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Gaetano Masuzzo

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La via Francigena 2 / Altopascio

 
Altopascio (prov. Lucca)
 
Ed è proprio seguendo la vocazione di "faro" per i viandanti che fu realizzata la prima Smarrita, la campana dell'ospedale di Altopascio in Toscana, la cui fama fu tale da battezzare col proprio nome tutte le campane disseminate lungo la via dei pellegrini. Altopascio è una località attraversata dalla via Francigena che, proveniente da Lucca, taglia il parco della Sibolla e prosegue verso sud per i boschi delle Cerbaie. E' una zona particolarmente accidentata, circondata da aree palustri molto estese; in più, all'epoca, ciò che non era invaso dall'acqua era ricoperto di fitti boschi, per giunta infestati dai briganti. Insomma, al viandante che giungeva in quei luoghi si parava di fronte lo spettacolo di una sorta di selva dantesca. Per soccorrere gli sventurati che si arrischiavano per questa via, ed erano molti, fu fondato nella seconda metà dell'XI secolo la Domus hospitalis Sancti Jacobi de Altopassu, un ospizio che doveva costituire una tregua dalle ostilità del paesaggio circostante. La struttura, più volte ampliata e potenziata, era protetta da una possente cortina muraria ed era munita di un'alta torre (nella foto) con la famosa campana che aveva il compito di guidare i pellegrini attraverso le pericolose paludi della zona: dopo il tramonto essa suonava per circa un'ora, e se la notte era particolarmente tetra, sul terrazzo della torre veniva acceso un fuoco, che diventava per i viandanti, sorpresi dal buio, un indispensabile punto di riferimento. All'orgine della smarrita c'è una leggenda secondo la quale una fanciulla che si era avventurata da sola nelle zone paludose si perdette e non fece più ritorno a casa. Da allora tutte le sere, al tramonto, la campana di Altopascio suonava per richiamare la ragazza scomparsa, e sebbene non sia riuscita a ricondurre a casa la sventurata, il suo richiamo, udito a chilometri di distanza, ha salvato un numero considerevole di pellegrini. Questi, approdati alle sicure mura dell'ospedale, ricevevano, oltre al letto, cibo e ospitalità. Non dimentichiamo che fin da epoca molto antica in area sia mediterranea che nordeuropea esisteva tutta una tradizione di "sacralità" del viandante; le leggende pullulano di cattivi ospiti puniti dalle divinità, e della consapevolezza del dovere di offrire aiuto e soccorso ai viandanti si coglie eco anche nel Vangelo. A tale scopo, nell'Ospedale di Altopascio bolliva sempre quel gran pentolone di minestra che sarà immortalato da Boccaccio nella novella di Frate Cipolla, che descrive il cappuccio di Guccio Porco, il servo del protagonista, con "tanto untume che avrebbe condito il calderon d'Altopascio". Di tutto ciò reca testimonianza la Smarrita: è un simbolo potente, il richiamo di un'epoca in cui le campane scandiscono la percezione del tempo e segnano lo scorrere quotidiano di un mondo legato ai ritmi naturali della terra e in cui le notti, luoghi sinistri in cui le paure si amplificavano, erano davvero nere come il peccato. (tratto da G. Staffa, 101 Storie sul Medioevo, Newton Compton Editori, 2012) (continua)
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

