Lo stemma dei Trigona/1 In evidenza
Sino adesso ho parlato di tanti stemmi, ma non avevo approfondito su questo sito quello della famiglia Trigona. Per le origini di questa nobile famiglia che è stata tra le più influenti, se non la più determinante dal XVI secolo in poi, nella storia della nostra Città, arriviamo indietro addirittura all'anno 650 ca. È in questo periodo che troviamo il duca Salardo stabilitosi tra i Monti Chirii in Svevia (oggi Germania Sud-Occid.) e il figlio di questi, Coraldo, che acquista nella Piccardia (Francia Sett.) molti castelli e la signoria di Trigonne, donde il cognome. Un discendente di Coraldo,¹ Ermanno, capitano dell'imperatore Federico II, nel 1239 diventa governatore di Mistretta (Me) e un suo discendente, Giacomo, sposandosi nel 1369 con Margherita d'Aragona, figlia di Sancho, figlio naturale (forse uno dei sette figli illegittimi) di Pietro d'Aragona II re di Sicilia (1305-1342), riceve da re Federico II d'Aragona III di Sicilia e II di Trinacria detto il Semplice (1341-1377), il privilegio di inserire lo stemma originario, che il Mugnos nella sua opera Teatro Genologico² ci dice che «furono tre fasce ondose marine d'argento, e d'azzurro in campo d'oro» (foto 1), nell'aquila nera della Casa Reale d'Aragona. Pertanto, lo stemma originario della foto 1, al quale Giacomo aveva aggiunto il motto Vita, Lux, Opus (Vita, Luce ed Azione),³ si trasforma in quello nella foto 2, ovvero in tre fasce ondulate, che simboleggiano tre onde in ricordo della discendenza dai Normanni, più il sole come simbolo della fecondità dei Trigona, posto a settentrione per indicare questa loro discendenza nordica, il tutto in campo azzurro: «Concediamo in perpetuo a Te e a tutti i successori della nobile Famiglia Trigona che all'antico stemma vostro siano aggiunti, in segno della nostra parentela, tre fasce ondulate di colore argento ed azzurro tracciate in campo aureo e un triangolo rivolto verso il sole in campo azzurro, nonché un'aquila posta sopra i colori. Vale».4 (continua)
¹ A proposito di discendenti, un pronipote di Coraldo, Taddeo o Tedeo, tre secoli dopo, precisamente nel 1101, sconfigge con poche galee, la flotta saracena presso Taranto e siccome la vittoria avviene il 25 marzo, giorno sacro alla devozione della SS. Annunziata, l'Ammiraglio per riconoscenza alla beata Vergine gli edifica un Tempio in Taranto. Così la devozione della SS. Annunziata diventa tradizionale nella famiglia Trigona, per virtù del suo grande Ammiraglio (Cfr. Francesco TRIGONA, Origine dell'Arme e del Motto di Casa Trigona, RAGUSA 1928, pp. 5, 20).
² Don Filadelfo MUGNOS, Teatro Genologico delle Famiglie Illustri, Nobili, Feudatarie, et Antiche de' Regni di Sicilia Ultra, e Citra, MESSINA 1670, Parte III, Libro VIII, p. 471.
³ «Questo motto alludeva al suo amore per Margherita d'Aragona ed aveva il significato seguente: Io vivo come un mare in tempesta, illuminatemi voi perché io sia degno di agire». Anche Margherita d'Aragona, scelta come damigella di Compagnia dalla regina Costanza, aveva regalato a Giacomo, durante la cerimonia di creazione a Cavaliere nel 1362 a Messina, una ricca fascia di colore azzurro, raffigurante il firmamento, in cui superbamente risplendevano un triangolo illuminato dal sole quale simbolo allegorico come risposta che Ella dava all'invitto Cavaliere dal significato "Voi (cioè Giacomo) siete il sole sfolgorante della mia vita e l'immagine radiosa della mia salda passione". Il simbolo del triangolo rappresentante il "Trigono di fuoco" considerato portatore di buon auspicio, era frutto degli studi di astrologia dei Caldei che, nonostante le numerose scomuniche papali, erano di gran moda alla corte di Sicilia e dei quali pare fosse appassionata la damigella d'Onore della Regina (Cfr. F. TRIGONA, Origine dell'Arme, op. cit., pp. 7, 10).
4 Ibidem
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