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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Che bedda a v'gghiàina!

La stampa "Le varie età dell'uomo" a casa dei nonni

Dopo tanti anni mi sono ricordato della stampa che guardavo sempre quando andavo a trovare i miei nonni materni, in via Santa Rosalia, precisamente nel Cortile Minnella. Ovviamente quello che mi attirava maggiormente era il bambino sulla sinistra che giocava col cerchio, le altre immagini mi attraevamo meno, non mi dicevano alcunché. Invece, a mano a mano io crescessi, riuscivo a focalizzare meglio gli altri soggetti e, a poco a poco, anno dopo anno, mi rendo conto di trovarmi tra il VII e VIII gradino su 11.

Avanzando con gli anni...

Quando ci si fa grandetti
si sviluppano i difetti;
io ho la testa come l’uovo
e un capello non lo trovo;
c’è chi sente da un orecchio
e nell’altro ha l’apparecchio;

chi non vede a un metro dal naso
e fa pipì fuori dal vaso;
chi ha perduto l’odorato,
crede grana il pangrattato;
chi ha il naso sempre chiuso
e respira con il muso;

chi possiede una gran pancia
camminando si sbilancia;
chi gli grava l’intestino
e fa i suoni del clarino;
chi usa sempre l’ascensore
delle scale ha poi il terrore;

chi non trova la dentiera
conservata dalla sera;
chi ha scordato l’auto in via
e fa accusa in polizia;
chi gli duole gambe e schiena,
una spinge e l’altra frena.

Ma chi ha gaia attività
tutto questo eluderà.

Francesco Manteo

cronarmerina.it

Edicola n. 46

Questa è l'Edicola Votiva n. 46 ed è la seconda che si trova a sx lungo la salita per l'eremo di Piazza Vecchia. Anche in questa, su mattonelle in ceramica, è raffigurata la Patrona di Piazza Armerina, Maria SS. delle Vittorie, però ricorda il dipinto custodito nella chiesetta di Piazza Vecchia. Semplice e ordinata fa bella figura, come la famiglia di Filippo Grillo che la cura in questo sito. Da qui in poi, salendo sempre più, lungo la strada che porta all'Eremo, è possibile ammirare il panorama Ovest della nostra Città. E' la parte più antica e storica (il quartiere Monte) di Piazza Armerina che, desidero ricordare, prima di questo nome acquisito nel 1862, ebbe ben 20 variazioni da quello iniziale PLACIA riscontrato su un antico diploma del 1122. Poi, per fare qualche esempio, si passò a PLASIA o PLAZA del periodo Spagnolo-Aragonese del 1300, a PULICE o CHIAZZA del periodo Spagnolo-Austriaco del 1500, mai Plutia. 

cronarmerina.it

In vendita il Castello Aragonese

L'ingresso principale del Castello Aragonese costruito tra il 1392 e il 1396

E' del 18 settembre u.s. l'articolo di Concetto Prestifilippo apparso su Repubblica.it-Palermo col titolo "Piazza Armerina, in vendita il Castello per un milione di euro" e continua nel sommario "Il singolare annuncio è stato pubblicato sul sito di inserzioni Subito.it. La cifra per trentamila metri quadrati". Qui sotto vi riporto integralmente sia l'articolo che l'annuncio, chissà che non convinca qualche Piazzese benestante ad acquistarlo.

