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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Soluz. Aguzzate la vista n. 21/Fontana n. 2

Nella foto in alto c'è la Fontana Sottopontegalleria n. 2 di cui fa parte il mascherone proposto nel quesito Aguzzate la Vista n. 21. Nella foto in mezzo c'è la Fontana Sottopontegalleria n. 1. In quella in basso c'è il sito della Fontana Sottopontegalleria n. 2. Si trovano a pochi metri l'una dall'altra, lungo la via Canale Carmine al Casalotto. Quella in basso è ancora più difficile da individuare perché si trova in un cortiletto appartato in cui ci si deve andare appositamente. Nei tempi passati erano molto conosciute per le fermate dei mezzi di trasporto di allora: muli e asini si dissetavano prima del loro rientro.

Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

1937 - Studente fuori sede/4

Il Vescovo mons. Mario Sturzo (1861-1941)

"Chiudo il periodo piazzese rendendo omaggio a due uomini di valore che operano nella città dei Normanni. Mario Sturzo, il fratello di Luigi, è il vescovo di Piazza Armerina. In rotta con la curia romana per via delle sue ardite pubblicazioni su S. Agostino è in odore di giansenismo. Quando Mussolini si ferma a Piazza per visitare la tomba del generale Cascino (nel 1936), tutte le autorità cittadine sono lì a salutare il capo del fascismo. Mario, impassibile, resta in vescovado e manda il Duce a farsi benedite. Insegna al Magistrale superiore un ventiseienne catanese, professore d'italiano, alto, magro, con i capelli biondi lunghi fino alle spalle e barbetta. Somiglia a Gesù di Nazareth della "rock opera" Jesus Cgrist super star. E' Cannavà, un discendente di Vincenzo bellini. Il fascino della sua parola è senza pari. In Paolo e Francesca, ne Il Conte Ugolino, i suoi alunni, immobili e con gli occhi fissi su di lui, hanno gli occhi pieni di lacrime. Di lui ricordo il discorso d'inaugurazione dell'anno scolastico in una affollatissima aula magna e la commemorazione della morte di D'Annunzio. Egli morirà di grave malattia dopo qualche anno che io ho lasciato Piazza Armerina. Nessuno dei suoi studenti potrà mai dimenticarlo." (continua)

cronarmerina.it

L'icona preziosa

Ieri mattina presso la pinacoteca comunale c'è stata la presentazione dell'ICONA RITROVATA, della quale sino all'altro ieri si è potuta ammirare solo la stampa. Nella breve introduzione il sindaco Carmelo Nigrelli, nell'ultima iniziativa del suo mandato amministrativo, ha voluto ricordare come suo padre, prof. Ignazio Nigrelli, abbia individuato tanti anni fa l'icona tra gli scaffali della Biblioteca Comunale, riconoscendone immediatamente l'enorme valore storico-artistico. L'icona chiamata Madonna col Bambino, dipinta a tempera e olio, rappresenta la Madre della Consolazione e dopo più di un anno di restauro, per le pessime condizioni della tavola di tiglio, effettuato con estrema perizia con tecniche all'avanguardia di alta precisione dal giovane maestro ennese Pier Paolo Tirrito, potrà essere finalmente ammirata. Per oltre un'ora il dirigente della soprintendenza ai Beni Culturali Artistici di Enna arch. Luigi Gattuso e lo storico dell'arte Maria Katja Guida, ci hanno illustrato il capolavoro databile tra la fine del 1400 e l'inizio del 1500, molto probabilmente del pittore cretese Nicola Tzafuris, non riuscendo però a stabilirne l'ubicazione nè la provenienza durante tutti questi secoli. Un altro prezioso pezzo si aggiunge così al lungo elenco di pregevoli opere d'arte della nostra Pinacoteca, sta a noi usufruirne e, come ci ha ricordato la sovrintendente a i BB.CC. di Enna arch. Fulvia Caffo, curarne la manutenzione e la tutela in futuro. Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it      

10^ bis Veduta della Città

Veduta da Sud, fine Ottocento inizio Novecento
Eccovi la stessa 10^ veduta di ieri, con uguale orientamento e periodo, ma un po' più ravvicinata e utilizzata come cartolina postale. Quello che salta subito agli occhi è, per prima cosa, la presenza del grande 2° campanile (della chiesa di S. Domenico) da sx dopo quello di S. Vincenzo, se guardate le foto dei periodi successivi non lo si trova più perchè abbattuto per minaccia di crollo. La seconda osservazione riguarda la gran quantità di case a un piano, al massimo due, in basso al centro. Qui, inoltre, si distingue più nettamente, in basso a dx, la grande vallata che c'era sotto l'odierna via Roma. Questa zona scoscesa faceva ottima guardia sul lato Est dell'antica Città che, inoltre, proprio da questo versante, aveva una delle 7 porte sulla via proveniente dalla Tacura. La porta era chiamata dell'Ospedale, perché qui si ebbero i primi elementari edifici adibiti a ricoveri per i pellegrini e i viandanti, retti dai frati dell'Ordine di S. Giacomo d'Altopascio sin dal XII secolo. La via Roma per l'esposizione a Sud era la più ambita dagli artigiani sino agli anni '60/'70. I più numerosi erano i fornai, i falegnami, i fabbri (ecco perchè si chiamava a f'rraria) e persino qualche fotografo. Approfittavano della luce e del calore del sole, quasi sempre battente sugli edifici, per svolgere la maggior parte delle loro attività fuori dai laboratori sul grande marciapiede. Per rinfrescarsi a pochi passi c'era a funtanèdda da villa sempre a disposizione. L'esposizione, la lunghezza e la larghezza di questa via, a pochi passi da ciàzza Garibaldi, la resero molto idonea allo svolgimento delle fiere-mercati annuali, senza dimenticare l'ottima vista verso û ciangh û t'rr'mòt (il Piano Terremotoo Piano Sant'Ippolito) per godere du iòchu fòcu p' menzaùstu (dei fuochi d'artificio per Ferragosto).
cronarmerina.it
   
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