Famiglia Boccadifuoco
D'azzurro al serpente alato (o drago) d'oro che butta fuoco dalla bocca |
La famiglia Boccadifuoco (o Boccadifoco o Buttafuoco), proveniente da Piacenza nel 1340 ca., si trasferisce in Sicilia con Giacomo Boccadifuoco, intimo di re Pietro IV d'Aragona e II di Sicilia. Nel 1350 ca. Piero è familiare e ostiario (custode della chiesa) di re Ludovico I d'Aragona e I di Sicilia. Nel 1375 re Federico II d'Aragona assegna, per i pericoli da loro corsi durante una rivolta, un vitalizio di 36 onze a testa ai fratelli Giacobino e Guglielmo Buccadifoco. I due fratelli assegnano il vitalizio alla sorella Claudia, sposa di Nicola de Vilardita di Piazza Vicesecreto di Piazza. Dal 1453 al 1459 Pietro è castellano di Plaza e Antonio è giurato, nel 1520 Giovanni senior, padre dei primi due, è iscritto alla Mastra Nobile della Città. Nel 1595 si trova il nome di Ercole Boccadifuoco in un testamento per la concessione di Legati di Maritaggio amministrati dal Monte di Pietà di Plaza. Nel XVII secolo si registrano Erasmo (1611-1686) gesuita e provinciale di Sicilia, Domenico barone della Tonnara di Sciacca e Giuseppe, socio dell'Accademia Piazzese dei Curiosi seguaci di Apolline. Nei primi decenni del Seicento Gabriele Boccadifuoco destina un legato di 52 scudi annui alla chiesa dei Teatini intitolata a S. Lorenzo Martire e 13 dei quali destinati a elemosina ai carcerati, inoltre i due fratelli Carlo e Giuseppe Boccadifuoco sono padri Teatini, quest'ultimo (1604-1684) è anche preposito della Casa piazzese nel 1642, 1663 e 1668 ed entra nel 1630 anche nell'Ordine Cavalleresco degli Ospedalieri di Gerusalemme, nel 1632 fonda la Congregazione della Sciabica, nel 1642 diventa governatore della Casa Teatina piazzese e nel 1684, pochi giorni prima di morire, è nominato vescovo di Mazara. 1720 Mario Boccadifuoco marchese della Scaletta nel 1744 senatore di Palermo nella cui persona sembra essersi estinta la famiglia originaria di Piazza. Quella dei Boccadifuoco di Piazza era una delle pochissime famiglie ad avere una cappella nel Pantheon della Città, la chiesa di S. Pietro. Infatti, la I cappella a dx della chiesa, quella del Crocifisso ligneo di fra' Umile, fu costruita dalla famiglia Boccadifuoco nella II metà del '500, come si può vedere dallo stemma in alto sull'arcata. Inoltre, questa famiglia ha pure lo stemma scolpito negli interstizi delle arcate del chiostro dei Carmelitani e nella Pinacoteca Comunale esiste anche una scultura di piccolo drago, proveniente dalla villa Ciancio (villetta Roma) dove era posizionata assieme a una copia, sui pilastri del cancello di entrata, che farebbe pensare proprio allo stemma della famiglia Boccadifuoco.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it