Articolo su Repubblica.it-Palermo

<<Vendesi castello aragonese del XIV secolo, proprietà privata. Il singolare annuncio è stato pubblicato su “Subito.it”. Un milione di euro per trentamila metri quadrati, questa l’eccentrica richiesta. Sul noto sito di inserzioni, l’annuncio ha registrato un record di contatti. Il link, dopo poche ore, contava già migliaia di condivisioni sui social network. Dalla home page di “Subito.it”, basta digitare l’indicazione castello, scegliere la categoria immobili, cliccare sulla regione Sicilia e individuare la città Piazza Armerina. Ecco dunque apparire sullo schermo le immagini a corredo della singolare proposta di vendita. Il maniero sorge nel cuore del centro storico di Piazza Armerina, in provincia di Enna. Città nota per la villa romana del Casale e i suoi mosaici. Sito archeologico che registra ogni anno quasi quattrocentomila visitatori. La fortezza messa in vendita fu edificata alla fine del XIV secolo, sotto il regno di re Martino I. Il maniero è proprietà privata. L’immobile era stato acquistato negli anni Settanta da una nobildonna napoletana che lo aveva ricevuto in eredità. L’attuale proprietario è un noto collezionista e connaisseur siciliano, Enzo Cammarata. “Avevamo avanzato alle amministrazioni pubbliche siciliane la proposta di cessione del castello – sottolinea Ugo Cammarata, raggiunto al numero di telefono che compare sull’annuncio – Come risposta, abbiamo ricevuto un desolante diniego. Ci comunicavano di non avere a disposizione i fondi necessari all’acquisto e al restauro del castello. Abbiamo però ricevuto già delle richieste che provengono da ambienti non siciliani. Possibili compratori che si sono dichiarati disponibili a instaurare delle trattative. Dovremo, purtroppo, prendere in considerazione le proposte che riceveremo. Non possiamo lasciare l’edificio in questo stato di abbandono. Dico purtroppo, perché con le nostre forze non siamo in grado di sostenere gli ingenti sforzi finanziari necessari per i lavori di restauro del castello”. Nel 1812 l’edificio era stato adibito a carcere. L’istituto penitenziario ha continuato a esercitare la sua funzione per quasi un secolo e mezzo. Radicali interventi furono necessari per trasformare il castello in carcere. Lavori che modificarono irrimediabilmente la struttura degli ambienti centrali e la corte. Il castello svetta nel punto più alto del quartiere Monte a pochi metri dalla piazza duomo e dal collegio dei gesuiti. È un immobile di ineguagliabile interesse storico e culturale. Il rimando immediato è ai Vespri siciliani e alla dominazione aragonese in Sicilia. Pagina nodale della storia isolana. Il prospetto principale è stato quasi interamente fagocitato da rovi e sterpaglia. Dal cancello di ingresso si scorge la corte centrale. Le ex scuderie sono ormai un cumulo di macerie prive di copertura. Il portone di ingresso irrimediabilmente sbarrato. Le comitive di turisti che si aggirano per le vie del centro storico chiedono invano notizie sulla storica costruzione. Devono dunque limitarsi al classico selfie con il castello a fare da sfondo. Tra le bizzarrie del web anche una pagina dedicata al castello aragonese pubblicata sul portale TripAdvisor con tanto di recensioni. Non manca, ovviamente, l’immancabile link su Wikipedia. L’edificio, vasto quasi trentamila metri quadri, è costituito da un blocco regolare scandito da quattro torri angolari. La proprietà consta di dieci ambienti. Nell’annuncio compare anche una dettagliata planimetria del castello e un nutrito corredo fotografico. Non mancano le viste panoramiche sul centro storico barocco di Piazza Armerina. Gli scorci in lontananza dell’ex collegio dei gesuiti. Dunque, chi cerca un castello in Sicilia e può contare sulla modica cifra di un milione di euro, può inviare una mail all’indirizzo suggerito o chiamare un numero di cellulare che compare in fondo all’annuncio>>.

Questo l'annuncio su Subito.it

<<Castello Aragonese a Piazza Armerina, XIV secolo. Prezzo 1.000.000 €, locali Più di 10, superficie 30000 mq. Vendesi il castello aragonese a Piazza Armerina, mastodontica struttura di cui se ne attribuisce l'erezione a Re Martino I e la si colloca tra il 1392 e il 1396. Il Castello di Piazza Armerina si trova sul versante meridionale del colle Mira, a sud-ovest dell'antico nucleo medioevale della citta. Il prospetto settentrionale delimita l'area della piazza castello dove si trovano numerosi edifici di rilievo architettonico; i fronti meridionale ed occidentale sono inseriti nell'abitato circostante; il prospetto orientale si affaccia sul declivio del colle in posizione dominante rispetto all'abitato sottostante. La regolarità dell'impianto planimetrico, si riflette nella configurazione volumetrica unitaria di un blocco parallelepipedo con quattro torri angolari posto su un terrapieno scarpato. Il complesso consta di due corpi longitudinali uniti trasversalmente; il corpo meridionale ha una profondità inferiore di quello opposto che presenta una serie di ambienti in successione, alcuni dei quali risultano oggi privi di copertura; al corpo meridionale, inoltre, sono state addossate delle superfetazioni da mettere in relazione con l'uso carcerario. Nel prospetto meridionale, in cui si individuano numerosi interventi di epoca successiva alla fondazione, si trova l'unico accesso al castello. Alcuni studiosi ipotizzano l'esistenza di altri ingressi e posterle di cui però non sembra sussistere traccia. Gli altri prospetti, più compatti, sottolineano il carattere difensivo della costruzione. Le superfici murarie si presentano lineari, realizzate con conci di pietra disposti per ricorsi regolari e prive di apparati decorativi. Il complesso si trova oggi in cattivo stato di conservazione e necessita di interventi di restauro>>.

