Chi vince e chi perde? 4 e ultimo In evidenza
Parte 4^ e ultima
(dalla Parte 3^) È un’idea consolidata che al termine dei conflitti militari tra nazioni e, nelle stesse nazioni tra connazionali, la storia con la esse minuscola o maiuscola venga scritta da chi ha avuto la meglio, se di "meglio” si può parlare quando i morti da ambo le parti, accatastati l’uno sull’altro, raggiungono l’altezza di colline se non di montagne. La stessa cosa è stata fatta nella nostra Italia, per esempio quando i Piemontesi sono venuti a “liberarci” nel 1860 o quando si è concluso il secondo conflitto mondiale nel 1945. Ma penso che dopo settant’anni si possa benissimo toccare l’argomento che il titolo del libro di Giampaolo Pansa Il sangue dei vinti rende esplicito. Dopo vent’anni di governo fascista e dopo tre anni di guerra, che videro gli italiani a fianco dei Tedeschi combattere contro gli Alleati, l’8 settembre del 1943 il re Vittorio Emanuele III firmò segretamente un armistizio con gli Alleati a Cassibile (Siracusa) e, di conseguenza, da un giorno all’altro, coloro che erano stati nemici divennero amici, gli amici si trasformarono in nemici. Adesso, con le varie esperienze alle quali i nostri politici ci hanno abituato, può sembrare “normale” una tale inversione a U, ma chi aveva vissuto per oltre due decenni sotto l’influenza di un movimento a carattere nazionalista, autoritario, totalitario, rivoluzionario e reazionario, il minimo che possa aver provato è un senso di smarrimento e confusione. In mezzo a questo vero e proprio marasma, l’italiano fu costretto coscientemente, ma il più delle volte incoscientemente, a scegliere da che parte stare. Rimanere fedele, costi quel che costi, agli ideali fascisti avuti inculcati sin dalla tenera età, o saltare sul nuovo carro (specialità questa in cui ci siamo distinti da secoli) che ci sembra più confortevole e, soprattutto, vincente? Infatti, la mattina del 9 settembre di quell’anno, migliaia e migliaia di soldati, e anche civili, non seppero che fare: continuare a combattere con gli ex alleati (i Tedeschi) contro gli ex nemici (gli Anglo-Americani), o combattere a fianco dei nuovi alleati (gli Anglo-Americani) contro gli ex amici (i Tedeschi)? Fu in quel momento che come nel Medioevo, milioni di connazionali si divisero non solo militarmente, in due fazioni, i Guelfi e i Ghibellini di una volta, ovviamente con le differenze del caso e del periodo. Parte degli Italiani ritennero di opporsi al nazifascismo conducendo una guerra di liberazione dando vita alla Resistenza Partigiana, altri decisero di far parte della Repubblica Sociale Italiana, al fine di governare i territori italiani rimasti sotto controllo militare dei Tedeschi, il tutto racchiuso in tre parole orribili, “guerra civile e fratricida”. Tutto ebbe fine dopo 19 mesi, nell’aprile del 1945, con la resa incondizionata di Caserta con la quale si sanciva la definitiva sconfitta delle forze armate nazifasciste in Italia. Ebbe fine per modo di dire. Per tanti, invece, si apriva la “resa dei conti” che per quanto comprensibile per le atrocità e le violenze gratuite perpetrate da tedeschi e italiani verso la popolazione civile, racchiude sempre il pericolo dell’applicazione di una giustizia sommaria, facendo di tutta l’erba "un fascio”, anche per paura che i fascisti violenti potessero cavarsela rapidamente, come in effetti avvenne per molti gerarchi che si riciclarono nei nuovi partiti politici. Nel suo libro Gianpaolo Pansa scrive «Dopo tante pagine scritte, anche da me, sulla Resistenza e sulle atrocità compiute dai tedeschi e dai fascisti, mi è sembrato giusto far vedere l’altra faccia della medaglia. Ossia quel che accadde ai fascisti dopo il crollo della Repubblica sociale italiana, che cosa patirono, le violenze e gli assassinii di cui furono vittime. In tutte le guerre, e specialmente nelle guerre civili, chi perde paga… Se scruto dentro di me, m’accorgo che sono diventato meno manicheo. Prima ero incline a dividere il mondo in amici e nemici. E a distinguere con intransigenza il bene dal male. A proposito della guerra civile, il bene era la Resistenza, il male i fascisti. Oggi non sono più sicuro di questa spartizione netta. Parlo della storia delle persone, naturalmente. Non della grande storia, ossia dello scontro fra democrazia e totalitarismo».
