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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Famiglia Cammarata

Di rosso alla banda d'argento accompagnata da due gigli d'argento
Il nome della famiglia Cammarata deriva probabilmente dal greco bizantino Kàmara = stanza a volta o grotta, e potrebbe essere nato per indicare la zona di provenienza dopo un trasferimento spontaneo o forzoso. La città di provenienza potrebbe essere quella dell'antica Erbesso, situata nell'odierna Montagna di Marzo. Infatti, il nome Erbesso deriverebbe da erebos sinonino di "grotta", tanto che Alceste Roccella nel 1882, scriveva Il castello di Ghiran e delle Grotte estolleasi sulla vetta di Monte di Marzo. Gli arabi appellarono quel Municipio, a causa delle grotte, il paese delle 40 grotte o le Grotte di Karkun. 
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Nel 1282 Anastasio de Cammarata è il primo della famiglia Cammarata e lo troviamo tra i 101 nominativi di militi e/o nobili presenti nel vasto territorio di Plasia. Facendo un salto di 300 anni nel 1560 registriamo Gregorio da Cammarata (?) Abbate del monastero di S. Maria di Fundrò. Dopo due secoli, nel 1781, nasce Domenico Cammarata* che, al dire di Alceste Roccella, fu "amatissimo della terra natale e profondo conoscitore delle cose patrie." Nel 1817 Domenico insieme ad altri concittadini fonda una "vendita" della Carboneria ma, scoperto, fugge a Messina. Gli anni successivi, pur essendo un rivoluzionario-antiborbonico, viene sempre eletto dai Piazzesi Decurione (consigliere comunale) e nel 1837, al tempo dell'epidemia colerica, di notte, rischiando l'arresto, si porta nei vicini Comuni per acquistare grano per la povera gente piazzese. Sempre nel 1837 fa parte della commissione comunale per la scelta di un terreno idoneo per cimitero e nel 1839 di quella per attuare una Biblioteca Comunale alla quale dona i primi libri, pubblicando, nel frattempo, importanti articoli sulla Storia di Piazza. Nel 1848 contribuisce al prestito al Parlamento Siciliano in vista della guerra contro i Borboni. Nel 1861 dal Governo Sabaudo è prescelto quale direttore provvisorio delle Nuove Scuole di Piazza (ginnasio e scuola tecnica) e nello stesso anno propone la specifica "Armerina" da aggiungere a "Piazza". Domenico Cammarata muore nel 1865 e il Consiglio Comunale del tempo pone il suo ritratto nel salone senatoriale del Palazzo di Città. Nel 1848 Callisto Cammarata è tra gli 847 componenti rivoluzionari della Guardia Nazionale di Piazza. Nel 1860 Modestino Cammarata è tenuto sotto stretta sorveglianza dai Borboni. Nel 1861 e nel 1865 Federico Cammarata è Assessore della Giunta Comunale. Gaetano Masuzzo/cronarmerina

*Il notaio Remigio Roccella (1829-1916) "u patri da ciaccësa poesìa" gli dedica questo sonetto:

 
Cammarata cu fu? Fu 'ncr'stiàngh
seriu, dott, nurà, fingh e sàvù;
fu u ciu rann e fomös paisangh
e d' tutti i Ciaccësi u patri fu.
 
Ggh'è u so r'tratt ch' par de Raffièu
ed è p'zzà na sala Comunau.
Quann ggh'annè, dd'vev'ggh u capèu!
 
(tratto da L. Villari, Cittadini Illustri, Commemorazioni Dattiloscritte, P. Armerina, 1996)

Fontana Villa delle Meraviglie/n. 25

 
 
Altra fontana della Villa delle Meraviglie. Ha un perimetro ottagonale ed è molto più antica della precedente n. 24, che è situata a qualche metro di distanza. Tutte le fontane, in mezzo al verde, rendono il sito molto fresco e accogliente anche in estate, quando la zona del Casale è tra le più calde, perché a Meridione rispetto al centro abitato vero e proprio.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina

Na rosa cìncu lìri

 
"Per dimostrare quanto la figura di Carmelo Procaccianti (p'rp'töngh) sia entrata nell'immaginario collettivo, senza escludere i giovani, circa due anni fa i "Taverna Umberto I" hanno musicato con bravura, un mio testo in dialetto siciliano, ispirato proprio a lui, dal titolo Na rosa cìncu lìri."  
Lucia Todaro
 
Na rosa cìncu lìri
 
Nuddu sapiva qual era lu so nomu.
D'unna viniva e quannu era nasciutu.
Estati e nvernu lu stissu era vistutu
firriava comu un gattu di iurnata.
 
Capiddi e barba longhi e mpidugghiati
scarpi di pilu e pezzi nturciniati.
Lannetti arruginuti pi sarvari
tozzi ammuffuti di pani pi mangiari.
 
Rit.: E li carusi vidennilu a passari... lentu lentu
ballannu appressu, lu facivanu nesciri di sentimentu.
E a smaccu s'ammuciavanu darreri ê cantuneri
gridannu forti forti "na rosa cincu liri!"
gridannu forti forti "na rosa cincu liri!"
 
A sentiri sta vuci iddu arraggiava
ma nuddu lu capiva chi diceva. 
Paroli di misteru e di cunnanna,
di sdegnu e ribellioni la chiù ranna.
 
Pigghiava petri e all'aria li ittava,
comu un ciclopu ca nenti chiù vidiva.
Cussà cu era ca tissiva la sorti,
ca ci faciva patiri sti torti.
 
Rit.: Quannu spingeva l'occhi pi fissari
a chiddu ca lu stava a taliari
pariva di l'Olimpu un diu anticu
pirchì di tutti... era amicu e nimicu...
pirchì di tutti... era amicu e nimicu...
 
Durmiva sutta n saccu â galleria
ittàtu tutta a vita a strania.
Faciva l'umbra ma umbra nun era
e lu capimmu quannu chiù nun c'era.
 
Chiù sulu fu u paisi senza iddu.
Fu comu si sparisci un picciriddu
 e ancora oggi nun si po capiri.
chi voli diri 'na rosa cìncu lìri'
chi voli diri 'na rosa cìncu lìri'.
 
Lucia Todaro 
 
cronarmerina.it

IV edizione libro del Villari

 
 

  Domani, venerdì 27 dicembre, alle ore 18:00 presso il Museo Diocesano, sarà presentata la IV edizione del libro su Piazza Armerina del gen.le Litterio Villari. Io, che a forza di consultarla, ho consumato la II edizione del 1981, posso dire che è l'evento dell'anno che sta per finire. Questo è un libro che dovrebbe trovarsi in ogni casa, in ogni famiglia piazzese, non per far bella mostra sugli scaffali delle librerie, ma per essere letto, consultato e studiato. Le migliaia di notizie sulla storia dei nostri antenati, contenute nella precedente edizione, mi hanno permesso di scrivere il mio volume "Cronologia" e di ricostruire il 99% delle ricerche storiche che Vi ho proposto e Vi proporrò su queste pagine. Mai finirò di ringraziare lo storico Litterio Villari, per averci lasciato i suoi studi e il suoi lavori che ci hanno aperto gli occhi sulla nostra Città, come nessuno aveva fatto sino ai nostri giorni. Gaetano Masuzzo/cronarmerina       

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