A càsa du massèr/1
La camera da letto dei nostri antenati |
Nella Casa Museo di Mario Albanese, in via Garibaldi 57/a, più che del contadino è stata riproposta la casa del massaro, â ciaccësa: du massèr, ovvero di un contadino (v'ddanu o v'ddàngh) un tantino più benestante e autorevole. U massèr era quella figura che godeva della totale fiducia del proprietario del fondo e per questo lo sostituiva in tutte le attività legate all'azienda. A lui il compito di assumere il personale necessario quali contadini, braccianti, pastori e garzoni, di tenere la contabilità, di corrispondere le spettanze dovute col metodo del baratto, facendosi altresì carico di stabilire gli orari di lavoro ricompensati con un solo giorno di congedo in occasione di un evento funebre in famiglia, del matrimonio del garzone e per la festa del Santo Patrono. La sua autorità era smisurata fin tanto da riservarsi il diritto a consumare la prima notte di nozze con la sposa del garzone, la famosa "ius primae noctis". Al massaro veniva dato un alloggio a titolo gratuito dal proprietario del fondo, consistente in una camera da letto divisa da un tramezzo con materasso reso soffice dall'uso di paglia d'orzo detto iazzu o giàzz (giaciglio), con su, sospesa e agganciata a due anelli metallici con una corda, la culla del neonato chiamata in gergo nàca o nàcca. All'interno dello stesso ambiente, ubicato in un angolo in corrispondenza del letto, vi si trovava un pitale in terracotta detto càndru o càntr per i bisogni, una bacinella con sapone (quando c'era) e asciugamani. Il muro del capezzale era tappezzato da immagini sacre, alle quali la famiglia del massaro era devota, e di fotografie dei cari estinti. (continua) (tratto dal dépliant della Casa Museo del Contadino) Visite alla Casa Museo del Contadino: ore 9-12 e 16-18, info 333 9138634
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