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Cronarmerina - Aprile 2025

Famiglia Rizzo

Partito: al capo d'argento al riccio (porcospino) al naturale; in punta d'argento a tre fasce di nero
La famiglia Riccio (alias Rizzo, Rizo, Rizio, Ritio, Ricio) originaria di Napoli, passa in Sicilia nel XIII secolo. Infatti, nel 1282 Giovanni Riccio è tra i 101 nobili o militi di Placia. Nel 1445 Tommaso e Giovanni de Ricio sono giurati; nel 1459 Giovanni rappresenta la Città al Parlamento di Palermo e nel 1491 fa costruire, a sue spese, una cappella accanto alla chiesa di S. Domenico (oggi Seminario Vescovile), dedicata a S. Anna. 1520 Filippo Riccio dona tutti i suoi beni alla chiesa di S. Domenico. 1637 Paolo Rizzo è frate Teatino. 1681 Girolama Rizzo-Ficarra, sposata Barrera, acquista il feudo di Montagna di Marzo. 1698 Girolamo Riccio è padre Gesuita docente nel Collegio di Platia e lo stesso incarico lo assume nel 1763 Simone Rizzo. 1844 Rizzo (o Rizza) è Padre Francescano Conventuale presso il convento di S. Francesco al Monte (poi Ospedale Chiello). 1861 Liborio Rizzo-Rinaldi è consigliere comunale. 1879/1882 l'avvocato Giovanni Rizzo fa parte della Giunta del sindaco Benedetto La Vaccara e nel 1890 e 1903 è consigliere comunale. 1882/1889 Antonino Rizzo è consigliere comunale. Gaetano Masuzzo/cronarmerina    
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I tornei di basket femminile / 4

La rappresentaiva dell'Italia IV classif. schierata durante la premiazione, anni '60

Il dott. Pippo Incalcaterra premia il capitano dell'Italia, anni '60

(dalla n. 3) Altre due foto degli indimenticabili tornei internazionali di pallacanestro femminile, che si volgevano durante la festa agostana. Sullo sfondo il numerosissimo pubblico che assisteva durante i tre giorni del torneo. Nella foto in alto la rappresentativa dell'Italia IV classificata. In quella in basso, subito alla sx del capitano della squadra italiana, mentre viene premiata dal dott. Incalcaterra, si scorgono l'avv. Gaetano Libertino (1922-1996) con gli occhiali e, in secondo piano, il prof. Nino Vullo (1925-1989), direttore per tanti anni dell'Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Piazza, nonché autore di numerose guide turistiche illustrate in collaborazione col prof. Ignazio Nigrelli e il fotografo Bruno Battacchi. (continua)

Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

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Cavalieri Teutonici

Croce Teutonica
Croce Teutonica sopra il portale d'ingresso al chiostro del Carmine
L'Ordine dei Cavalieri Teutonici fu fondato ad Acri nel 1190. Era riservato ai nobili tedeschi che facevano voto di castità, povertà e obbedienza. Anche le donne avevano un ruolo attivo nell'assistere feriti e ammalati. Ma sull'attività assistenziale prevalse quella guerriera. Con il Gran Maestro Hermann von Salza i Teutonici acquisirono terre in Puglia e Sicilia mentre il loro campo d'azione si estese alla Prussia e all'Europa Nord-Orientale, contro i pagani del Baltico e i russi (che li fermarono). Osteggiati da Lutero, i Teutonici furono sciolti nel 1809 da napoleone e sono oggi canonici regolari. A Piazza abbiamo un'unica testimonianza di quest'Ordine Militare. Si tratta della croce scolpita sopra il portale ogivale d'ingresso al chiostro del Convento del Carmine (foto in basso). Consiste in una croce patente ovvero raffigurata da quattro bracci triangolari di cui quello inferiore più lungo nelle raffigurazioni araldiche, nel nostro caso poggia sopra un piedistallo. Tale simbolo rinvia almeno alla 1^ metà del XIII secolo la data di costruzione della torre (del Carmine), allorché l'Ordine Teutonico, favorito dall'imperatore Federico II di Svevia, si sviluppò nell'Isola in gran numero di commende. Quella del Carmine fu venduta nel 1332 ai Carmelitani, che vi fondarono il loro Convento dedicandolo alla SS. Annunciata.
cronarmerina.it
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I tornei di basket femminile / 3

Rappresentativa della Cecoslovacchia, anni '60
(dalla n. 2) Le atlete cestiste della Cecoslovacchia (prima della separazione, nel 1993, in Repubblica Ceca e in Slovacchia) come potete ben vedere erano di "bassa" statura. A momenti sfioravano col braccio alzato il canestro, che come tutti sappiamo è posto a 3,05 metri da terra. Quando le vedavamo passare sembravano degli aquiloni biondi. Erano bellissime e irraggiungibili, non solo per l'altezza. Se non sbaglio, mi sembra di riconoscere nella portabandiera a sx una ragazza che poi divenne collega di Educazione Fisica. (continua)
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
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A meffa