1) Per costruirlo alla fine del 1300, c'è voluto meno della metà del tempo per ripristinare i 200 metri dell'odierna SP4 all'altezza di Grottacalda; quasi quasi io glielo farei un pensierino, col ricavato del prossimo libro sulla Storia di Piazza Armerina (sic!).

2) Dal quotidiano "LA SICILIA" del 2 febbraio 2017 si è appreso che il Castello è stato venduto per circa 500.000 €, sconosciuto per ora l'aquirente. Sullo stesso quotidiano dell'8 giugno 2017 a firma di Marta Furnari: <<È la società Immeditalia di Gela, ad aver acquistato il Castello Aragonese di Piazza Armerina... è ufficiale il nome del nuovo proprietario del castello, chiuso da quasi mezzo secolo, ossia da quando il Ministero della Giustizia decise di chiudere il carcere mandamentale. L'Immedilitalia (n.d.r. da altri articoli successivi sulla SICILIA si apprende che socio unico e legale rappresentante dell'Immedilitalia s.r.l. società immobiliare è il geometra/ragioniere Giancarlo Scicolone di Gela) ha acquistato dalla famiglia Cammarata l'antico edificio, di circa 2.500 metri quadrati, ed il parco circostante, di circa 4 mila metri, per una cifra che si aggirerebbe intorno ai 500 mila euro. Nei primi anni '70 la marchesa Spinelli di Napoli, erede dell'immobile, propose la vendita del castello, per una cifra che si aggirava intorno ai 30 milioni di lire, al Comune di P. Armerina, che però rifiutò non ritenendolo un buon affare. Successivamente ad acquistare l'edificio, nel 1974, per circa 36 milioni di lire, fu il nobile piazzese Vincenzo Cammarata che voleva realizzare un allestimento museale che non venne mai creato. Da circa un mese l'immobile ha ripreso vita, una squadra di operai si è messa al lavoro per eseguire una serie di interventi di pulizia nel parco... definito perimetro di prima guardia. Per il momento la ditta non fa trapelare il progetto che ha intenzione di attuare per l'immobile>>.

