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Ammiraglio La Marca/2

L'ammiraglio Giuseppe La Marca¹ (1905-1989)  
2^ parte
 
Dopo due anni, il La Marca si trasferisce a Napoli per frequentare il Politecnico e nel 1931, quando è già allievo presso la Scuola Marittima di La Spezia, si laurea in ingegneria civile e poco dopo è ammesso al corso di Allievi Ufficiali delle Armi Navali di Livorno. Congedatosi da Sottotenente nel 1932, si abilita nella libera professione di ingegnere e a Catania viene assunto dalla Società Generale Elettrica della Sicilia. Nel 1935 è richiamato alle armi per lo scoppio della guerra italo-etiopica. Dal 1936 al 1939 è nominato Vice-Federale dei Fasci di Catania e il 23 aprile, richiamato alle armi, è destinato alla Direzione Armi Subacquee di La Spezia, dove fa parte dell'equipe che progetta e costruisce i famosi mezzi d'assalto della Marina Militare, i barchini e i maiali. Tali progetti gli valgono la promozione a Capitano nel 1940. Non essendo destinato agli equipaggi dei mezzi d'assalto, viene trasferito a Tobruck, in Cirenaica. In seguito a bombardamenti nemici, prima va a Derna e poi a Tripoli. Al seguito dell'Africa Corps tedesco, copre l'incarico di Capo Servizi Armi Navali per "approntare opere di difesa e di offesa là dove più immediata si presentava l'insidia del nemico" che gli valgono due croci di guerra al Valor Militare nel 1941. Poco dopo essere stato ferito leggermente, deve sopportare una forma di ameba histolitica (malattia tropicale), pertanto rimpatria a Taranto per essere curato e subito dopo ritorna a Tobruck, ma deve ritornare per essere curato meglio a Roma dove rimane anche dopo l'8 settembre 1943. Sbandatosi, resta nella città di Roma occupata dai Tedeschi, senza cooperare con la nascente Repubblica di Salò. (tratto da L. Villari, Giuliano, La Marca, Roccella, Medaglie d'Oro Piazzesi, Commemorazioni dattiloscritte, P. Armerina, 1996)
 
 
 
cronarmerina.it

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