L'altro giorno non mi sono fatto scappare l'occasione di fotografare degli accessori d'arredo di cui si è persa la memoria. Sono quegli oggetti in ferro nella foto in alto indispensabili, sino alla metà del secolo scorso, nelle camere da letto: I TRISPI. Questo termine in dialetto piazzese moderno deriva dalla lingua gallo-italica ad a ciaccësa più antica TRÈS'P'T = TRESPOLO, TRISPITE, CAVALLETTO. Erano indispensabili perché sostenevano le tavole di legno, sostituite in seguito dalle reti metalliche, che a loro volta accoglievano i materassi. Questi di solito erano dei grandi sacchi riempiti di paglia, crine vegetale (ricavato dalla palma nana), pezze di stoffa tagliata a listelle (più indicate però per i cuscini) e, quando c'erano i grài, di lana. I trispi facevano parte del corredo matrimoniale e nel prezzo del mobiliere, che vendeva la camera da letto alla famiglia della sposa, era assodato che fossero compresi. A volte erano comprese anche le tavole, 6 per il letto grande e 3 per il piccolo, di faggio, ma anche d'abìtu se si voleva spendere di meno. La fornitura del crine era monopolio dei forestieri, specie di Sanm'c'lisi (di San Michele di Ganzaria) dove abbondavano le piante di palma nana, e lo vendevano passando per le strade pesandolo cu a statìa. I cavalletti di ferro servivano pure per mettere al sole l'ASTRÀTT (foto in basso), i PÖM'DAMÖR o i PASSULÖI, e alle madri per indicare i loro ragazzi un po' vivaci, appunto TRISPI ! A proposito delle reti metalliche, le prime nel nostro territorio furono quelle ricavate dalle "grelle" lasciate dai soldati americani dopo il 1945. Le grelle erano dei pannelli metallici perforati e componibili che in tempo di guerra venivano usati per ovviare all'insabbiamento dei carri e per approntare campi d'atterraggio di fortuna. Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it