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Antonio il Verso / 2^ Parte

Claudio Monteverdi (1567-1643)

2^ parte (Antonio il Verso, 1555 ca. - 1621 ca.)

Dimorando il Vinci a Pulice (n.d.r. altro nome della nostra Città in quel periodo) durante gli ultimi anni della sia vita (1582-84) conobbe tutti i maestri della Scuola Musicale Piazzese dei quali, oltre al Verso (allora ventisettenne), ci restano i nomi dei carmelitani Riccardo La Monica (allora settantenne), Antonio de Sanso (cinquantenne) e Michele Mal'Herba (o Malerba, adolescente). A essi il Vinci fece conoscere le novità compositive della Scuola Musicale Polifonica Veneziana¹. (tratto da L. Villari, Antonio il Verso - Musicista, T.D.G., Roma 1999, p. 2)

¹ La musica polifonica è la combinazione simultanea di voci nella quale ciascuna voce attua una melodia indipendente. Nel XII secolo a Parigi sorse la Schola Cantorum nella cattedrale di Notre-Dame che perfezionò il doppio canto od organum, nel quale la prima voce era di solito una melodia gregoriana, detta tenor, e la seconda voce era di libera invenzione, detta vox organalis. Nel XIII secolo la musica monodica (canto gregoriano) cedette il passo al doppio canto (polifonia sacra) dando vita alla lauda, canzone popolare in lingua volgare, cantata a due o più voci in forma di dialogo rievocante passi o episodi delle sacre scritture. Dal XIV secolo accanto alla polifonia sacra cominciò a svilupparsi in Francia e in Italia lo stile polifonico profano: le ballate, la caccia, la villanella, il madrigale. Nel Cinquecento, al tempo del nostro Verso, lo stile polifonico vocale, sia sacro che profano, si era affermato attraverso due Scuole: la Scuola romana e la Scuola veneziana. Quest'ultima ebbe quale rappresentante iniziale Giovanni Gabrieli (1557-1612) mentre il più grande maestro fu il cremonese Claudio Monteverdi (nella foto) che, raccogliendo le esperienze precedenti e contemporanee (tra le quali quella del nostro Verso), portò il madrigale allo splendore, oltre a essere considerato l'iniziatore del melodramma. Il nostro Verso non solo visse in pieno l'esperienza della Scuola veneziana, ma - sotto alcuni aspetti - ne fu il più importante rappresentante e continuatore in Sicilia. (L. Villari, Antonio il Verso - Musicista, T.D.G., Roma 1999, pp. 8-9) (continua)

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