Volume con le 143 carte geografiche della Collezione Antonio LA GUMINA
Particolare della carta geografica di Giacomo CANTELLI da Vignola, 1682
A me è capitato che ogni volta che mi sono trovato davanti a una carta geografica della Sicilia, non importa se antica o moderna, l’occhio sia caduto sempre al centro, alla ricerca del nome della nostra Città. In questi giorni ho avuto la possibilità di osservare non una o due antiche cartine geografiche, bensì 143. Sono le Cartes Geographiques raccolte nella collezione di Antonio LA GUMINA, un palermitano di 87 anni da 56 anni a Parigi, Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Chevalier de la Légion d’Honneu. Grazie alla disponibilità dell’amico Vittoriano Mangano ho potuto avere tra le mani il prezioso volume (foto in alto), prezioso anche perché non in commercio, di 191 pagine AA. VV. , L’ILE AUX TROIS POINTES Cartes de la Sicile de la collection La Gumina (XVI – XIX siècle), REGIONE SICILIANA ASSESSORATO BENI CULTURALI ED AMBIENTALI E DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, PALERMO II edizione 2003, scritta in francese e fuori commercio. Il volume racchiude le stampe di 143 carte geografiche, le cui misure reali variano da quella del 1580 di 8,6 x 13,2 cm a quella di inizio XIX secolo di 168 x 105 cm, esposte al Musée Paul-Dupuy di Tolosa nell’ottobre/novembre 2003. La mostra già era stata a New York nel 1999, a Parigi nel 2000 e a Bruxelles nel 2001. Nel luglio del 2016 l’abbiamo avuta anche a Catania alle Ciminiere. L’uso di una valida lente d’ingrandimento e di un’altrettanta dose di pazienza, mi ha consentito di individuare più o meno facilmente i nomi riportati al centro delle cartine, dove ho trovato nomi che si riferiscono ai nostri luoghi che già sapevo e altri del tutto nuovi. Le 143 cartine sono di 110 autori che hanno tracciato i nomi delle località dal 1478 al 1860, compresi quelli (SICILIAE Veteris Typus) che si ritenevano, basandosi sui toponimi che gli specialisti in topografia antica avevano trovato nelle varie fonti, fossero prima dell’arrivo e ai tempi dei Greci, dei Romani, dei Bizantini, degli Arabi, dei Normanni e degli Aragonesi. Come in quella di Guillaume Delisle appartenente alla Regia Scientiarum Academia de Parisiis, Siciliae Antiquae quae et Sicania et Trinacria dicta Tabula Geographica del 1714, dove troviamo nella Sicilia Sud Orientale le 3 Hibla della tesi del grammatico greco Stefano Bizantino vissuto nel VI secolo d.C. che è riassunta nelle righe di P. Wesseling a p. 38 del libro di L. Villari STORIA DELLA CITTA’ DI PIAZZA ARMERINA, ROMA 2013: Hybla Major, Hibla Parva, Hybla Heraea. Dopo l’attenta osservazione di tutte le carte, ho riscontrato i nomi riguardanti il nostro centro abitato in ben 91 ed eccovi i risultati.
Sino al 1584 (C. Tolomeo) troviamo l’antico nome di Hybla (in questo caso persino con l’icona di centro abitato) nel sito dove poi ci sarà sempre localizzato il monte Naone; dal 1545 (G. Castaldi) troviamo Plazza. In quella del 1589 (G. Mercator) c’è la distinzione tra Plazza vet (vetera) e Plazza no (nova) ed è segnato, per la prima volta e ripetendosi in quasi tutte le successive, il monte Naunis o Nauno colo (1607), Nauniscolle (1620), Naunocolle (1657), Colle Nauno (1682). Nel 1635 ca. troviamo per la prima volta la distinzione tra Plazza vetus, Platio novo e Naunis, subito dopo Platia vetere, Platia nuovo e Naunis. Nel 1657, Platia Vecchia, Piazza Nuova, Nauno colo. Nel 1659, Augustin Lubin, segnando la Provincia Regni Siciliae Ord. S. Augustini, chiama il nostro centro abitato Platiensis. In alcune i nomi appaiono Plazza vet (vetera, vecchia), semplicemente no (nova, nuova) e sempre Naunis. Nel 1682, Giacomo Cantelli da Vignola segna per la prima volta PIAZZA (foto in basso) distinta da Piazza Vecchia e Colle Nauno. Nel 1722, Nicolas de Fer scrive un’altra versione: Palatio Vecchio, Palatio Nuovo e Nauno colle, mentre nel 1745 ca., Matthia Seutter et Matthias Jr. Seutter segnano nella loro carta PIAZZA, Piazza Vecchio, Nauni Monte e S. Andrea di Piazza Priorato, distinzione che rimarrà sino al 1791 con Franz Johann Joseph von Reilly: Piazza, Piazza Vecchio, Nauni Berg e S. Andrea di Piazza. Dal 1799 in Robert Mylne e poi in Francesco Ferrara, nell’Officio Topografico di Napoli, in Orgiazzi e nel 1823 in W.H. Smyth, troviamo soltanto PIAZZA e M. Nauni. Le conclusioni alla fine di questo “reportage” sono che prima il toponimo Piazza Armerina, località al centro della Sicilia, era indicato sulle carte geografiche con Hybla, poi si passò da Plazza a Plazza no (nova), successivamente da Platio novo a Platia nuovo a Piazza Nuova a Palatio Nuovo, sino ad arrivare a quelle che riportano solamente Piazza. Nelle 19 carte geografiche su cui erano stati riportati i toponimi ricavati da fonti antiche (Veteris Typus) troviamo Plutia in quella del 1584 di A. Ortelius e in quella del 1630 di J. Jansson, Piacus (?) in quella del 1714 di G. Delisle e Platia Blatea Platea e Placia in quella del 1842 di G. Capozzo. Pertanto, alle 22 varianti del nome della nostra Città dal 1122 al 1862 del mio personale elenco, devo aggiungerne altre 6: Hybla, Plazza no (nova), Platio novo, Platia nuovo, Piazza Nuova e Palatio Nuovo.
cronarmerina.it