La «Presentazione al Tempio» di Fundrò In evidenza
Bottega siciliana XVII secolo, Presentazione al Tempio, particolare, Piazza Armerina, chiesa San Rocco (Fundrò)
Girolamo Alibrandi, Presentazione al Tempio (1519), Messina, Museo Regionale
Come avevo accennato in Conversazione Piazza Garibaldi/3, nella chiesa di San Rocco, altrimenti intesa anche di Fundrò, è presente, nella parete di sx, un quadro (foto in alto) a olio su tela di cm 140 x 160, rappresentante la Presentazione al Tempio. «Il dipinto apparterrebbe ad un ignoto pittore della prima metà del XVII secolo di bottega siciliana. L'autore della tela ha potuto probabilmente osservare direttamente l'opera dell'Alibrandi (foto in basso) interpretando in modo alquanto originale il tema trattato dal pittore messinese. Un'ulteriore e suggestiva testimonianza dell'eco prodotta in Sicilia dall'opera del valente pittore messinese. Alcune fonti ottocentesche testimoniano la presenza, all'interno della chiesa di San Rocco, di alcuni pregevoli dipinti legati a nomi di celebri pittori [...]. La copia in esame, insieme ad altri dipinti esposti all'interno della chiesa di San Rocco, faceva parte originariamente della collezione privata del vescovo di Agrigento (all'epoca Girgenti), monsignor Pietro Maria D'Agostino [1756-1835] che, intorno agli anni Venti-Trenta dell'Ottocento, fece dono della sua pregevole raccolta di quadri e disegni, acquistati in parte a Roma, alla congregazione cassinese del Monastero di Fundrò, a cui egli stesso apparteneva. Difatti, le motivazioni di questa ricca donazione sono da ricercarsi nel fatto che monsignor D'Agostino, vescovo di Girgenti, [...], è lo stesso Pietro D'Agostino da Sciacca che fu abate dal 1808 al 1824, menzionato da L. Villari (1988) nell'elenco degli abati della congregazione cassinese del suddetto Monastero. [...] A sostegno del fatto che il quadro di Piazza Armerina facesse parte della collezione privata del Monsignor D'Agostino disponiamo delle dimensioni della tela, 140 x 160 cm, assai più ridotte rispetto ai 452 x 351 cm della grande pala del 1519. Questo confronto dimostra che l'opera seicentesca non sia stata concepita per essere collocata all'interno di un luogo di culto, ma per diventare oggetto di devozione privata. [...] Quasi certamente il dipinto in esame non è di mano di un solo autore, ma è frutto di una collaborazione tra artisti provenienti dalla stessa bottega siciliana. Difatti, osservando le figure che compongono la scena, si rileva da subito la meritevole fattura dei ritratti dei protagonisti del rito [...], facendo emergere per contrasto lo scarso valore delle figure secondarie [...]. [...] Lo studio della pregevole opera dell'Alibrandi ha reso possibile non solo l'individuazione a Piazza Armerina, nella chiesa di San Rocco (Fundrò), del dipinto seicentesco opera di ignoto pittore siciliano (con aiuti e relativi rifacimenti), ma anche [...] a riflessione sull'influenza esercitata da questo valente pittore sul territorio siciliano, fortuna testimoniata dalla presenza in vari luoghi della Sicilia di artisti che hanno reinterpretato la Presentazione al Tempio messinese in maniera personale e originale. Si può conferire a pieno titolo al capolavoro dell'Alibrandi il merito di aver scritto una pagina di grande interesse nella cultura figurativa siciliana del XVI secolo. Messina, Piazza Armerina, Marsala, Taormina, Acireale sono solo alcuni dei centri nei quali tutt'oggi si possono osservare i segni tangibili dell'eco prodotta da questo celebre dipinto, diventato meta di attrazione e punto di riferimento di alcuni abili artisti per un ampio arco di tempo fino al XVII secolo» (Chiara FAUZIA, Echi alibrandeschi nell'entroterra siciliano: la copia seicentesca della Presentazione di Gesù al Tempio di Girolamo Alibrandi nella chiesa di San Rocco (Fundrò) di Piazza Armerina, in Archivio Storico della Sicilia Centro Meridionale, Anni IV-V, N. 8-9, Caltanissetta 2018, pp. 167-214).
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