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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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8 marzo 1690

Cartolina del 1901

Oggi festa di San Giovanni Di Dio, a Platia era la festa degli ammalati

Nel 1690, 323 anni fa, a Platia l'Ordine Fatebenefratelli cambia il nome all'Ospedale della Città e alla chiesetta accanto, che sino ad allora si sono chiamati San Tommaso Apostolo, in San Giovanni Di Dio, in onore del fondatore dell'Ordine che da Beato è stato fatto Santo da papa Alessandro VIII proprio quell'anno. Nell'occasione si dà inizio alla consuetudine che gli scolari della città nel giorno dell'otto marzo, festa del Santo, vissuto dal 1495 all'8 marzo 1550, portino dei doni agli infermi dell'ospedale (nella foto, in alto una manifestazione proprio davanti l'ngresso dell'ospedale nel 1901¹). Questa usanza, negli anni e nei secoli passata di moda, non sarebbe male riproporla anche oggi. Ah... dimenticavo, gli studenti sono molto impegnati perché hanno altri progetti da portare avanti e poi tutti abbiamo molto daffare, che ci pensino le ONLUS o la Protezione CIVILE!

¹Può darsi che si riferisca al funerale dell'ex sindaco della Città negli anni 1882 e 1889, Crescimanno Antonio di Capodarso (1824-1901)

cronarmerina.it

Soluzione oggetto misterioso n. 2

 

L'oggetto che vi ho mostrato qualche giorno fa è un'antica pressa manuale ricarica cartucce da caccia. Come minimo ha novant'anni perché se ne serviva mio suocero per ricaricarsi da solo le cartucce per il suo fucile calibro 20. Infatti, la cartuccia nella foto è calibro 12 ed è più larga rispetto all'estremità della vite rossa adatta per quelle calibro 20. La vite veniva girata per abbassarsi fino a pressare le borre in feltro o in sughero sulle polveri e poteva essere utile pure per applicare l'innesco. Farsi le cartucce in casa era una vera propria arte oltre che una necessità, perché il caricamento industriale ancora non aveva raggiunto l'attuale sviluppo e di mediocre qualità, poi quelle artigianali delle armerie erano costose (a Piazza la più attrezzata era quella dove si vendevano le bombole a gas del sig. Roccella in via Marconi, oggi erboristeria, di fronte al caffè Marino). Bisognava conoscere le polveri adatte al clima, al peso delle palline e alla selvaggina. Bastava sbagliare di un grammo le dosi per aver brutti scherzi al momento del confezionamento o dello sparo e dire così arrivederci alla prossima volta. Per quanto riguarda la relazione con le botti e il vino ormai è chiara. Dopo aver avuto una buona "dose" di bravura, competenza e fortuna, non restava che accompagnare il coniglio a tavola con del buon vino.  cronarmerina.it

3° Santo Compatrono

Statua di S. Gaetano a Piazza

3° Santo Compatrono, S. Gaetano di Thiene

Qualche anno prima della beatificazione (1629), nella nostra Città è già presente la devozione per il Patriarca dei Chierici Regolari Teatini, Gaetano di Thiene, anche perché si parla di fatti straordinari e autentici prodigi che si verificano per sua intercessione. Questa devozione culmina nell'agosto del 1641 con la proclamazione, da parte del Senato cittadino e del suo Consiglio degli Ottanta, a 3° Compatrono della Città. Attraverso gli scritti in spagnolo del nostro concittadino, Padre Emanuele Calascibetta, veniamo a sapere che i miracoli si susseguono con tale frequenza che il Magistrato Urbano decreta di corrispondere un assegno annuo di 25 scudi per la lampada dedicata al Beato Gaetano e uno di 250 scudi per la chiesa dei Teatini. Trent'anni dopo, nel 1671, il Beato Gaetano di Thiene è proclamato Santo da papa Clemente X e la nostra Città, la prima a proclamarlo suo protettore, solennizza l'avvenimento con otto giorni di devozioni e feste (dal 3 al 10 agosto). Oltre alle continue messe nella chiesa accomodata in un mese di lavori, durante le celebrazioni vengono sparati molti "mortaletti" tra il suono delle campane e quello delle trombe dei musici, alla presenza dei Giurati, della nobiltà e di grande moltitudine di popolo. Trattando del 2° Compatrono Teatino, Sant'Andrea Avellino, ho accennato alle due statue che vengono scolpite nel 1642 in pietra locale, rappresentanti i due Santi, poste ai lati della porta della Città di S. Giovanni Battista, e che oggi si trovano davanti la chiesa di S. Lorenzo o dei Teatini. S. Gaetano nato a Thiene, in prov. di Vicenza, nel 1480 e morto a Napoli nel 1547, dottore in legge a Padova, diventa sacerdote nel 1516. Nel 1524 istituisce, per restaurare tra il Clero la forma di vita apostolica, la congregazione religiosa dei Teatini o Chietini, insieme al sacerdote Bonifacio de' Colli, a Paolo Consiglieri e al Vescovo di Chieti (in latino Theates, perciò Teatini), Gian Pietro Carafa, futuro papa Paolo IV. Quando si stabilisce a Venezia fonda la Compagnia e l'Ospedale degli Incurabili alla Giudecca. Nel 1533 a Napoli istituisce un Monte di Pietà e nel 1538 il Viceré gli concede la basilica di S. Paolo Maggiore. E' solitamente raffigurato con il bambino Gesù tra le braccia o nell'atto di riceverlo dalle mani della Madonna, per un episodio narrato dal Santo in una lettera indirizzata a una religiosa agostiniana, dove racconta che durante il periodo natalizio del 1517, presso l'altare del Presepe nella basilica romana di S. Maria Maggiore, viene rapito in estasi assistendo al miracoloso parto della Vergine. La prossima volta che andate a Palermo, entrate nella chiesa ai Quattro Canti di San Giuseppe dei Teatini, lì potrete ammirare un quadro che rappresenta S. Gaetano. Nel 1936 mio nonno materno, Gaetano Marino Albanese, insieme alla guardia municipale Gaetano Tudisco, si interessa a fare arrivare la nuova statua di S. Gaetano poi conservata nella chiesa dei Teatini.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it  

Un'altra chiesa sparita

La chiesa di Dommartino, ieri
La chiesa di Dommartino, oggi
Ho voluto mettere le due foto accanto per dimostrare ancora una volta, visto che ce n'è sempre di bisogno, come riusciamo a distruggere, nel giro di qualche decennio, i molti beni lasciati dai nostri predecessori. Questa volta è il caso della chiesa di Don Martino o Domartino o Dommartino al Casalotto. L'ennesima chiesa abbandonata da oltre cinquant'anni, di cui sono rimasti in piedi soltanto quattro puntagghi. Solo una cosa vorrei tanto sapere: la persona che ha preso la campana dove se l'è messa? In soggiorno accanto alla TV, al centro del salotto o in camera da letto? Ah... forse sulla porta d'ingresso, per "campanello" o, come si usa adesso, attaccata al collo, come ciondolo!  
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina  
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