ExclusiveCentraleSx
ExclusiveCentraleDx

Cronarmerina - Aprile 2025

Cu v'nzì u Paliu?

 
Cu v'nzì u Paliu?
 
Nan ggh'è dumanna ciù curiös'tösa
p' cu è Ciaccës veru d' curìna...
... prima sent a r'spòsta... e s' ggh'è cosa,
t' fa na r'sadèdda... e s' v'sgìna.
 
'Nan mpòrta s'ha v'nzùt u Casalòtt
u Mönt, a Cast'ddìna, o i Canài...!
Nent ggh fa...! ... ma dìntra téngh u mort:
par ch'assa p'rdùt tutti i grài!
 
S' vënz u to quartèr si biàt
t' sënti ciù cuntént e r'sulvù
è com s'è v'nzùt u campiunàt...
e pòi p' n ann nan ggh' p'nzöma ciù!
 
Lucia Todaro 
(dal "Calendàri â ciaccësa Aöst 2013")

 

Leggi tutto...

Che Conte Ruggero!

Palio dei Normanni, anni '50

Siamo negli anni '50 e il Conte Ruggero è la guardia municipale Calogero Mingoia classe 1911, mentre il palafreniere è il Sig. Scarcella. E' inutile farvi notare il portamento del cavaliere raramente riscontrato nei Conti Ruggero successivi. Altri tempi, altri Conti! 

A proposito di altri tempi, ieri sera mi sono goduto il passaggio della sfilata del Palio 2013 e non ho potuto fare a meno di rilevare, a parte la quantità di eccessiva di taburri, quanto segue: 1) adesso i rullanti si sono messi a fare coreografie sempre più fantasiose con spostamenti che nei secoli XI e XII se li sognavano; 2) i trombettieri non si limitano a squilli ma ci suonano un'intera melodia; 3) le bacchette da tamburo vengono infuocati nelle punte, che attirano, alla fine della prestazione musicale, anche lanci di coriandoli, senza contare delle bacchette con le punte fosforescenti dell'ultimo plotone; 4) il catarifrangente lampeggiante nello stivale di un rullante; 5) il Conte Ruggero che manda saluti a destra e a manca come un divo o un tronista e, per finire, la ciliegina sulla torta, per la prima volta il Sindaco in mezzo al corteo che saluta i suoi concittadini allegramente sicuro di fare un'ottima figura. Ora se consideriamo che prima faceva scandalo, per essere deriso tutto l'anno, il solo partecipare con degli occhiali da vista o essere pescato con l'orologio al polso, cosa dovrebbero provocare i suddetti punti? Altri tempi, altri piazzesi (notare la "p" minuscola)!

Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it 

Leggi tutto...

Il Palio di Armando

Palio del 1963

Armando Caltagirone, a sx con la chiesa di San Pietro sullo sfondo, inviandomi questa foto tiene a ricordare che il plotone di cui indossa la divisa è quello delle Guardie del Conte Ruggero. Questi sfilarono per la prima volta proprio quell'anno, il 1963. Per l'occasione furono scelti figuranti non inferiori a metri 1,70 e il soldo era di £ 3.500 al giorno, pagato immediatamente dopo essersi spogliati dei costumi all'uscita dalle aule dell'Industriale che li ospitava. Inoltre ricorda che «Avevamo sfilato così bene che l'anno dopo fummo selezionati come figuranti nel film dei fratelli Taviani-Orsini con Giammaria Volontè "Un uomo da bruciare"».

Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

Leggi tutto...

L'intervista di StartNews.it

L'INTERVISTA "POSSIBILE" AL CONTE RUGGERO

Nell'agosto del 2013 StartNews immagina di fare un'intervista al Conte Ruggero d'Altavilla, che ha accettato volentieri come si conviene a un grande condottiero.
 
