Come doveva essere In evidenza
Antico dipinto della Madonna del Gorgo Nero, XII sec.
Madonna del Gorgo Nero, Luigina RECH
Tra le 100 chiese elencate nel mio volume Cronologia civile ed ecclesiastica di Piazza e dintorni del 2008, avevo posto tra le 5 chiese urbane abbattute anche quella intitolata alla Madonna del Gorgo Nero. Questa era una delle due chiesette situate nel Borgo del Patrisanto, oggi Piano Teatini, prima fuori le antiche mura della Città. Notizie di questa chiesa si hanno a partire dal VI - VII sec. quando il borgo era abitato da gente greca e, successivamente, da quando iniziò a custodire il dipinto nella foto in alto. Per questo motivo la chiesa, prima dedicata genericamente a S. Maria, iniziò a essere chiamata Chiesa della Madonna del Gorgo Nero¹. Alla Madonna fu dato questo nome perché poco vicino la chiesetta c'erano alcune sorgenti di acqua termale e solfurea, quindi nera e puzzolente, che il popolo chiamava "Gorgo Nero". L'acqua di queste sorgenti confluiva nelle vasche della zona sottostante ove veniva utilizzata per bagni termali e terapeutici nella cura della pelle. Per questo motivo la zona venne chiamata "Altacura" poi trasformatosi anche in "Taccura". Di questo pozzo e di altri presenti nel nostro territorio ne parla anche il geologo francese Dèodat de Dolomieu di passaggio nella nostra città nel 1791 (leggere la nota 3 in Edicola n. 33). Ovviamente nessuno, tranne i nostri antenati di tanti secoli fa, aveva visto il dipinto coi colori originali. Neanche l'ultimo restauro era riuscito a ricomporli in minima parte, tanto era in pessime condizioni. Invece, domenica scorsa, visitando la mostra Giubileo Straordinario degli Artisti, Gli splendori della Misericordia al Museo Diocesano di Piazza Armerina, accanto alla teca con l'antico dipinto ho trovato la sua riproduzione (foto in basso) eseguita dalla pittrice Luigina RECH. L'artista di Orte (VT) che vive e lavora a Roma, ha ridato sapientamente luce e colori a tutto ciò che ormai era irrimediabilmente conforme al pigmento indicato nel nome dell'opera, nero. Mi ha fatto un certo effetto scoprire finalmente i tanti elementi essenziali del dipinto (oltre ai volti della Madonna e del Bambino, il libro nella mano sinistra del Bambino, la croce sul velo che copre la fronte della Madonna, la stella sulla spalla della Madonna indicata dalla mano destra del Bambino) mentre prima era già difficile scorgere quel poco che rimaneva dell'immagine complessiva. Anche se non dipinta su tavola, l'opera ha tutte le caratteristiche delle icone, raffigurazioni sacre dipinte su tavole prodotte nell'ambito della cultura bizantina per la quale ogni suo elemento pittorico assume un significato teologico particolare, persino nella preparazione e nel materiale utilizzato. Concludo ricordandovi che il culto religioso della Madonna è tipicamente bizantino e si diffuse in tutti i territori sottoposti ai Bizantini, pertanto anche in Sicilia si diffuse il culto religioso della Madonna dell'Itria², abbreviazione dell'antichissimo titolo bizantino di Odegitria o Odigitria, che gli imperatori di Costantinopoli diedero alla Madonna come "guida nel cammino della vita" (Madonna del Buon Cammino). Per i Siciliani era un culto così importante che a Roma, nel 1593, gli abitanti originari dell'Isola ivi residenti intitolarono sia la loro confraternita/congregazione, fondata per visitare gli infermi e soccorrere i bisognosi in specialmodo "connazionali" di passaggio, sia la chiesetta/ospedale, oggi in via del Tritone 79, alla Madonna dell'Itria detta di Costantinopoli.
¹ In qualche testo anche "della Fonte di Vico" riferendosi alla fonte presente in questo "borgo" abitato da gente greca allora fuori le mura.
² A Piazza esiste la chiesa di fine Cinquecento inizio Seicento a pochi passi dalla piazza Garibaldi, scendendo verso il quartiere Canali. Dal dicembre 2007 la chiesa, dopo aver subito un crollo di un'ala per le abbondanti piogge, è stata chiusa al culto. Nel giugno del 2014 si è aperta anche una voragine ai piedi dei puntellamenti che sorreggono il fianco della chiesa crollata precedentemente. Dal primo crollo la via Itria è rimasta chiusa creando disagi enormi agli abitanti di quella zona. Dopo nove anni tutto è fermo. Tutto tace, inesorabilmente.
cronarmerina.it
Commenti
Iconologia della gloriosa vergine madre di Dio Maria protettrice di Messina ne propone un'incisione . Una Madonna con Bambino sul braccio sinistro ,in alto la scritta , presente nelle icone bizantine ,Gorgoepikoos Γοργοεπήκοο, "Colei che è pronta ad ascoltare" . L'espressione Gorgo nero non può essere una successiva commistione popolare tra Gorgoepikoos e la presenza di una sorgente d'acqua sulfurea .