Dopo la lunga ma doverosa introduzione, eccovi l’elenco dei Caduti piazzesi della Repubblica Sociale Italiana tratto dall’elenco segnalatomi e che si trova sul sito «L’ALTRA VERITÀ- Gruppo di Ricerca Storica - Elenco Caduti RSI aggiornato e scaricabile in Pdf - Elenco “Livio Valentini” aggiornato al Dicembre 2014». In esso sono elencati oltre ai nomi dei Caduti e Dispersi delle Forze Armate, delle Organizzazioni Statali della Repubblica Sociale Italiana (RSI) e del Partito Fascista Repubblicano (PFR), anche nominativi di quei civili che, pur non avendo una precisa qualifica politica, risultano soppressi da forze partigiane per motivi che vanno dal politico al criminale o comunque in odio al Fascismo. Scorrendo l’elenco con circa 47.000 nominativi si trovano dei piazzesi, 12 per l’esattezza, di cui nessuno ha mai parlato. Eccoveli:
1. Pag. 230/1181, CARBONE Salvatore, Grado: Civile, Arma o Corpo: Partito Fascista Repubblicano, Professione: Ingegnere/dirigente alla FIAT di Torino, di Giuseppe nato a Piazza Armerina (Enna) l’11/10/1897, residente a Torino dal 1919, domiciliato in piazza Madama Cristina 2/bis. Prelevato il 3/5/1945 da partigiani sconosciuti dalla sua abitazione fu trascinato sopra un'automobile. Il cadavere fu rinvenuto lo stesso giorno in via S. Quintino angolo Corso Galileo Ferraris. "Gerarca giustiziato" secondo un rapporto del 3 maggio 1945 della polizia partigiana dei GAP. Fu sepolto il 6 maggio nel campo F del cimitero Generale di Torino tomba n. 419. La morte fu denunciata dal Cimitero generale allo Stato Civile il 18/5/1945, traslato dal campo F, ora è sepolto sempre nel cimitero monumentale di Torino presso l'Ampliazione 7 Campo I-Cripte Unif. Cellette Cripta Unifamigliare.
2. Pag. 313/1181, CONTI Edoardo, Grado: Capo di 3^ Classe (Ruolo dei Marescialli Sottufficiali Marina Militare), Arma o Corpo: X MAS, Reparto: Battaglione Nuotatori Paracadutisti, di Saverio nato a Piazza Armerina (Enna) il 14/9/1901, Caduto il 7/2/1945 a Peschiera (Verona).
3. Pag. 407/1181, DRAGOTTA Francesco, Grado: Milite, Arma o Corpo: Guardia Nazionale Repubblicana, Reparto: Milizia Difesa Territoriale-Ferroviaria, di Giuseppe nato a Piazza Armerina (Enna) il 6/9/1913, Caduto il 20/11/1944 presso la linea ferroviaria Divaccia-Sesana (Trieste).
4. Pag. 438/1181, FERRANTE Concetto Guglielmo, Grado: 2° Capo Guardia, Arma o Corpo: Polizia Repubblicana, Questura di Trieste, di Giulio nato a Piazza Armerina (Enna) il 24/9/1916, Disperso il 13/5/1945 a Trieste.
5. Pag. 487/1181, GAGLIANO Salvatore, Grado: Soldato, Arma o Corpo: Esercito Nazionale Repubblicano della Repubblica Sociale Italiana, Reparto: Terr. 3^ Cp. San., di Gaetano nato a Piazza Armerina (Enna) il 15/2/1924, Morto in incidente per annegamento il 18/5/1944 a Pavia.
