Dopo la Pubblicazione nel 2008 vi propongo la PREFAZIONE del mio libro presentato sette anni fa.
<<Tutto ebbe inizio nel 1998, quando la Scuola Media "Luigi Capuana", dove insegno da oltre vent'anni, si trasferì nella vecchia sede del Collegio dei Gesuiti. Con questo trasferimento ebbi la possibilità di tuffarmi nei ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza. Infatti, mezzo secolo fa avevo frequentato proprio in questi luoghi la scuola media e, prima ancora, la scuola elementare nei plessi Sant'Anna e Trinità. Condizioni atmosferiche permettendo cominciai a dedicare qualche ora "buca" del mio orario scolastico a fare quattro passi tra le viuzze e i palazzi dell'antico quartiere Monte, che poco conoscevo essendo cresciuto dalle parti di S. Veneranda e S. Giuseppe. Appena fuori dal portone principale mi trovavo già "na calata o collegio" a due passi "do chianu casteddu" e "do chianu balilla" dove leggevo appena su "na cantunera" il vecchio nome della via Antonio Crescimanno, via Madonna della Stella. Erano quasi tutti nomi da sempre conosciuti, ma di cui sapevo ben poco del perché venissero chiamati così. Le mie visite "turistiche" divennero sempre più frequenti e spesso mi capitava di passare dalla via Bonifacio, sotto l'ospedale, che a metà del secolo scorso aveva visto i miei natali. Dopo essere passato dalla zona che mio padre mi aveva indicato come "d' Santa Caterina", mi dirigevo verso "Sanra Rsulia" e ""u chianu barun". Per non parlare della zona dell'Istituto Magistrale, da me frequentato, con la palestra ginnica in quella che poi scoprii essere la chiesetta di S. Chiara. Anni prima avevo acquistato da buon piazzese il volume del concittadino generale Litterio Villari "Storia della città di Piazza Armerina", ma ogni volta che ne sfogliavo qualche pagina subito lo richiudevo perché pieno di nomi e di date, per persone competenti, insomma. In compenso faceva bella mostra nella libreria del soggiorno, ma la curiosità continuava a stuzzicarmi. Un giorno, in una delle tante chiacchierate, mio padre, classe 1921 ma dalla memoria infallibile, mi snocciola un altro dei suoi tanti aneddoti: - "All'uscita dalla Trinità, quando frequentavo la scuola elementare, ho assistito alla demolizione della chiesa di Sant'Agata". Quale chiesa di Sant'Agata? Ma dove? Quando? Mi decisi, allora, ad acquistare l'altro bel tomo del Villari, ancora più grosso del primo, "Storia ecclesiastica della città di Piazza Armerina", sperando, forse, che solo il possederlo mi avrebbe trasmesso il contenuto limitandomi a lanciargli qualche occhiata da lontano, di sfuggita. Questa volta, invece, non lo rassettai in libreria, bensì iniziai a leggerlo attentantamente, parola per parola, per poi compararlo con altri volumi in mio possesso e con qualsiasi altra fonte possibile. Mi rendevo sempre più conto che avrei trovato le risposte a tante mie domande, per me diventate vitali. Più spulciavo questo volume e più dovevo consultare l'altro e l'altro ancora per approfondire, riscontrare, chiarire e definire nomi somiglianti, ma che indicavano la stessa cosa, spesso ero obbligato, addirittura, a consultarne qualcuno nella biblioteca comunale, luogo poco conosciuto e mai frequentato così assiduamente. Tutto ciò mi faceva tornare indietro di secoli e secoli, con decine e centinaia di nomi, date, località e contrade che a mano a mano elencavo su dei fogli dove prendevo appunti per ricordarli meglio e fissare bene le mie "scoperte". I fogli divennero sempre più numerosi, ero immerso in un mar di appunti. Non potevo più sopportare quel disordine che metteva tutto quel lavoro a rischio, dovevo decidermi a riordinarli. Come? In ordine cronologico, per una semplice, chiara e immediata consultazione. Dopo le prime stesure mi resi conto che questa cronologia avrebbe potuto far piacere ad altri curiosi come me, soprattutto aggiungendovi un indice particolareggiato, gli alberi genealogici delle famiglie più importanti e la piantina dei palazzi civili. Confesso che non sapevo a cosa stessi andando incontro, che incosciente! Non è stato facile per uno abituato in palestra tra alunni vocianti, palloni, palline e attrezzi vari, alla fine mi sono accorto che solo l'indice contiene 2.800 voci! Ma tutto questo lavoro, che solo la passione non mi ha fatto abbandonare prima, mi è servito a conoscere e rispettare tanto e meglio i miei antenati e il mio paese e, lo ammetto, ad amarli un po' di più di qualche anno fa, come spero possa accadere per qualcuno dei pochi o tanti lettori, piazzesi e non. Piazza, vi assicuro, merita molto, molto di più di quello che pensiamo o facciamo per essa ai giorni nostri, perciò che questa modesta opera possa contribuire alla "sua" tanto agognata rinascita. Buon viaggio tra le nostre origini più o meno remote. Gaetano Masuzzo>>.
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