L'ing. Fuardo, grande scienziato sfortunato/2 In evidenza
Il brevetto della Benzina F. depositato in Francia nel 1954
Parte 2^
Il Fuardo accetta e Hitler gli mette a disposizione ogni mezzo, ricompensandolo anche economicamente, tanto che l'ingegnere non fece mai mistero delle sue cassette nascoste in Germania contenenti grandi ricchezze. Finalmente nel 1944, tra grandi difficoltà del periodo bellico, la Benzina F. è presentata a Hitler, che intuisce subito le potenzialità che avrebbero portato alla vittoria finale la Germania. Ma lo spionaggio americano, avendo percepito il pericolo, ordinò il bombardamento della fabbrica a Duisburg nella Vestfalia, dove si stava producendo la Benzina F. Lo scienziato, scampato al bombardamento, riesce a fuggire e nel 1945, tra mille peripezie, raggiunge Mirabella Imbaccari, in Sicilia, dove viene ospitato da alcuni parenti. Dopo qualche giorno visita un cugino a Piazza Armerina, che dista pochi chilometri da Mirabella Imbaccari, ma si sente inseguito dai servizi segreti americani. Decide di stabilirsi nel suo fondo di contrada Aliano, tra Piazza e Mirabella. Le poche volte che raggiunge i due centri per le provviste, si manifesta scontroso anche con i parenti e comprende che nessuno gli crede e qualcuno persino lo deride. Il mattino dopo la visita di circa mezzora del console americano a Palermo nella sua casa di Aliano, dove gli mostra la trasformazione di un pezzo di "sughero", compresso con un aggeggio metallico, in benzina liquida infiammabile, fa perdere le sue tracce per poi ritrovarlo a Roma nel 1946 ma, ancora una volta deluso dal rifiuto della produzione della sua benzina da parte della FIAT per le troppe modifiche che avrebbero dovuto subire i motori, si sposta a Parigi dove s'incontra col ministro della difesa nazionale Renè Pleven (stretto collaboratore di De Gaulle) che lo prende in considerazione tanto da ordinargli una fornitura di benzina solida, coi relatvi apparecchi per la riliquefazione, dietro lauta retribuzione e mettendogli a disposizione l'occorrente. Presto si accumula in balle la Benzina F. che la Francia subito utilizza inviandola in aereo in Indocina, a Dien Bien Phu, dove tra il dicembre 1953 e il marzo 1954 c'è la guerra contro i vietnamiti e i francesi sono assediati senza alcun rifornimento e senza carburante. Il lancio dentro sacchi di iuta della benzina solida, consente ai francesi di resistere all'assedio per 57 giorni, esaltando ancora di più l'interesse a ottenere la formula da parte del governo francese per una produzione su scala industriale. Il Fuardo si mostra disposto a cedere la formula, a condizione che venga resa pubblica e che tutti gli stati del mondo possano fabbricarla abbattendo i costi di trasporto con petroliere. E' a questo punto che l'ingegnere rimane vittima di un incidente: spinto da uno sconosciuto viene derubato della borsa e lasciato a terra con diverse fratture agli arti. Il ministero francese coglie l'occasione per rompere la convenzione di fornitura dell'anno prima, la scusa è quella per non aver consegnato né il prodotto, né gli apparecchi per la riliquefazione in tempo utile. Ma questo ritardo non era da addebitare al Fuardo, bensì alle autorità di polizia che avevano impedito l'assunzione di nuova manodopera perchè il suo permesso di soggiorno, rilasciato dal Prefetto di Parigi, non consentiva l'assunzione di un solo operaio, impedendo in tal modo la produzione. Inizia così un'infinita e costosissima causa del Fuardo contro il Ministero della Difesa francese, e se ne torna a Roma. Scarseggiano sempre più le risorse economiche e la salute è malferma, ciò lo porta a sopravvivere di espedienti e nel 1959 