cronarmerina.it

Ex ospedale "Chiello" oggi Episcopio

La nuova sede dell'Episcopio nell'edificio dell'ex Ospedale "Chiello" al Monte

La “storia” del nuovo Episcopio, della nuova Curia e della casa del Clero inizia nel 2004 quando la diocesi, avendo il diritto di prelazione, chiese di poter acquistare l’immobile dell’ex ospedale Chiello per destinarlo a Curia diocesana, vescovado e casa canonica per gli addetti ai servizi di Curia e della Cattedrale. Infatti i locali nei quali da sempre era stato “ospitato” l’Episcopio e la Curia, essendo destinati a Seminario, non erano più idonei ad accogliere le accresciute esigenze istituzionali della diocesi. L’acquisto ha riguardato sia il seicentesco convento francescano, confiscato alla Chiesa con le cosiddette “leggi eversive” del 1866, sia la parte costruita successivamente su un’area di proprietà della fabbriceria della Cattedrale, donata nel 1950 in enfiteusi all’allora ospedale “Chiello”, e il valore dell’intero immobile fu fissato dall’Assessorato Regionale al Bilancio a unmilioneduecentocinquantamila euro. Per potere affrontare la spesa il vescovo mons. Pennisi aveva inoltrato una richiesta di contributo alla Cei già nel 2006 ricevendone una risposta affermativa. Il 13 gennaio 2009, avvenne la firma tra la diocesi di Piazza Armerina, rappresentata dal vescovo mons. Michele Pennisi e l’Ausl n. 4 di Enna, rappresentata dal direttore generale dr. Francesco Iudica del preliminare di compravendita.
Il 5 febbraio 2009, la Conferenza Episcopale italiana, per mezzo del suo presidente il cardinale Angelo Bagnasco emanò il decreto di un finanziamento per complessivi 983.000,00 euro con i fondi dell’8 x 1000 dell’anno finanziario 2006 per l’acquisto dell’intero immobile, mentre il contributo per la ristrutturazione con fondi dell’anno finanziario 2007. La diocesi aveva già anticipato la somma di 100 mila euro, e per arrivare a coprire l’intera cifra per l’acquisto (1.377.240,00), accese un mutuo. Il 16 luglio 2009 l’ex convento S. Francesco ed ex ospedale Chiello divenne proprietà della diocesi di Piazza Armerina, con la stipula dell’atto di vendita presso il Notaio Maria Antoniani di Gela per l’importo di 1.377.240,00 euro più le spese notarili, la tassa di registro, le spese amministrative e tecniche. Si concluse così un lungo iter, iniziato nel 2004, che ha visto l’immobile tornare alla funzione originaria per la quale era stato ideato e costruito, anche se non sarà abitato dai frati francescani. Il 6 marzo del 2011, avvenne la presentazione del progetto, redatto dall’arch. Francesco La Morella e dall’ing. Maurizio Marino, e l’inizio dei lavori di restauro dell’antico edificio. Lo stato dell’edificio non presentava particolari dissesti, mentre versava in cattive condizioni il sistema della copertura e uno stato generale di obsolescenza e di degrado da imputare sia all’inesorabile vetustà dei materiali e, dal 2000 quando è andato in disuso, all’assenza d’interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché ad atti vandalici. Gli interventi significativi del progetto hanno riguardato: – Al piano terra la sistemazione di tutti gli Uffici di Curia: una serie di ambienti da destinare alle varie funzioni amministrative; lo studio del Vescovo, del segretario, una saletta riunioni, il tribunale ecclesiastico, la cancelleria con annessi archivio storico e quello corrente, l’alloggio del custode. – Al primo piano la sistemazione della Casa del Clero, composta da appartamenti (monolocali e bilocali) con una cucina comune ed un locale lavanderia-stireria. – Il primo piano ospita anche l’Episcopio così formato: appartamento privato del Vescovo, cappella, due camere, sala soggiorno-pranzo con annessa cucina. Il chiostro e il convento saranno restaurati successivamente con un altro progetto che si sta predisponendo per un ulteriore finanziamento. Il convento dei francescani conventuali di Piazza Armerina sembra sia stato fondato dopo il 1392, quando i frati furono costretti a lasciare il loro convento precedente per consentire al suo posto la costruzione del nuovo castello reale (l’attuale Castello Aragonese). I conventuali vennero indennizzati con l’assegnazione di alcuni proventi, nonché dell’area e delle fabbriche del vecchio “Castrum Regine”, posto nell’estremità settentrionale del colle Mira a guardia della sottostante valle Rocca e della Castellina. Nel 1580 la famiglia francescana era composta da quattro sacerdoti, due diaconi e tre novizi. Scrive lo storico locale Alceste Roccella: “Dal 1605 al 1644 per zelo del Guardiano Padre Maestro Ludovico Bonaccolti nobile piazzese fu dalla parte australe del cenobio costruito il maestoso tempio col sontuoso campanile che tuttora si vedono e l’antica chiesa [l’autore si riferisce alla chiesetta del Castrum lasciata all’interno del convento] fu convertita in sacrestia e nella parte soprastante in dormitorio. Nella parte occidentale allargato il convento, fu decorato da vasto peristilio con belle colonne di pietra silicea e vasto serbatoio di acqua nel centro”. Se ne può dunque dedurre che, durante la seconda metà del ‘600, viene realizzato l’impianto planimetrico del convento. Un’importante attività di ampliamento del convento è rappresentata dalla lunga manica settentrionale che prospetta sulla Via Cavour, costruita probabilmente alla fine del secolo XVII. Nel secolo successivo, invece, viene costruita la facciata della chiesa che il vescovo piazzese Matteo Trigona inaugura nel 1742 (come si ricava da una iscrizione posta accanto alla porta). Nel 1866, a causa della soppressione delle Corporazioni religiose, il convento viene assegnato al Comune che lo trasforma a sede dell’Ospedale civico “M. Chiello e Vespasiano Trigona” (1870). Con i lavori di adeguamento a struttura ospedaliera l’intero edificio subisce radicali ed estese modifiche e adattamenti: gli antichi ambienti vengono sconvolti da diversi e pesanti ristrutturazioni e sopraelevazioni. L’ospedale “Michele Chiello”, ciononostante, non è in grado di garantire un’adeguata offerta ospedaliera. Già alla fine degli anni Settanta i locali risultano insufficienti e inadatti ad ospitare nuovi e più moderni servizi sanitari e, nel biennio 1998-2000, viene trasferito nella nuova struttura nosocomiale costruita a nord della città. Il complesso edilizio cade in disuso ed è sottoposto, soprattutto l’ex convento, ad un lento e progressivo degrado che si aggrava nel luglio 2005 quando un atto vandalico sottrae quattro capitelli, danneggiando le colonne monolitiche e le volte di copertura dei portici del chiostro. Alla fine del mese di febbraio 2014 la ditta Impresa ESSE I s.r.l. di Regalbuto consegnava l’edificio. Alla fine del mese di gennaio 2015 è avvenuto il trasferimento dell’Episcopio e della Curia Vescovile dagli storici locali di via La Bella nel nuovo Episcopio di piano Fedele Calarco 1, attiguo alla Cattedrale e al Museo diocesano. (Tratto dalla pagina web DIOCESI DI PIAZZA ARMERINA)

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