La via Francigena 1 / La Smarrita

 
La via Francigena

  La Smarrita

1600 chilometri, 33 città, 79 tappe religiose: questa è la carta d'identità della via Francigena¹, la spina dorsale dell'Europa, una strada lungo la quale, per centinaia di anni, torme di pellegrini hanno caracollato alla volta dei luoghi sacri della cristianità. Il tracciato, disegnato nel 990 dall'arcivescovo Sigerico e ricostruito dalle note del viaggio che intraprese alla volta della Città Eterna, univa Canterbury a Roma e si snodava in un percorso che attraversava ogni tipo di territorio, valle, palude, bosco o valico montano che fosse. Non deve essere stato semplice per i viandanti avventurarsi per quel sentiero e affrontare le asperità del viaggio, per cui, supponiamo, sia stata necessaria una forte dose di temerarietà e, soprattutto, una fiducia incondizionata nella Provvidenza. Tale fiducia sarà stata messa a dura prova in più di un'occasione, soprattutto quando le tenebre coglievano il pellegrino ramingo sulla via, magari in luoghi poco salubri e in cui l'orientamento era reso difficoltoso dalla natura ostile del paesaggio. Per tacere della minaccia rappresentata da viandanti di diverse inclinazioni, che bazzicavano quelle stesse lande animati da uno spirito non propriamente caritatevole. In siffatti frangenti la Provvidenza era aiutata da strumenti un po' più prosaici, sulla validità dei quali i pellegrini non devono aver storto il naso. E' il caso della Smarrita, la campana che al calar della sera o nelle giornate nebbiose lanciava rintocchi per richiamare a un luogo sicuro coloro che ancora si attardavano per la via. Il suo suono rivelava ineluttabilmente la  presenza nelle vicinanze di un ostello o di un ospizio, a cui si associava la promessa di un pasto caldo e di un rifugio per la notte. Ai pellegrini, l'eco di quel rintocco deve aver suscitato lo stesso conforto che prova il naufrago nello scorgere la luce di un faro in una notte tempestosa. E' proprio questo lo spirito che si coglie leggendo l'iscrizione incisa in uno degli esemplari giunti sino a noi: Audiet incertus trepidus signa viator gressuque erratos corriget ipse suos = il viandante confuso e trepidante sentirà i miei rintocchi e da solo potrà correggere i suoi passi sbagliati. (tratto da G. Staffa, 101 Storie sul Medioevo, Newton Compton Editori, 2012)

¹ Era chiamata così perché i pellegrini provenivano soprattutto dalla Terra dei Franchi valicando le Alpi dalla Val di Susa. Era chiamata anche Francisca o Romea (perché portava a Roma).

(continua)

cronarmerina.it

Scapo-lamenti

George Clooney, famoso scapolo di 52 anni
Massì, innalziamolo il livello artistico di sto blog! Lo so, ca è già iautu, ma si l'artizza è menza biddizza, si pò sempri pruvari a scuncicari l'autra menza. E se alla menza latata dell'innalzamento poetico-sentimental-cultural-passionale ci penza già una combriccola di validi poeti, io provo a innalzar la menza demenziale e sorridente. E non so se mi sono capito! 
Giòmetrico
 
<<< dedicata a tutti gli "sfortunati" scapoloni, come quello nella foto >>>
 
Addiu, Lucì
 
T'aiu a lassari e sugnu signurinu,
fiùriti nzammà furra spusatu.
Si già mi susu a stentu, ogni matinu,
spusatu furra tunnu cunzumatu,
pi quantupoi, a via di trallalleri,
chiù cunzumata furra me' mugghieri.
 
Eh sì, la cammurria matrimuniali
è cosa certa e certu risaputa
ma chista mia, ca mai misi fadali,
è libertà tanticchia scunchiuduta
ca quannu appoi mi curcu e calu schinu
m'abbrazzu sempri e sulu co' cuscinu.
 
Ma poi m'addormo e tuttu allura sfuma,
sulità, santità, Luciedda cara,
pirchì la cunvivenza appoi cunzuma
e u picca duci sbùmmica all'amara,
mentri la nostra, singula e perfetta,
è la valenza di la vita schetta.
 
E allura addiu ti dissi, oh mia Lucia,
è camurria ca nun s'ammisca, chista.
Si' camurria buttana accomu sia
fa d'ogni cunvivenza malavista
nui nni salvamu, beddi e sularini
cu li manu vacanti e l'occhi chini.
 
Ognunu assicutannu fantasia
ognunu rancurannu abbuttamenti
ma cu scienza e cuscienza ca sta via
salva fìcatu e cori e sintimenti.
E chiddu ca putiva e ca non fu
è "quello che non colsi". U megghiuecchiù.
 
Giòmetrico
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