Novena particolare

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1911 - Tripoli (Guerra italo-turca) |
Gen.le Giuseppe Ciancio (1858-1932) |
Parte 1^
Oltre al "leggendario eroe della Prima Guerra Mondiale" il Gen.le della Brigata "Avellino" (1916) e dell'8^ Divisione (1917) Antonino Cascino, Piazza ha avuto un altro condottiero che si distinse nel primo grande conflitto del XX secolo, il Gen.le del XIII Corpo d'Armata Giuseppe Ciancio. I due generali piazzesi in quei terribili frangenti combatterono praticamente fianco a fianco, a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altro su un fronte complessivo, da Nord a Sud, di 37 Km. Infatti, Cascino operò a Nord di Gorizia sino a Plava (oggi in Slovenia), Ciancio a Sud di Gorizia sino al Monte Hermada, 8 Km. a Est da Monfalcone (prov. Gorizia). Di Cascino ne abbiamo già parlato, mi sembra doveroso fare altrettanto per Ciancio, visto che, oltrettutto, dà il nome al viale in cui abito e alla villa (Roma) che frequento sin da piccolo.
'N Curiös â Tacùra |
Scritta in tempi non sospetti, la poetessa â ciaccësa Lucia Todaro mi fa gli auguri per l’anniversario del blog mandandomi questa poesia in lingua gallo-italica,
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D'argento a tre vasi verdi fiammeggianti di rosso, posti due in campo e uno in punta. |
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A sx il Museo Archeologico¹, a dx la Chiesa di Sant'Ignazio all'Olivella², Palermo |
Libro di Antonio il Verso dedicato nel 1590 a Geronimo Caponetto¹ |
¹ Una nobile famiglia Caponetto, baroni di Bufalefi (Noto), viveva in quel tempo a Plaza.
² È il convento della chiesa di S. Domenico, Pantheon del capoluogo siciliano e dei Siciliani illustri ove è seppellito il gen.le Antonino Cascino.
(continua)
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Claudio Monteverdi (1567-1643) |
2^ parte (Antonio il Verso, 1555 ca. - 1621 ca.)
Dimorando il Vinci a Pulice (n.d.r. altro nome della nostra Città in quel periodo) durante gli ultimi anni della sia vita (1582-84) conobbe tutti i maestri della Scuola Musicale Piazzese dei quali, oltre al Verso (allora ventisettenne), ci restano i nomi dei carmelitani Riccardo La Monica (allora settantenne), Antonio de Sanso (cinquantenne) e Michele Mal'Herba (o Malerba, adolescente). A essi il Vinci fece conoscere le novità compositive della Scuola Musicale Polifonica Veneziana¹. (tratto da L. Villari, Antonio il Verso - Musicista, T.D.G., Roma 1999, p. 2)
¹ La musica polifonica è la combinazione simultanea di voci nella quale ciascuna voce attua una melodia indipendente. Nel XII secolo a Parigi sorse la Schola Cantorum nella cattedrale di Notre-Dame che perfezionò il doppio canto od organum, nel quale la prima voce era di solito una melodia gregoriana, detta tenor, e la seconda voce era di libera invenzione, detta vox organalis. Nel XIII secolo la musica monodica (canto gregoriano) cedette il passo al doppio canto (polifonia sacra) dando vita alla lauda, canzone popolare in lingua volgare, cantata a due o più voci in forma di dialogo rievocante passi o episodi delle sacre scritture. Dal XIV secolo accanto alla polifonia sacra cominciò a svilupparsi in Francia e in Italia lo stile polifonico profano: le ballate, la caccia, la villanella, il madrigale. Nel Cinquecento, al tempo del nostro Verso, lo stile polifonico vocale, sia sacro che profano, si era affermato attraverso due Scuole: la Scuola romana e la Scuola veneziana. Quest'ultima ebbe quale rappresentante iniziale Giovanni Gabrieli (1557-1612) mentre il più grande maestro fu il cremonese Claudio Monteverdi (nella foto) che, raccogliendo le esperienze precedenti e contemporanee (tra le quali quella del nostro Verso), portò il madrigale allo splendore, oltre a essere considerato l'iniziatore del melodramma. Il nostro Verso non solo visse in pieno l'esperienza della Scuola veneziana, ma - sotto alcuni aspetti - ne fu il più importante rappresentante e continuatore in Sicilia. (L. Villari, Antonio il Verso - Musicista, T.D.G., Roma 1999, pp. 8-9) (continua)
cronarmerina.it
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Il madrigalista Gesualdo da Venosa (1566-1613)¹ |