerie e il porto di Catania. L'impulso determinante avvenne quando nel 1906 l'esercizio ferroviario in Sicilia passò dalla "Società Rete Sicula" alle "Ferrovie dello Stato", che decisero di costruirla in economia quindi a Scartamento Ridotto cioè con i binari larghi ca. 1 metro, rispetto a quello Normale di 1,435 metri. Questa riduzione comportò l'adozione di apposite locomotive a vapore R. 370, costruite sin dal 1909 e che poi furono utilizzate sino al 1971 in questo tratto e in altre linee simili in Sicilia come la Agrigento-Naro-Licata e la Filaga-Palazzo Adriano. Lo Scartamento Ridotto fu scelto anche perché favoriva una maggiore adattabilità alle caratteristiche dei rilievi del territorio tanto che in alcuni tratti, come quello Dittaino-Valguarnera di 13 Km, la forte pendenza obbligò l'utilizzo della cremagliera per ca. 5 Km. Queste difficoltà influirono sul completamento della linea sino a Valguarnera che fu quindi completata soltanto dopo 6 anni, nel 1912. Il tratto Valguarnera-Grottacalda fu finito nel 1914 e dopo 6 anni quello sino a Piazza. Dopo dieci anni, nel 1930, fu concluso il tratto che portava a Caltagirone, cercando di spendere il meno possibile perché dal 1922, con la forte riduzione della produzione di zolfo nell'Isola, era scemato l'interesse relativo al trasporto sia del minerale che dei minatori pendolari. (continua)
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it 

 

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