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Gaetano Masuzzo

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I Sodalizi

I Sodalizi
I sodalizi, le corporazioni religiose, le confraternite mariane e altre simili associazioni si diffondono nel XIII sec. presso molti conventi domenicani, esercitando grande influsso sui Cristiani difendendoli dalle dottrine eretiche. I vari componenti si riuniscono per cooperare a un fine comune, ovvero l'aiuto reciproco soprattutto nei momenti critici dell'economia rurale e artigianale, derivanti da siccità, carestie, epidemie e conflitti di varia natura. Grande propagatore e fondatore di queste società cristiane è il domenicano S. Pietro Rosini da Verona, martire a Milano nel 1252. Subito dopo la canonizzazione nel 1253, i Domenicani erigono chiese in suo onore, o almeno una cappella, nelle chiese dell'Ordine. Anche a Placia i Domenicani dedicano la chiesetta della Madonna delle Grazie a S. Pietro Martire nel peristilio del loro cenobio, fondato nel 1221, poi Seminario Vescovile (nella foto). Complessivamente nella nostra Città vengono fondati ben 22 Sodalizi e 14 Confraternite. I sodalizi vanno da quello degli Agricoltori a quello dei Sacerdoti, da quello degli Artigiani a quello dei Notai, le confraternite da quella dei Nobili a quella di S. Veneranda. Nei prossimi giorni inizierò a elencarli tutti.
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1517 - 3° titolo della Città

re Carlo V, imperatore del S.R.I. nel 1520
 
Costume caratteristico dei lanzichenecchi

3° Titolo di Civitas Opulentissima

Nel 1517 la nostra città, allora chiamata Pulice, che conta ca. 10.000 abitanti, cresce d'importanza e il 2 Settembre, col privilegio concesso a Magdeburgo (Sassonia-Germania) dal re Carlo V d'Asburgo I re di Spagna e I re di Sicilia (1500-1558), merita il titolo di Civitas Opulentissima (Città Ricchissima) ottenendo anche quello di accollare lo stemma comunale all'aquila nera della Casa reale d'Aragona, come  appare nel soffitto ligneo della chiesa di S. Vincenzo Ferreri, primo Compatrono della Città. Nella foto in basso un soldato mercenario di fanteria lanzichenecco, proveniente dalle regioni del Sacro Romano Impero (Europa Centrale - Germania) impiegato da Carlo V durante il Sacco di Roma del 1527. E' proprio in questo anno che iniziano i lavori per la costruzione degli ultimi due piani del campanile della preesistente trecentesca Chiesa Madre di S. Maria maggiore. La torre è costruita quale testimonianza di fede della cittadina per la liberazione dalla peste di quei mesi.

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Famiglia Capizzi

D'azzurro, al braccio destro armato al naturale, impugnante per i capelli una testa di leone.
Famiglia di origine lombarda che annovera nel 1151 un barone tale Gigaren di Capitzio (alias Girardo di Capizzi) nella corte del conte Simone Aleramico. 1445 fra' Giovanni de Capisio è testimone di un atto relativo all'elezione del Magistrato cittadino. 1600 Giuseppe Capizzi è socio dell'Accademia Piazzese o dei Curiosi seguaci di Apolline. 1714 il sacerdote Giuseppe si astiene dal celebrare messa per la "Controversia Liparitana", mentre il sacerdote Mario ubbidisce al Re. 1755 Vincenzo è sanzionato dal vicerè Fogliani per l'iscrizione alla Mastra Nobile e giuratoria e negli anni 1756 e 1761 risulta ancora Giurato. 1778 Luigi è possidente a Centova e nel 1788, essendo stato Senatore della Città, per evitare la carcerazione, in  seguito a un ammanco nell'amministrazione comunale, si rifugia in un convento, verrà rilasciato libero dietro una cauzione di 250 onze pagata dal nipote Pasquale Capizzi. 1788 Pasquale e i suoi fratelli sono possidenti a Centova, Fiume di Giozzo, Aliano, Farruggio, Polleri e Censi. 1790 Pasquale è iscritto alla Matra Nobile della Città. 1797 durante il superiorato di suor Maria Crocifissa avviene la dedicazione a Sant'Anna della chiesa del monastero delle Agostiniane. 1826 la figlia del barone Pasquale Capizzi, Marianna, risulta sposa di Giuseppe Asmundo Cirino, principe di Gisira. 1929 nasce a Piazza Carmelo Capizzi, Gesuita dal 1944, laureato in lettere e filosofia si specializza in Storia Bizantina di cui è nominato Honorar Professor all'Università di Colonia in Germania nel 1969 e, nel 1971, riceve l'incarico d'insegnamento presso la Facoltà di Magistero dell'Università "La Sapienza" di Roma. Nel 1975, nella stessa Università, diventa professore della prima cattedra di Storia Bizantina istituita in una Università statale italiana, in cui è confermato Ordinario nel 1978. Dal 1977¹ collabora alla Rivista "La Civiltà Cattolica" e dal 1980 al 1983 è decano della Facoltà di Scienze Ecclesiastiche Orientali presso il Pontificio Istituto Orientale. Ottenuto l'esonero da quest'ultimo Istituto per motivi di salute, continua a dedicarsi all'attività accademica nell'Università "La Sapienza" nella quale, nel dicembre 2002, avrebbe dovuto tenere la letio magistralis per il suo pensionamento, ma il 5 dicembre 2002 muore a Roma.
¹ Nel 1977 redige anche la premessa nell'importante e fondamentale volume di Litterio VILLARI, Storia della Città di Piazza Armerina, LA TRIBUNA, PIACENZA 1981,
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