ExclusiveCentraleSx
ExclusiveCentraleDx

I babalùcci

Oltre e chiàpp'ri in questi giorni è facile trovare ai bordi delle nostre strade un altro "passatempo" culinario dei Piazzesi, I BABALÙCCI (termine derivante dall'arabo babùsch=lumaca). Sì, a Piazza appena inizia l'estate iniziano i concerti musicali, non come prima ntê curt'cchi, ma nei condomini. Oggi, un po' meno di qualche decennio fa, la musica è sempre quella che si fa succhiando gli "strumenti" che altro non sono che gli invetebrati con la roulotte. Questo è il periodo dei babalùceddi (lumachine), poi quello dei babalùcci (lumache più grosse e rigate). Successivamente, alle prime piogge, oltre i babalùcci si raccolgono i crastöi nëri (lumaconi) e l'aìri, cioè chiocciole verdognole e callose da arrostire sul fuoco, ma difficili da digerire se non accompagnate da un buon vinello. Oltre al sistema "musicale", che presuppone il dente (di solito quello incisivo) allenato a fare il buchetto nella parte centrale degli invertebrati, per consentire così il passaggio dell'aria permettendo il famoso risucchio, c'è il sistema "meccanico" con l'uso di un attrezzo acuminato, n'aùgghia, na spìngula o un moderno stuzzicadenti, col quale tirare fuori dalla conchiglia il prelibato invertebrato. Il gusto è fenomenale e, specie col sughetto unna è obl'gatòri 'nzuppè u pangh, anche la melodia ne trae vantaggio. Ma chi li cucina non è tanto d'accordo, perché occorre pulirli bene, perciò ci vuole tempo e pazienza, e come si dice, va a finire sempre ch' ungh spënz a prëa e l'autr s' fött u babalùcc! (che uno alza la pietra e l'altro si fotte il babaluccio!)

cronarmerina.it

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

Torna in alto

Ricerche Storiche

Censimenti

Storia Civile

Storia Ecclesiastica

Curiosità

Come Eravamo