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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Come eravamo semplici

Due mezzi di piccola "cilindrata" fanno il pieno alla stazione "Canali"

Da Roberto, che ringrazio vivamente, ho ricevuto queste "Memorie di persone semplici" di cui vi voglio fare partecipi.

Caro professore, noi abbiamo vissuto e siamo cresciuti a Piazza Armerina, in questa bellissima cittadina e ne abbiamo visto i cambiamenti negli anni. Mi ricordo che quando eravamo fanciulli andavamo al cinema Ariston, il vecchio e purtroppo decadente cinema che in quegli anni 70, 80, andava forte. Il signor Cordaro era quello che passava con le gazzose e i bomboloni (le caramelle grosse) che facevano gli antichi caramellai piazzesi, erano una vera leccornia. Per chi come noi ha amato ed ha a cuore Piazza è un vero peccato che queste tradizioni si siano perse. Rinnovare e rispolverare queste antiche ricette non sarebbe male. Negli anni 60, 70, per le strade del paese passava sempre con una motoape un anziano signore che portava il latte fresco casa per casa, allora il nostro latte era buonissimo, io ne andavo matto. Lo vendeva con dei contenitori di misura da un litro, mezzo litro e, se non sbaglio, era il signor Pilotta. Pensare che ai giorni nostri di latte se ne trova di centomila marche nei supermercati, ma non è dello stesso gusto, senza nulla togliere. Un altro bel ricordo che ho è quello del signor Savoca che vendeva l'olio per le strade (Ogghiu bonu gridava) e le persone lo chiamavano per comperarne qualche litro. La loro vita era semplice e sacrificata. Ricordiamoli con affetto. Ricordo con molta nostalgia anche l'uomo che qui a Piazza chiamavano Carrver che vendeva la verdura. Era offeso alle gambe e stava su di un asinello, passava per le strade e si guadagnava così umilmente da vivere e gridava così: "Verdura fresca, agiri, scalora". Tanti ricordi di bei tempi passati di cui è bello fare memoria di persone semplici che hanno fatto la storia di Piazza. Persone che ricorderemo per sempre. Se avete qualche fotografia antica di questi nostri cari avi mandatela, ci farete gioire, grazie. Roberto Lavuri
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Ospedale fine '800 metà '900

Ospedale "Chiello" anni '70
"Dal 1860 la chiesa di S. Giovanni di Dio e l'antico ospedale rimasero abbandonati e privi di manutenzione. Allorché nel 1876 la chiesa crollò, il rettore Roccella concesse in enfiteusi l'intero complesso all'amministrazione della Cattedrale perché vi stabilisse la sede della Fidecommissaria e vi costruisse la dimora dei cappellani... sul finire del secolo XIX l'ospedale Chiello fu arricchito di un nuovo padiglione, il Tubercolosaio con due dispensari: l'antitubercolare e l'oftalmico. Benefattore di tale nuovo complesso fu l'avv. Gaetano Di Pietra, bella figura di combattente antiborbonico e galantuomo." Nella prima metà del Novecento viene "recuperata l'area dell'antico ospedale S. Giovanni di Dio, costruendovi sopra il nuovo ingresso ed un intero reparto; sono acquistate moderne attrezzature per la sala operatoria, per il gabinetto delle analisi e per la cardiologia; è aperto, durante l'amministrazione di mons. Salvatore Alessi, l'importante gabinetto per la dialisi".¹

¹ Le parti tra virgolette sono tratte dal volume di L. Villari, Storia Ecclesiastica della città di Piazza Armerina, S.M.D.S.P., Messina, 1989, p. 194.

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Ospedale 5^ Sede

 
Ospedale "Chiello" nella nuova sede dal 2000
La statua del grande benefattore Michele Chiello
E' proprio mons. Alessi ad attivarsi sin dal 1973 per la realizzazione dell'ospedale nella nuova  e grandiosa sede in contrada Bellia. Apprendiamo dalla lapide posta all'ingresso, dietro al busto del grande benefattore Michele Chiello, che dopo 27 anni, il 7 Ottobre del 2000, l'Ospedale Chiello Ente Ospedaliero e USL 21 prima e Azienda USL 4 poi, si trasferisce ufficialmente nella nuova sede. Dopo qualche anno iniziano i primi problemi sotto il termine Ridimensionamento che prevede la chiusura dei reparti di ostetricia e ginecologia (maternità, centro nascite) col conseguente Declassamento voluto dalla legge regionale del 2009. Pertanto il nostro secolare ospedale, e i post che abbiamo letto in questi mesi sul blog lo dimostrano, non è più un P.O. (Presidio Ospedaliero per acuti) bensì un P.T.A. (Presidio Territoriale Assistenziale) ovvero un ambulatorio allargato a una serie di branche specialistiche. Il I Aprile 2011 oltre 5.000 Piazzesi scendono in piazza per protestare, ma con scarsi risultati. Ancora oggi non si sa che fine farà il nostro ospedale, intanto in questi giorni sono arrivate le prime lettere di trasferimemto "temporaneo" di infermieri presso i reparti di quello di Enna. Certo che fa rabbia avere un così grande e moderno edificio e vederlo sparire pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno, considerandolo non più di un grande pronto soccorso! Nel frattempo la vecchia sede al Monte è stata acquistata dalla Diocesi di Piazza per adibirla a nuova sede del vescovado, degli uffici della curia e della casa per il clero. Utilizzando l'8 per mille i lavori, iniziati l'anno scorso, continuano attivamente e sembrano a buon punto per essere completati entro il 2013.
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Piazza di Roma dedicata al Gen.le Cascino

 

Dopo pochi mesi dall'inaugurazione del nostro monumento al Generale Antonino Cascino (Maggio 1940) fu intitolata una piazza a Roma, a poche decine di metri dal Lungotevere della Vittoria. Le due foto sono tratte dal filmato dell'Istituto Luce Cinecittà di appena 39 secondi¹, dedicate all'avvenimento il 27 Dicembre 1940. Nella lapide scoperta per l'occasione è riportata un'altra frase importante che il nostro Generale pronunciò nel 1903 durante la festa per il Natale di Roma (21 Aprile) e che io sconoscevo: <<L'Italia nuova non potrà uscire dai suoi porti perché da qualunque parte è minacciata dai cannoni francesi ed inglesi O ROMPERE IL CERCHIO DI FERRO O MORIRE; ecco la posizione dell'Italia nel Mediterraneo>>.

¹ Il filmato può essere visionato .

 

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