ExclusiveCentraleSx
ExclusiveCentraleDx
Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

URL del sito web:

Fontanella ex Ospedale Chiello/n. 14

La fontanella n. 14 è quella dell'ex Ospedale Chiello. Come si può vedere a dx nella foto, ormai è senza rubinetto e quindi in disuso da qualche anno, ma vi assicuro che prima era molto frequentata, specie quando c'era l'Ospedale "Michele Chiello" in funzione. Dopo aver approfondito per una ragione o per un'altra la storia riguardante questa zona posso, senza ombra di dubbio, affermare che questo è stato il sito più frequentato e attivo della nostra Città. Perché, oltre ad essere in prossimità della Cattedrale e del Palazzo Vescovile, con tutto quello che comportava, era stato secoli prima il luogo dove era sorto il Castello di Placia o Placea, in alcuni documenti chiamato Castrum Reginae, per controllare la popolazione dei casali e borghi ancora arabi. Costruito su questo colle da militi Lombardi intorno al 1076, già pochi decenni dopo, era diventato un punto di riferimento e un centro di aggregazione per il nuovo borgo con non più di un migliaio di abitanti. Questo fu il "centro abitato" distrutto nel 1161 da re Guglielmo I per rappresaglia e, qualche anno più tardi, nel 1163, da lui stesso ricostruito sulle ceneri rimaste. Nei secoli successivi questa area ha visto, oltre alle prime fiere annuali e periodiche, la nascita di un convento francescano al posto del Castrum Reginae, di chiese e ospedali che avrebbero cambiato il loro nome a secondo dei Santi protettori dei vari Ordini Religiosi che si sarebbero succeduti, della Regia Scuola di Avviamento Arti e Mestieri, di un Monte di Pietà, di un'Opera degli Esposti o Trovatelli, della dimora dei cappellani della Cattedrale, e per finire, è storia dei nostri giorni, del Vescovado.
 
cronarmerina.it

Gaetano Marino Albanese/5 e ultimo

Questa è la continuazione dell'articolo sul giornale "LA SICILIA" del prof. Gianfilippo Villari relativo al poeta-ebanista Gaetano Marino Albanese
"Ecco com'egli in un suo volume riproduce quest'omaggio del Marino alle donne piazzesi:  
I fòm'ni ciacési 
  Sò mégh d' l'enési: 
  Forti amanti d'art, 
tôti vonu a so part.
(Le donne piazzesi - son meglio dell'ennesi: - grandi amanti d'arte - voglion tutte la loro parte); 
come si vede la genuinità dei versi e la loro stessa pronunzia (senza doppie consonanti), è rovinata dalla epurazione grammaticale compiuta dal Piazza. 
Ed ecco come appare più fedele l'interpretazione dialettale, riportando alcuni versi originali (riprodotti da un foglietto volante), ove il poeta, adirato contro i compaesani, immagina di andare al cimitero e di incontrare il defunto Scibona che gli dà man forte: 

...V'sg'nai mpuru n' Sc'bona, 

  ggh disci: "Ziu Carmè, com stà?" 
  M' diss: "Meggh' mort, zzà sö. 
  Ch'ò pais d' nfàmi cumpagnà!"... 
(...Avvicinai pure da Scibona - gli dissi: "Zio Carmè, come sta?" - Mi disse: "Meglio morto, qua sotto. - Che al paese, da infami accompagnato!"...). 

Accanto alle sventure del paese anche le sciagure della patria, che fanno piangere di dolore il nostro Ciucciuledda, in questa romantica composizione che forse riassume tutto il sentire dell'uomo:  

L'Italia era n'ort, era 'ngiardingh', 
  Parèva na r'gina tutta sciuri; 
  Ora p'rdì a guerra, va 'ncarringh 
   E n' sbattoma a testa e muri muri. 
  L'Italia, i quattr sa vönu strazzuliè 
  Vönu Triest, Tripuli e l'Imperu! 
  Rid'nu öra da nostra sv'ntura 
 E fanu a pasg p'addascenn... a zeru. 
 (L'Italia era un orto, era un giardino - Sembrava una regina tutta fiori - Ora ha perduto la guerra, va a rotoli - E sbattiamo la testa al muro. - L'Italia, i quattro se la vogliono stracciare - Vogliono Trieste, Tripoli e l'Impero! - Ridono della nostra sventura - E fanno la pace per lasciarci... a zero)." 

Gianfilippo Villari
Gaetano Masuzzo/cronarmerina 

 
 

Gaetano Marino Albanese/4

Gaetano Marino Albanese con la fascia di lutto per la morte del padre Giuseppe, 1940
 
 
Tra le mie cose più care, conservo questo articolo sul giornale "LA SICILIA" del compianto prof. Gianfilippo Villari, di qualche decennio fa, su mio nonno Gaetano Marino Albanese (1889-1958).
 
