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Il piazzese
Tant'era valente il piazzese che non mangiava per non portarsi il pane alla bocca, e piuttosto che adoperare le mani preferiva lasciarsi morire di fame.
Si buttò dunque sotto una ficaia carica di frutti maturi, e aspettava con la bocca aperta che gli cascassero dentro, senza mai avanzare il braccio o il collo per prendere quelli d'intorno.
Passa ora passa poi, uno finalmente gli cascò in bocca, ma per non muovere i denti e ingozzarselo neppure lo toccò, e rimase così, finché non morì come un piazzese che era.
[Tratto da Francesco Lanza (Valguarnera Caropepe 1897-1933), Mimi Siciliani, Milano 1928]
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it