Fontanella Stazione Dittaino/n. 22 In evidenza
Quella nella foto è la Fontanella della Stazione Ferroviaria di Dittaino/n. 22 del mio censimento. Mi verrebbe da dire che è quello che rimane della fontanella di una volta, a pochi passi dal cancello d'ingresso laterale di dx, che immette subito sulla banchina ferroviaria. È arci arrugginita dopo diverse mani di pittura, in disuso, senza acqua e messa lì in "castigo", abbandonata. Sarebbe meglio metterla da parte, ma noi, si sa, "ci teniamo" alle cose antiche. Chissà, forse un domani ci potrebbe servire nuovamente, meglio tenerla così, pronta al disuso. Inutile ricordare, soprattutto a quelli della mia età, l'importanza che aveva per noi Piazzesi questa stazioncina in mezzo alla piana deserta del fiume Dittaino, sino a qualche decennio fa. Da Piazza, prima in littorina, poi in auto, si arrivava per dirigersi coi treni sempre più "confortevoli", o verso Catania e quindi verso il Nord, per studiare o trovare fortuna, con la speranza un dì, di tornare (ma quànnu?!), o verso Palermo, per sbrigare faccende regionali o studiare come me all'I.S.E.F. Da Piazza più di due ore e mezza per Catania, quasi cinque per Palermo. Cioè il tempo che ci vuole oggi per andare in aereo a Milano, fare acquisti alla Rinascente, e tornare in serata. Per non parlare del ritorno. Se il treno arrivava in ritardo, quasi sempre, non si trovava la coincidenza con la Littorina prima, con l'autobus sostitutivo poi. Niente male, non rimaneva che telefonare ai nostri familiari in trepida attesa dal telefono a scatti del bar ma, se questo aveva già chiuso, dal telefono a gettoni, anch'esso quasi sempre fuori uso. Dopo qualche ora, un parente o un amico, a sua volta avvertito da qualcuno di passaggio da Dittaino, che gli aveva comunicato che c'erano numerosi viaggiatori lì ad aspettare, partiva alla volta della stazione, per recuperare i superstiti, a bordo di auto sempre ultimo modello. Pertanto, si arrivava a casa dopo ore e ore di viaggio, freschi come le rose. Se il "recupero-superstiti" tardava, c'era il MOTEL accanto per trascorrere lì la notte che, se non sbaglio e la memoria non m'inganna, si chiamava "SALA D'ASPETTO II CLASSE", con lunghe poltrone in legno di mogano così comode, ma così comode! Scusate, mi sono fatto "trasportare" dai ricordi dei bei tempi. Comunque, nel bene e nel male, oggi, ogni volta che passo in velocità da quel bivio diretto verso l'autostrada o l'outlet, getto sempre un'occhiata a quella stazione e, vi assicuro, non è mai di sfuggita.
cronarmerina.it
Commenti
Allora era affollata, il bar serviva per rifocillarci un attimo; ora tutto è uno squallido deserto.
E' rimasto qualche eucaliptus a far compagnia alla stazione che sta morendo
Quanto tempo è passato!!!!