La Meffa è uno dei giochi più semplici e tradizionali che esistono. In italiano corrisponde al gioco dell'inseguimento o acchiappino. Del termine meffa non sono riuscito a scoprire un bel niente, ogni volta che su google cliccavo "meffa" mi collegava al cantante Neffa. Chissà, forse è di origine araba o ha qualcosa in comune con la muffa, boh ?! Il gioco non ha bisogno di attrezzi e consiste nell'inseguire e nel toccare dicendo meffa al compagno, che una volta toccato lo sostituisce nel ruolo. Se lo si vuole più divertente e sfiancante basta aggiungere giocatori, senza limite di numero. Mi ricordo che arrivavo a casa così stanco e sudato che, per non farmi rimproverare da mia madre, dovevo aspettare qualche decina di minuti dietro la porta per riportare nei limiti fisiologici tutti i parametri. Esistono molte varianti, una tra le tante è quella che toccando il compagno questi rimanga bloccato e fermo come da un incantesimo (infatti si chiama all'incantesimo), che potrà essere sciolto solo se toccato da uno degli altri compagni ancora "disincantati", se non ci risescono: il primo a essere stato "incantato" prende il posto di chi rincorreva a "incantare". Gaetano Masuzzo/cronarmerina.blogspot.it    
  • Pubblicato in Cose
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Aspettando il nuovo Vescovo/5

Mons. Saverio Gerbino V vescovo di Piazza nel 1872
Alla morte del IV vescovo mons. Sajeva nel 1867, la Diocesi fu retta, sino al 1872, dal Vicario Capitolare della Cattedrale il piazzese Benedetto Maria Trigona della Floresta, prelato dotto e assai stimato. Nel 1872 venne elevato vescovo di Piazza il caltagironese mons. Saverio Gerbino (1814-1898) ex parroco nella parrocchia di S. Giacomo. Grande erudito celebrò nel 1878 il primo Sinodo Diocesano, ristrutturò il Seminario, accrescendovi il numero delle scuole con l'insegnamento delle scienze naturali, dandogli così un'impronta più moderna. Nel 1887 fu trasferito alla sede vescovile della sua città natale. Prima del trasferimento trasformò la chiesa di S. Domenico: la parte superiore in dormitorio e aule, la parte inferiore in grande magazzino poi autorimessa. Nello stesso anno giunse a Piazza il VI vescovo mons. Mariano Palermo.
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I tornei di basket femminile / 2

Rappresentativa dell'Italia, anni '60
L'avv. Ernesto Spadaro premia il capitano dell'Italia, anni '60
(dalla n. 1) Eccovi altre due foto relative ai tornei di basket femminile che si svolgevano al campo Sant'Ippolito negli anni '60. Come potete vedere la partecipazione del pubblico era numerosissima. (continua)
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San Bartolomeo Trigona

San Bartolomeo Trigona, II cappella a dx, Cattedrale Piazza Armerina
Ho appreso da Facebook (Maria SS.ma delle Vittorie) che il 22 agosto u.s. si è festeggiato «un santo dalle origini piazzesi, San Bartolomeo Trigona». A tal proposito voglio riportare soltanto le ultime righe di uno studio fatto già nel 1956 dallo storico gen.le Litterio Villari. Il libretto, presente nella nostra Biblioteca Comunale, porta questo titolo Dell'origine del predicato di "TRIGONA" dato a San Bartolomeo di Simeri, monaco italo-greco, fondatore del SS. Salvatore dei Greci in Messina, Società Messinese di Storia Patria, Tip. D'Amico, 1956. Nella prefazione il Villari precisa che «le ricerche condotte con scrupolo e senza alcuna mania partigiana mi hanno però presentato una realtà diversa e lontana dalla mia prima credenza». È ovvio che qui non posso riportare tutte le analisi sulle ricerche fatte nelle 43 pagine del volumetto del Villari, ma posso riportare le ultime righe «Pertanto dovremmo concludere che S. Bartolomeo di Simeri o di Trigona fu un greco-calabro e che non ebbe alcun legame di parentela con la normanna e nobile famiglia Trigona di Sicilia. A due membri di questa famiglia e precisamente al vescovo Matteo [Matteo Trigona arcivescovo di SR nel 1732] e al Rev. Padre Vespasiano [Vespasiano Trigona gesuita docente (1692-1761)] spetta il vanto di aver diffuso nel sec. XVIII il culto del Santo in tutta la Sicilia Orientale. Con questa breve monografia non abbiamo voluto togliere un illustre e Santo personaggio ad una nobile ed antica famiglia, ma abbiamo inteso dare un modesto tributo alla Verità ed alla Storia. - Litterio Villari».
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it 
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In ricordo di un amico

N. H. Cav. Salvino Trigona di Rabugino, 1955


In occasione della scomparsa del caro amico di papà, Salvino Trigona, ti invio questa poesia tratta dal libro "Le mie memorie in versi" scritta  nel 1955 in occasione del suo 22° compleanno.
Ti prego di pubblicarla sul tuo Blog, per ricordare questo Nobil Uomo, buono e semplice e  forse per questo poco conosciuto.
 
 
Per il genetliaco di un amico
***
nel lieto dì dei tuoi ventidue anni
partecipo alla gioia del tuo cuore
e l'augurio di vivere cent'anni
con affetto ti faccio e con ardore.
 
Amico nella gioia e nel dolore,
ovunque cercherò la tua parola,
compagno nella vita e nell'amore
tu mi sarai laddove il pensier vola.
 
Vegli su te di Dio la provvidenza
finché luce vedran le tue pupille,
nè ti manchi la mia benevolenza.
 
Sorgan per te di questi giorni mille
a renderti felice l'esistenza:
un amico per te farà scintille
 
                    Salvatore Tigano
 
 
Piazza Armerina 27/04/55
 
P. S. Chi ha un alto culto dell'amicizia non può restare insensibile ai suoi affetti e alle sue gioie, se essa è sincera.
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