Fontana Bivio Capodarso/n. 64 In evidenza
Siamo in territorio tra le province di Enna e Caltanissetta. Questa è la Fontana n. 64 a pochi metri del Bivio Capodarso. È molto semplice e si nota appena svoltando a sx per andare verso Pietraperzia, provenendo da Enna. Prima che mi mettessi a censire le fontane/abbeveratoi non l'avevo notata, anche perché spesso coperta da auto di pendolari in sosta e dall'immancabile trascuratezza che impera sulle nostre strade. Questo territorio anche se si trova molto distante dalla nostra città, faceva parte del feudo in possesso di un lontano concittadino, Vincenzo Crescimanno I barone di Capodarso e barone di Bubutello nei primi anni del Settecento. Ai più non dice alcunché, ma se dico Piano Barone o Ciàngh Baròngh qualcuno drizza le orecchie. Infatti, il largo che c'è tra la piazza Garibaldi e la discesa dell'Itria è stato intitolato proprio a questo famoso antenato. Grazie ad Alceste Roccella possiamo sapere che il barone era <<amico e precursore del Metastasio e costui ricevea dal Crescimanno i tema sui vari melodramma che scrisse. Poeta celebrato nella parte erotica e melodrammatica con rima leggiadra e scorrevole... i suoi carmi furono lodati dai poeti contemporanei e dal pontefice di cui il Capodarso godea immensa stima. Morendo nel 1752, i suoi manoscritti furono involati dal medico Arena di Aidone, suo intimo amico e confidente>>. Un'ultima cosa, il toponimo "Capodarso" probabilmente deriva dal colore "bruciato, arso, rosso" che hanno le colline a picco sulla valle solcata dal fiume Imera meridionale. Girando su internet ho trovato notizie interessanti sul Ponte Capodarso, una tra tante è che il primo ponte fu costruito nel 1553 per ordine di re Carlo V d'Asburgo, sì proprio quello che diede a Plaza, come veniva chiamata la nostra città allora, il titolo di Civitas Opulentissima (Città Ricchissima) nel 1516. Dopo cinque secoli mi sembra di non meritarcelo proprio questo titolo reale.
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