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La grande lapide a San Martino In evidenza

Lapide sul pavimento all'ingresso della chiesa di San Martino di Tours, Piazza Armerina

Chiesa di San Martino di Tours, XII sec., Piazza Armerina

Nell’ultima mia visita, dell’11 novembre scorso, alla chiesa di San Martino di Tours della nostra Città, ho rivisto e rifotografato la lapide nella foto in alto. Questa volta ho provato a capire di cosa si tratta. Siamo nel 1589¹, la nostra città, chiamata oltre che Platia anche Plaza, da settant’anni porta il titolo di Civitas Opulentissima (Città Ricchissima) ottenendo il privilegio di accollare lo stemma comunale all’aquila nera della Casa reale d’Aragona. Ma l’opulenza non ripara la comunità dalle continue epidemie di peste delle quali, dai primi decenni del secolo, ve ne sono state ben sette, causando ogni volta migliaia di vittime, nonostante le misure adottate dai vari medici, uno fra tutti il protomedico del Regno, il piazzese Antonio Pirro morto a Palermo nel 1532. Tra le misure adottate c’è anche quella ignorante, superstiziosa e sbrigativa di dare alle fiamme tutto quello che capita, comprese le carte dei vari archivi, come nel 1575, quando vengono distrutti secoli di notizie sui nostri antenati. Anche le carestie, quasi sempre conseguenti alle cicliche siccità, hanno provocato tanti morti e in Sicilia, negli ultimi cinque anni, sono stati ben 250.000. Tutto ciò, però, non rallenta l’incremento della popolazione a Piazza, che raggiunge oltre i 16.000 abitanti, quasi tutti situati nell’antico quartiere, o meglio, negli antichi quartieri, che formano la città murata². Uno di questi è quello che dal XIII secolo si è venuto a formare attorno a quella che si ritiene la prima chiesa della città, distrutta nel 1161 e ricostruita nei decenni successivi non per volontà dei Normanni, come la tradizione ci aveva tramandato, bensì per quella degli Aleramici. È la chiesa di San Martino di Tours (foto in basso) che dà, appunto, il nome al quartiere che vi gravita intorno. La chiesa è anche la sede della numerosa Confraternita di Santa Maria della Carità, formata da Sacerdoti e Artigiani, sotto il titolo dei Defunti. Ed eccoci arrivati alla nostra lapide, l’unica rimasta delle tante che dovevano esserci, ma andate perdute nei vari restauri, rimaneggiamenti e ristrutturazioni deleteri. Con la lapide il Priore, che è il responsabile e rappresentante della confraternita che si riunisce nella chiesa, vuole ricordare il benefattore che si è prodigato nell’aiutare i parrocchiani meno fortunati, probabilmente durante l'ultima epidemia. Il priore pro-tempore è il nobile Andrea D’Assaro, sicuramente un parente stretto di Laura de Assaro, moglie del barone Marco Trigona, e del padre, il medico e matematico Giovanni Francesco de Assaro. Il D’Assaro fa scolpire e murare sullo scalino d’ingresso alla chiesa, per essere sotto gli occhi di tutti i fedeli quando varcheranno l’entrata nei secoli a venire, il nome del benefattore, Antonino Spalletta³, piazzese appartenente alla nobile famiglia Spalletta o Espelletti4 che «essendo molto pietoso» dona nel 1589 la somma di 100 onze5 alla parrocchia di San Martino6. La traduzione completa è la seguente «IL PRIORE ANDREA D’ASSARO PROVVEDE [a porre questa lapide per ricordare] LA GENEROSITÀ DI ANTONINO SPALETA E LO ZELO [mostrato nell'impiego della somma] DEI PADRI CAPPELLANI DON FRANCESCO TALERI E FRANCESCO BONCORE». Con questa spiegazione ho cercato di collocare la lapide in un preciso periodo storico della nostra comunità, cercando, soprattutto, di dare nuovo lustro a dei concittadini di ben quattro secoli fa.   

¹ Cf. Alceste Roccella, Storia di Piazza, vol. Famiglie nobili, ms. inedito, XIX secolo, s.v. Espelletti o Spalletta.

² Nel Cinquecento i quartieri erano quelli di San Martino, della SS. Trinità, della Castellina, di San Giovanni Battista e di Santa Maria dell’Itria.

³ Di Antonino Spalletta risultano anche due legati di maritaggio annuali per le orfane piazzesi (cf. Alceste Roccella, Storia di Piazza, vol. Uomini Illustri, ms. inedito, XIX sec.).  

4 Cf. A. Roccella, Storia di Piazza, vol. Famiglie nobili, cit., s.v. Espelletti o Spalletta.

5 Sarebbero € 14.000 ca. di oggi.

6 Cf. A. Roccella, Storia di Piazza, vol. Famiglie nobili, cit., s.v. Espelletti o Spalletta.

cronarmerina.it

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