si sistema presso una pensione gestita dalla signora Lucilla Di Giacomo in Feliziani, originaria de L'Aquila. E' questa signora romana che si prende cura dell'ultrasettantenne ingegnere che non se la sente più di tornare in Sicilia, limitandosi soltanto a scrivere delle lunghe lettere. Poco prima della sua morte, avvenuta il 29 ottobre 1962 presso l'Ospizio Dei Vecchi di San Carlo di Viterbo¹, fa testamento a beneficio della signora Lucilla e, sempre in questo ospedale, gli rubano la cassetta che teneva sotto il letto e che aveva raccomandato in modo particolare alle suore infermiere. Circa un anno dopo (dicembre 1963) giunge la notizia della vittoria della causa contro il governo francese che, per merito della Magistratura francese, è costretto a rimborsare agli eredi un miliardo di franchi. Questa soluzione portò a decine di cause tra "parenti" che spuntarono numerosi per l'accaparramento della somma. La salma dell'ingegnere invece tornò a Piazza, senza corteo e senza rumore per la tumulazione nella cappella dei parenti (?) Pappalardo, dove si trova tuttora nella cripta con la relativa lapide che spiega chi fosse, ma con la data di nascita errata². Per lungo tempo nessuno ha saputo a chi fosse andata la formula della benzina solida, mentre il Ministero della Difesa francese era a conoscenza sin dal 1954 che la formula di Fuardo fosse depositata presso l'Ufficio brevetti del Ministero dell'Industria e Commercio della Repubblica Francese al n. 1068141 Vol. 1-1954 intestato a Gaetano Fuardo tramite due procuratori (documento nella foto). Nonostante ciò non risulta che qualcuno abbia sfruttato in oltre 60 anni la formula che avrebbe dimezzato il prezzo della benzina, perché?
Tutti e due i post sono stati tratti dal primo libro di Salvatore COSENTINO, La Benzina Solida, Una scoperta sconvolgente da soffocare, Edizioni GRECO, CATANIA 1987, e dal secondo, Salvatore COSENTINO, Il giallo della Benzina Solida, BONFIRRARO Editore, BARRAFRANCA 2007, stampato venti anni dopo grazie a dei documenti, relativi agli anni Trenta, racchiusi in una valigetta consegnatagli a Milano nel 1990 da un cugino dell'inventore. Mentre la giornalista Veronica FERNANDES nel suo articolo Spy story, Gaetano Fuardo, l'inventore della benzina solida, RAINEWS, ROMA 27 aprile 2015, ci fa sapere che la pubblicazione del Cosentino avvenne a spese dell'autore, perché nessun editore era disposto a farlo e lui stesso durante le ricerche ha ricevuto minacce e telefonate anonime. E continua dicendo «il Cosentino ha la certezza che l'invenzione di Fuardo sia stata osteggiata e poi condannata all'oblio "perché contraria ai grandi interessi degli industriali del petrolio dato che taglierebbe i costi per i Paesi non produttori". Negli anni novanta ci sono state due interrogazioni parlamentari: il brevetto di Fuardo, depositato in Francia, poteva essere reclamato dall'Italia, cadute nel silenzio. Neanche la crisi energetica, i numerosi disastri ambientali e gli oleodotti bloccati sono riusciti a spingere Roma a sperimentare la formula di Fuardo». Per concludere, una mia amara considerazione da conterraneo: «Qui a Piazza si dice che "anche per friggere un uovo ci vuole fortuna". Posso ben dire che anche per ricevere un Premio Nobèl e quindi per passare alla storia, come avrebbe dovuto l'ingegnere Fuardo per la sua eccezionale e umanitaria invenzione, ci vuole fortuna che, purtroppo, è mancata all'ingegnere piazzese».
¹ Oggi Centro Geriatrico IPAB Giovanni XXIII di Viterbo.
² Sulla lapide si legge «Ing. GAETANO FUARDO, inventore della benzina solida usata dalla Francia nella guerra d'Indocina. n. 8/9/1878 - m. 29/10/1962».
cronarmerina.it
Commenti