Igiene medievale e non / 1
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Siamo stati abituati a immaginare le popolazioni del Medioevo come una torma di cenciosi maleodoranti e i loro corpi come un succulento banchetto per nugoli di cimici e pidocchi. A questa visione non si sottraggono i nobili o addirittura i sovrani che, seppur addobbati con abiti fastosi, crediamo che celino nelle loro parti intime una nutrita collezione di parassiti. Nei fatti, la reale condizione igienica dell'uomo del Medioevo è un po' più articolata. Innanzitutto non è vero che non ci si lavava mai: sono infatti numerose le miniature dell'epoca che rappresentano uomini e donne che fanno i bagni nudi, lasciando intendere come questa pratica fosse considerata naturale. Ancora, sfogliando i trattati del tempo, si legge che tra i doveri delle mogli c'è quello di dare ristoro al marito, che giunge dopo una giornata di duro lavoro, con acqua possibilmente calda e il cambio d'abito. In più, nei romanzi di cavalleria, "best seller" del periodo, appare buona norma offrire un bagno all'ospite che giunge stanco e impolverato o elargire il sollievo di un catino d'acqua calda per i piedi. I testi ci hanno inoltre tramandato immagini ricche di particolari, soprattutto in relazione alle classi agiate: il bagno avveniva in camera da letto, solitamente prima di andare a coricarsi; venivano esposti dei panni attorno al letto, ognuno cosparso di fiori ed erbe verdi profumate; inoltre erano disposte sul pavimento delle spugne sulle quali era possibile sedersi o sdraiarsi. L'abluzione vera e propria avveniva in un bacile di legno imbottito con un tessuto, riempito con acqua riscaldata resa fragrante da erbe fresche; ci si lavava il corpo con spugne morbide che venivano risciacquate con acqua pulita e tiepida, profumata di rose. Infine, il corpo veniva asciugato con panni puliti e, indossate le calze, ci si poteva finalmente abbandonare tra le braccia di Morfeo. Spesso il riserbo dotava la struttura di tende a baldacchino, al riparo dei quali era possibile godere di una certa privacy. Nei periodi più caldi, la vasca era posta nei giardini esterni e addirittura durante gli spostamenti veniva trasportato tutto l'occorrente affinchè il signore non si privasse di questa delizia, compreso un servo atto al mantenimento della temperatura dell'acqua. (continua) [tratto da G. Staffa, 101 Storie sul Medioevo, Newton Compton Editori, 2012]
Gaetano Masuzzo/cronarmerina
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