A circa 7 Km. in linea d'area a Nord-Ovest da Piazza esiste un monte a 670 sul livello del mare. Questo monte è conosciuto come Montagna di Marzo, e non può finire il mese con questo nome, che non se ne parli un po'. Il nome deriverebbe dal Dio Marte o Mamerte protettore dei Mamertini, mercenari di origine campana scesi in Sicilia perché chiamati alcuni decenni prima da Agatocle, tiranno di Siracusa, che vi si stabiliscono intorno al 260 a.C. I Mamertini chiamano la loro città Mamerco in latino Oppidum Mamertium da cui Montagna di Marzo. Nel 212 a.C. i Romani la radono al suolo e oltre otto secoli dopo, tra il 600 e il 700 d.C., in seguito alle incursioni Saracene, la popolazione che abbandona i villaggi aperti vi si rifugia alla ricerca di luoghi fortificati (castra). Al tempo della conquista del conte Ruggero I d'Altavilla la Montagna è popolata da Arabi ed è chiamata Naurcium forma errata di Maurcium, da cui Morcio, Marcio e Marzo. Nel 1296 la ritroviamo come nome di un feudo di proprietà di un certo Rainaldo de Gabriele che ottiene la licenza di costruirvi un fortilizio. Nel 1394 è di proprietà della famiglia de Aidone sino a quando Elisabetta de Aidone, vedova de Gaffori, non si sposa nel 1516 in seconde nozze con Giovanni Matteo Trigona, capostipite dei Trigona di Piazza. Concludo con alcune parole tratte da "Notizie sul sito" di Sebi Arena: La popolazione di Piazza Armerina, a memoria d'uomo, ha sempre favoleggiato sulle ricchezze di Montagna di Marzo, che denomina volgarmente "a muntagna a cucca". In dialetto piazzese la cucca è la civetta, intendendo così ricordare che su quella montagna nidificano le civette e dove venivano rinvenute monete su cui è riprodotto un rapace che azzanna una serpe.