Conventi Francescani sfortunati/2
Il convento di S. Maria di Gesù oggi |
Il convento di S. Pietro oggi |
Questo rifiorire induce tanti nobili della Città a elargire fondi per l'abbellimento delle chiese e l'ampliamento dei chiostri e degli edifici dei due conventi. Per quella di S. Pietro la partecipazione è tale che nel giro di pochi anni ben otto famiglie nobili vi costruiscono artistiche cappelle ed eleganti sarcofaghi, specialmente dopo che il viceré Emanuele Filiberto di Savoia dichiara il convento e la chiesa di sua proprietà e sotto la sua diretta protezione nel 1624. A dare maggior lustro ci pensano le prestigiose e fornitissime biblioteche dei due conventi. Così dotate di volumi prezioni e unici, da essere oggetto di frequenti manomissioni e sottrazioni. Tutto ciò obbliga un frate a partire alla volta di Roma, affinché il Papa emani una Bolla Pontificia apposita, da esporre sulle porte delle biblioteche per intimare ai trasgressori religiosi e laici l'eliminazione dalla voce in capitolo e, persino, la scomunica¹. Per oltre due secoli i due conventi ospitano in media dai 20 ai 30 frati ciascuno, sino alla loro espulsione che avviene tra il 1866 e il 1870. I frati allora vengono trasferiti presso la Curia Vescovile o presso altre parrocchie, l'edificio del convento di S. Pietro passa al Municipio che lo adibisce a caserma militare, la selva diventa giardino comunale e la biblioteca (almeno ciò che rimane dell'incendio nel 1846) contribuisce in maniera importante a formare quella comunale. Il romitorio di S. Maria di Gesù si va spopolando anno dopo anno e nel 1883 risulta quasi completamente disabitato. La selva accanto è trasformata parte in cimitero e parte in orto per i pochi frati e laici che ci vivono, sino al definitivo abbandono nel 1934. Da allora i due conventi cadono nell'oblio più totale e in quello di S. Maria di Gesù ciò avviene anche per la chiesa, con i risultati di cui sopra. Nonostante questo criminale abbandono, la chiesa di S. Maria di Gesù nel 2004 continua a stupirci donandoci, grazie all'intuzione del noto critico d'arte Vittorio Sgarbi, l'affresco della Madonna col Bambino in trono (oggi visibile nella Pinacoteca Comunale di via Monte) risalente alla prima metà del Quattrocento e che lo stesso critico definisce "uno dei più alti esempi di arte pittorica del 1400 in Sicilia". E come se non bastasse, nell'ottobre scorso, si scopre che è proprio nella chiesa di c/da Rambaldo che è seppellito uno dei "tanti" frati Beati morti in odor di santità, di cui ho trovato preciso riscontro nel libro del Settecento che raccoglie le leggende dei Francescani². Pertanto, ben venga il restauro del convento di S. Pietro accennato l'altro ieri, perché sicuramente questo avvenimento positivo dell'uno influirà sull'altro: se vite parallele devono essere, che lo siano nel male ma anche nel bene... almeno speriamo !
¹ Per approfondire leggere L'epigrafe della biblioteca di Piazza
² Per approfondire leggere su questo blog la Vita del Beato frat'Innocenzo Milazzo dall'11 ottobre 2013 in poi.
cronarmerina.it