<<Il Conte Ruggero d’Altavilla ci riceve nella sua tenda da campo sistemata a pochi chilometri da Piazza Armerina, su un’altura dalla quale si domina quella valle dove ieri l’esercito saraceno e quello normanno si sono affrontati per contendersi la città di Plutia. L’atmosfera al campo normanno è euforica, nonostante siano stati numerosi i morti in battaglia. Gli uomini, sfiniti, sono per lo più adagiati vicino alle loro tende, qualcuno rifila la spada, altri accudiscono il fuoco, altri ancora preparano il cibo per la festa che inizierà al tramonto che celebrerà la vittoria ottenuta con  l’aiuto di San Giorgio che “risplendente di luce, ha galoppato innanzi ai cristiani per guidarli alla vittoria”, così come ci tiene a precisare un’arciere. Vicino la tenda del Conte si trovano tutti gli stendardi e le insegne che hanno accompagnato il condottiero in ogni sua battaglia in Sicilia; tra tutti spicca l’immagine del vessillo di Maria Santissima delle Vittorie donatagli dal Papa Alessandro II. Entriamo con rispetto, spostando il pesante drappo che protegge l’ingresso della tenda. Ruggero  è seduto su un ceppo, il suo volto è disteso, in testa non porta la corona, al collo un grosso medaglione d’oro con il simbolo del casato del padre, Tancredi d’Altavilla.  Indossa un abito rosso porpora, al fianco la spada, fedele compagna di tante battaglie. Si alza e ci viene incontro, ancora prima che ce ne possiamo rendere conto ci abbraccia e sorridendo dice: “Voi cittadini di Plutia siete i benvenuti. Che iddio vi protegga”. Sorpresi dal suo atteggiamento così poco formale, ci accomodiamo su due comodi cuscini mentre lui riprende posto sul ceppo.
Iniziamo la nostra intervista.
“Conte, è stato difficile sconfiggere in questa battaglia i saraceni?”
“Devo dire di no. Con loro ho avuto scontri ben più cruenti. In verità alcuni nostri informatori qualche giorno fa ci hanno riferito che la battaglia di Troina, nella quale abbiamo sgominato gran parte dell’esercito saraceno, aveva demoralizzato, e non poco,  le loro truppe. Sapete, in queste battaglie, il morale conta molto.”
“Abbiamo saputo che di recente ha avuto dei contrasti con suo fratello Roberto il Guiscardo. Questo comprometterà la sua avventura in Sicilia?”
“Mio fratello ha un proprio modo di intendere le cose che non corrisponde al mio. Lui è solo un gran condottiero, io sono anche un diplomatico. Penso debba avergli dato fastidio il mio rapporto con Papa Alessandro II e il fatto ch’egli m’abbia nominato Gran Conte di Sicilia. Ma sono fatti privati, non vorrei dire altro.
“Come va il matrimonio ? Sappiamo che s’è sposato da poco ? Sua moglie è qui?”
“Giuditta (Giuditta d'Evreux ndr) non è qui, ma presto mi raggiungerà. Del mio matrimonio posso solo dirvi che si è celebrato a Mileto circa sei mesi fa. Per ora va tutto bene, anche se le battaglie ci tengono lontani.”
“Quali sono i suo progetti futuri?”
“Ancora abbiamo da conquistare diverse città in Sicilia: Siracusa, Girgenti, Castrogiovanni, Butera e Noto. Credo che fra qualche giorno muoverò le mie truppe, ma prima è necessario che i miei uomini recuperino energie. Mi fermerò qui per qualche giorno ancora.”
“La città di Plutia ha preparato per Lei grandi  festeggiamenti. Parteciperà?”
“Domani mi recherò a Plutia per ricevere le Chiavi della città, incontrare il Gran Magistrato, la nobiltà del luogo ed assistere ad una giostra a cui parteciperanno i migliori cavalieri. Mi dicono che le vostre donne sono particolarmente belle. Ma sono altrettanto disponibili? Questo non lo scrivete. La mia giovane moglie avrebbe qualcosa da ridire.
 
