Edicola n. 37 In evidenza
Questa è l'Edicola Votiva n. 37 del mio censimento che io chiamerei Edicola Votiva Roccabianca. Più che di un'edicola, veramente si tratta di una lapide dove, dentro una bella cornice ovale c'è la scritta «VIVA LA MADRE DI DIO MARIA CONCETTA SENZA PECCATO ORIGINALE 1692»¹ scolpita su una lastra di pietra arenaria, tipica della nostra zona. Di forma rettangolare grande cm 60x70 ca., da qualche anno protetta da un tettuccio metallico è situata tra i numeri civici 33 e 35² a ca. tre metri di altezza sul muro di un vecchio palazzo, esattamente di fronte l'Edicola Votiva n. 36, lungo a stràta màstra (strada maestra) del quartiere più antico della città, il Monte. Il palazzo fa da angolo tra la via Monte e la piazza Gen.le Giunta, con ingresso principale al n. 2 di quest'ultima. Davanti il portone il cartello turistico indica "palazzo Roccabianca (sec. XVII)" di cui, a ricordarcelo com'era, sono rimasti soltanto i portali dell'ingresso principale, di alcuni vani a pianoterra e le belle mensole³, scolpite con figure umane, dei balconi posti al secondo piano e agli angoli dell'enorme fabbricato prospicenti la piazza, le vie Monte e Montalto. Dalle esigue fonti sappiamo che la costruzione del palazzo iniziò nei primi decenni del XVII secolo. Ammesso che la lapide sia stata sempre dove si trova oggi e non proveniente da altro sito, forse fu affissa dai proprietari dell'edificio, per ricordare ai posteri qualche grazia ricevuta e il particolare culto dei Piazzesi per la SS. Vergine. In quel periodo dei primi del Seicento a Piazza non vi erano titolari del feudo Roccabianca4, c'era però Trigona Ottavio (1600-1645) II barone di S. Cono e Budonetto dal quale sarebbe disceso, tramite la figlia Elisabetta sposa di Trigona Giovanni Maria I marchese di Dainammare, il pronipote Giuseppe Trigona La Restia barone di S. Cono e III marchese di Dainammare e Canicarao che, sposandosi all'inizio del Settecento con Isabella Vanni Assali marchesa di Roccabianca, sarebbe diventato nel 1720 anche marchese di Roccabianca. Da tenere presente che in via Brunaccini, traversa di via Monte, c'è un altro antico palazzo (forse del XVIII sec.) dei marchesi di Roccabianca che, restaurato di recente dai nuovi proprietari, è stato adibito a Hotel e B&B.
¹ Il Villari nella sua opera Storia Ecclesiastica del 1988 a p. 228 ci conferma che si tratta del 1692 e non 1622, come potrebbe sembrare a una prima osservazione.
² Il Villari, sempre su Storia Ecclesiastica del 1988 a p. 228 ci indica i umeri civici 35 e 37.
³ A Piazza Armerina in gallo-italico la mensola o modanatura è chiamata "guzzöngh" da "guzzone". Altri termini sono: modiglione, beccadello, cagnolo. Quest'ultimo è un termine del dialetto veneziano usato dai muratori per indicare appunto le mensole, i beccadelli o beccatelli, i peducci, i piumacciuoli ovvero pezzi di travi affissi nella muraglia atti a sostenere altre travi e cornici (cfr. Giuseppe BOERIO, Dizionario del Dialetto Veneziano, Tip. A. Santini & Figlio, VENEZIA 1879, p. 84). Nel giugno del 2021 ho appreso che a Salemi (TP) le mensole vengono chiamate "attuni" che deriva da "attu" gatto, uno degli animali riprodotti nelle mensole dei balconi. Per lo stesso motivo anche a Racalmuto (AG) sono chiamate "gattuni".
4 Forse feudo nei pressi dell'odierna c.da Roccabianca a Marineo (30 Km ca. a sud di Palermo).
cronarmerina.it
Commenti
"Ebbene, così come gli antichi Padri della Chiesa d’Oriente, nell’esaltare la Madre di Dio, avevano avuto espressioni che la ponevano senza alcun dubbio al di sopra del peccato originale, il Popolo Piazzese 162 anni prima che il papa si pronunziasse dogmaticamente, credevano fermamente nella Immacolata Concezione di Maria.
Infatti, l’Immacolata Concezione di Maria è un dogma della Chiesa Cattolica, proclamato ufficialmente l’8 dicembre 1854 da Papa Pio IX, con la bolla Ineffabilis Deus, e ci dice che lei è stata concepita dalla sua madre con il privilegio di non portare con sé il peccato originale, che da Adamo ed Eva tutti portiamo con noi al momento del concepimento."