CULTURA E POESIA VERNACOLA A PIAZZA ARMERINA
Su foglietti volanti
i versi di "Cicciuledda"
Gaetano Marino Albanese, ebanista, fu dopo Carmelo Scibona, il rappresentante più genuino della poesia piazzese -- Delle sue composizioni non fu mai stampata alcuna raccolta
 
Gaetano Marino Albanese, detto Ciucciuledda, ebanista, come già abbiamo detto, fu dopo Carmelo Scibona, il rappresentante più genuino della poesia popolare piazzese: di lui come di tanti altri, non è mai stata stampata nessuna raccolta; rimangono soltanto quei pochi foglietti volanti, che non sono andati perduti, ove il Marino faceva stampare i suoi versi e distribuiva agli amici. I suoi scritti inediti sono ancora in possesso dei suoi figlioli.
Di lui diceva nel '22 Filippo Piazza, con la superiore condiscendenza di un uomo che si sente molto colto: "...fornito d'un facile estro poetico, ma senza cultura. Possiede, invece, una buona dose di buon senso e molte nozioni apprese nell'osservazione attenta della vita, anche della lontana America. Nei versi il Marino riflette la sua abituale piacevolezza comica della conversazione, in una forma raramente stentata che ritrae dalla viva bocca del  popolo... Certo dal Marino non possiamo aspettarci un verso sempre corretto, rime simmetriche, né l'esatta grafia delle varie gradazioni vocaliche e delle consonanti ch'egli come ogni altro dilettante raddoppia sulla falsariga del dialetto siciliano". Il fatto è che il canonico Piazza non si rendeva conto che la vera lingua era quella che, pur subendo continue metamorfosi, veniva parlata e resa viva dal popolo; mentre quel vernacolo che egli aveva costruito dopo studi profondissimi non era che una pia immagine, che schematizzava e incatenava la libera espressione in rigidissime regole fonetiche e lessicali, di cui il popolo non aveva assolutamente bisogno.
(continua)
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

Gaetano Marino Albanese/3

Prima dell'avvento del Fascismo Gaetano Marino Albanese (1889-1958) era di tendenze socialiste, ma in seguito ad alcune brutte esperienze, abbastanza consuete in quel periodo, dovette limitarsi a comporre poesie satiriche pro o contro quel partito politico. Amava scrivere poesie di getto, facendosele spesso correggere dal maestro elementare Spadaro suo vicino di casa e padre dell'avv. Spadaro, in occasione di fatti che si verificavano a Piazza e che inviava anche al quindicinale satirico palermitano Po' t' 'u cuntu!... (nella foto) senza però trascurare la scrittura di libri di cui si sono perse le tracce (L'Artigiano ai Genitori del Duce; Rimpiango la scuola; Colui che si redime). In alcuni componimenti il poeta piazzese in galloitalico anch'egli falegname, Carmelo Scibona, lo ricorda in diversi epigrammi e poesie nella sua opera U Cardubu del 1935, chiamandolo col soprannome Ciucciuledda e includendolo tra gli eredi del notaio Remigio Roccella, u patri d'a ciaccésa poisìa. Partecipò a diverse Mostre d'Arte ed Esposizioni con mobili originali da lui costruiti, conseguendo medaglie alla Mostra di Milano, alla Mostra di Tripoli, in quella Circoscrizionale di Piazza e in quella Artigianale di Enna. Nel 1954, in seguito a un controllo fiscale nel suo negozio di via Garibaldi, subì una grossa multa che, dopo qualche giorno, dal dispiacere gli provocò una paralisi del lato destro del corpo. Si recò a chiedere la grazia anche a Siracusa, dove in quei mesi un quadro della Madonna lacrimava ed elargiva miracoli, ma la paralisi progressiva non gli lasciò scampo. Morì il 22 aprile del 1958 nella sua casa del cortile Minnella dietro Santa Rosalia, dopo aver chiesto l'ultimo desiderio a mio padre di fargli bagnare le labbra con una nespola portata da Catania. Io, che porto il suo stesso nome come altri quattro nipoti, non potevo non cogliere l'occasione per ricordare con tanto affetto cö ch' m' cattàva sèmpr u past'cciòt no caffè da ciàzza ovvero a me nònnu Tatànu Ciucciulèdda³. (continua)
 
(alcune notizie sono tratte da Liborio² MARINO, Ricordando mio Padre - Gaetano Marino Albanese- Artigiano Poeta, Sicilgrafica, Caltagirone, 1982)

² Liborio chiamato anche Bobò, secondogenito di Gaetano Marino Albanese, presente nella foto del post n. 2.

³ Colui che mi comprava sempre una grande pasta nel caffè della piazza (Garibaldi)... ovvero mio nonno Gaetano Ciucciuledda.

 Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
Sottoscrivi questo feed RSS

Ricerche Storiche

Censimenti

Storia Civile

Storia Ecclesiastica

Curiosità

Come Eravamo