L’intervista è terminata. Ci alziamo per uscire dalla tenda dopo aver rispettosamente salutato il Conte, congedandoci questa volta è lui a fare una domanda: “Strano popolo voi siciliani: tutto sommato vengo da  dominatore, perché mi accogliete con tanta gioia e rispetto?”
Noi gli ripondiamo: “Vede, caro Conte  Ruggero, lei può cibarsi della nostra selvaggina, conquistare le nostre donne, usare le nostre braccia, ma siamo sicuri che alla fine sarà lei a sentirsi più Siciliano che noi Normanni.”>>
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
Leggi tutto...

Il blog su StartNews.it

 

Ieri è uscito, per il sesto anno consecutivo, il periodico della testata giornalistica di StartNews.it ed è con VIVA E VIBRANTE SODDISFAZIONE constatare che una delle dieci pagine è dedicata ai post del mio blog. Io lo considero un alto riconoscimento, più di un diploma, al lavoro di otto mesi che ha raggiunto quasi le 58.000 visite. Ricompensa ancora più importante perché ricevuta dalla più prestigiosa testata d'informazione di Piazza e del Centro della Sicilia. Il minimo che posso fare è ringraziare il Direttore Responsabile Marina Chiaramonte e tutto lo Staff, nonché augurare a StatNews.it traguardi sempre più popolari, autorevoli e lodevoli.

Gaetano Masuzzo/cronarmerina    

  • Pubblicato in Cose
Leggi tutto...

Il Palio di una volta / 9

I tamburri in Piazza Duomo, anni '60
Dame e nobili fanno il loro ingresso al Piano Sant'Ippolito, anni '60

(da Il Palio di una volta/8) Era inconfondibile e si percepiva da ogni punto della Città il famoso ritmo dei tamburi battistrada: trum, trum, trum tu tu trum. Come si vede erano soltanto 10, mentre oggi sono 100, diventando il Palio dei Tambùrri (e dei notabili)! (continua)

cronarmerina.it

Leggi tutto...

Il primo Palio di Enrico

 

Enrico Bonanno, il secondo da sx nella foto in alto, mi ha mandato questa foto che si riferisce al Palio dei Normanni del 1962, il suo primo Palio. Inoltre, era la prima volta che venivano indossati questi costumi di GUARDIE NOBILI DEL VESSILLO ed «era la prima volta che un gruppo di studenti AMICI freschi di diploma, aveva pensato bene di organizzare un plotone». Enrico nell'indicarmi alcuni nomi nella foto ha espresso un po' di amarezza perchè qualcuno di loro ormai non c'è più.

cronarmerina.it

Leggi tutto...