6. Pag. 718/1181, MILAZZO Matteo, Grado:Tenente, Arma o Corpo: Forze Armate Repubblicane, di Giuseppe nato a Piazza Armerina (Enna) di anni 56 ivi residente, Caduto il 7/8/1945 a Vicenza.
7. Pag. 809/1181, PARASOLE Santo Mario (chiamato "Santi" nell'elenco del prof. Nigrelli riportato nella 1^ Parte) Grado: Finanziere, Arma o Corpo: Guardia di Finanza Repubblicana, Reparto: 3^ Legione, di Benedetto nato a Piazza Armerina (Enna) di anni 39 residente a Mantova, deceduto per malattia l’11/12/1944 a Como.
8. Pag. 811/1181, PARISI Carmelo, Grado: Squadrista, Arma o Corpo: 12^ Brigate Nere Augusto Felisari, Organizzazione Politica: Partito Fascista Repubblicano, nato a Piazza Armerina (Enna) il 27/1/1897, Fucilato l’1/5/1945 a Cremona.
9. Pag. 897/1181, QUINTO Guglielmo, Grado: Civile, di Filippo nato Piazza armerina (Enna) di anni 23, Fucilato il 18/8/1944 presso il bosco di Rezzo (Imperia).
10. Pag. 1001/1181, SCHEMBRA Domenico, Grado: Guardia, Arma o Corpo: Polizia Repubblicana, di Cristoforo nato Piazza Armerina (Enna) di anni 27, Fucilato il 13/10/1944 a Carpasio (Imperia).
11. Pag. 1040/1181, SPECIALE Gaetano, Grado: Caporale, Arma o Corpo: 1^ Divisione Bersaglieri Italia, di Carmelo nato Piazza Armerina (Enna) il 5/11/1922, Disperso il 30/9/1944 a Heuberg (Germania).
12. Pag. 1070/1181, TERMINI Ernesto, Grado: Maresciallo, Arma o Corpo: Guardia Nazionale Repubblicana, Reparto: CP.VC.-604^, Fucilato il 16/5/1945 a Varallo-Roccapietra (Vercelli), seppellito presso il cimitero di Piazza Armerina.
RIEPILOGANDO, IL TOTALE COMPLESSIVO DEI CADUTI PIAZZESI DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE FU:
62 libro Nigrelli+1 agg. succ. né libro né lapide+71 libro Nigrelli+4 no libro sì lapide+2 né libro né lapide+1 partigiano+11 RSI=152.
cronarmerina.it
Commenti
Sopraggiungevano poi i numerosi parenti dei personaggi citati nell’ultimo post (“chi vince e chi perde”) i quali chiedevano più spazio a disposizione visto che, a causa dei loro numerosi interventi, delle mail, degli SMS, ecc. il sito era completamente intasato.
Stamattina mi sono svegliato completamente sudato e prometto che mai più abbinerò per cena “cozze alla marinara, caciucco alla livornese, frittura mista, cannoli siciliani ed anguria con vino rosso”. Mai più, mai più. Sogni di questo tipo fanno stare veramente male!!!
A questi due esimi rappresentanti del nostro Popolo si era aggiunto anche l’Assessore al Turismo il quale aveva notato che, grazie alle attività di questo sito, erano aumentati notevolmente i turisti a Piazza tanto che già si parlava di introdurre il “Numero chiuso” prendendo spunto da quanto sta per succedere a Venezia. L’altra proposta del nostro tanto amato Assessore era di bloccare le centinaia di pullman che arrivano ogni giorno, alla Bellia, e poi trasferire i turisti, a piedi, a marce forzate, fino ai mosaici ed alla Cattedrale (così imparano a venire a disturbare chi ha bisogno di pace e serenità!).
Stanotte ho sognato che il sindaco di Piazza Armerina scriveva sul sito il suo ennesimo post di commento e ringraziamento per il gran lavoro del Prof. Masuzzo.
Ho sognato che l’Assessore alla Cultura, vera fucina di idee ed attività della città, anche lui facesse a gara con il suo sindaco nel ringraziare per il censimento delle edicole votive, delle fontane e di tutte quelle notizie su chiese e conventi di cui noi, piazzesi DOC, ignoravamo l’esistenza.