Famiglia Platamone

Cinque monti neri sotto tre conchiglie di rosso in campo d'oro
La famiglia Platamone discende dal cavaliere greco proveniente da Alessandria d'Egitto Valco di Platamone (Platamon è oggi un paese di 2.200 abitanti nel sud Pieria, Macedonia Centrale, Grecia). Valco nel 1059 è al seguito del normanno Roberto il Guiscardo duca di Puglia. La sua famiglia si stabilisce a Napoli, ma la prosperità viene meno al tempo dell'imperatore Enrico VI di Svevia nel 1170 ca., perché il milite Giovanni (o Pier) Sileno Platamone per essere partigiano del re normanno Guglielmo III d'Altavilla, è spogliato dei beni e bandito dal Regno. Al figlio di Giovanni Sileno, Bernardo, l'imperatrice Costanza riconcede parte dei beni paterni. Il figlio di Sileno, Bernardo, milite napoletano, è  il primo Platamone a scendere in Sicilia al seguito di Eleonora d'Angiò nel 1302, quando questi sposa il re di Sicilia Federico d'Aragona I di Trinacria. In Sicilia Bernardo, per i servizi resi, ottiene la carica di Maestro Giustiziere di Siracusa nel 1306. Si trasferisce a Catania dove si sposa e costruisce il palazzo Platamone. Il pronipote di Bernardo, Ferdinando, è un nobile catanese che si sposa con Agata Tudisco e da questi derivano le casate dei Platamone a Malta e in Sicilia. A Malta il figlio di Ferdinando, Francesco, è il capostipite dei nobili di Malta, Siracusa, Licata e Palermo e quindi dei principi di Rosolini e di Fiumesalato. In Sicilia dal figlio di Ferdinando, Giovan Battista, viceré nel 1435 e 1440, inizia il ramo dei baroni di Acicastello, Redini, Risichilia, Amidara, sino a quelli della Curca. Dal figlio di Giovan Battista, Antonino, ha inizio il ramo dei baroni delli Cugni e Incobao, mentre dall'altro figlio, Giovanni Ferrando, hanno inizio i rami dei baroni e principi di Cutò e il ramo dei baroni di Pòjura (alias Poiri) in territorio di Paternò, da cui derivano i Platamone di Piazza. Il primo Platamone che troviamo a Piazza è Diego barone di Pòjura che nel 1633 sposa la piazzese Pelagia Jaci-Sanfilippo. Il figlio di questi è Desiderio Antonio Platamone che è barone dei Salti dei Mulini di Piazza e di Pòjura che vende quest'ultimo nel 1665 ad Antonio Ciancio col diritto di riscatto, nel 1671 partecipa alle spese per i festeggiamenti a S. Gaetano. Da Desiderio Antonio, sposato con Silvia de Assaro, nasce Diego Maria barone di Montagna Gebbia, ma che perde la baronia dei Salti dei Mulini in favore di Pietro Crescimanno barone di Bessima. Nel 1730 ca. Liborio senior Platamone è console nobile della Curia Commerciale di Piazza mentre Diego, barone di Montagna Gebbia nel 1760 ca., è senatore della Città. Il figlio di questi, Giuseppe, nel 1800 è tenente colonnello del comando di Legione di Piazza, l'altro figlio, Liborio junior, è cancelliere archiviario e fidecommissario della Chiesa Madre che si sposa con Marianna Trigona dei baroni di Budonetto e riscatta il feudo Pòjura nel 1792. Dei sette figli di Liborio junior, Gaetano si sposa con Antonina Trigona, Giuseppe si trasferisce a Trapani e Benedetto, capitano della Guardia Nazionale nel 1848 e consigliere comunale nel 1861, si sposa con Vincenza Trigona-Crescimanno dei baroni di Mandrascate la cui figlia Marianna appare tra gli 11 benefattori del nostro Ospedale "Chiello". Da Gaetano discende Vittorio Emanuele e da questi Vincenzo che si sposa nel 1928 con Emma Gullé-Sceberras, dai quali nasce la figlia Platamone Adelaide Clara, ancora vivente nella nostra Città. Nel 1824 Giuseppe, Vincenzo e Francesco Platamone sono chierici Teatini nella Casa di Piazza, nel 1832 Gioacchino Platamone è superiore del Convento Francescano al Monte e alla fine dell'800 Marianna Platamone dona parte dei suoi beni all'ospedale Chiello. A Piazza esiste l'Arco Platamone che collega la via Garibaldi con la via Umberto. Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
Leggi tutto...

Il Palio di una volta / 8

Gli alabardieri a guardia del palazzo Trigona della Floresta (anni '60)

 (da Il Palio di una volta / 7)

 XVIII
Eccu chi rappresenti tu, chiazzisi.
Stu Paliu è la storia e tu la mia
e iu ca sugnu Chiazza ca si misi 
all'onoranza santa di Maria
ti dicu ca però la nostra storia
è soprattuttu fatta di memoria.
 
XIX e ultima strofa
E sulu festeggiannu cu cuscienza
sbùmmica in assolutu la cirtizza
c'ogni rialu di sta pruvvidenza
è fruttu di la storia ca si ntrizza
rinnuvannu la splendida musìa
ca gridannu dirà: VIVA MARIA!
 
Giòmetrico 
 (alias Giovanni Piazza)
 
 
cronarmerina.it
Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Ricerche Storiche

Censimenti

Storia Civile

Storia Ecclesiastica

Curiosità

Come Eravamo