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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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L'Eremo di Piazzavecchia

 
L'eremo di Piazza Vecchia in alto a dx
 
Avevo promesso di pubblicare per intero la poesia del poeta Girolamo Giusto dalla quale erano stati tratti i versi riportati sull'edicola votiva n. 7, quella sotto l'Arco che porta al Chiostro dei Benedettini (Municipio) accanto alla Chiesa di Fundrò, eccovela: 

 

LU RIMITU DI CHIAZZAVECCHIA

'Nnomu di Diu e di la Madunnuzza
ch' a sò Figghiu Gesù si teni 'mbrazza;
pi Didda lu dimoniu cca nun truzza,
e di tutti li mali nni sbarazza.
 
A Chiazzavecchia nni la sò chisuzza,
'ntutti li chiesi e 'ntutti li palazza,
ni li cappelli la Bedda Matruzza,
è la difisa a sta divota Chiazza!
 
Ci dassi quantu spera lu sò cori
a la Madonna, puru 'na juntuzza:
data ccu arma ci nni vò tisori!
 
'Na mutura? Un munneddu!? Oh signurinu,
(Vasàtila, carù, st'Immaginuzza)!
la Madonna abbunnassi stu jardinu!
 
Girolamo Giusto
(Chiazza li so campagni e la cugghiuta di li nuciddi, Officina Tip. "La Stampa", Catania 1937, p. 125)
 
Note originali: Truzza - Da di cozzo; Cappelli - Nelle piazze, nelle strade principali sonvi "nicchie" con l'Immagine della Madonna della Vittoria - Mutura, munneddu - Misure di capacità.
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

Il Mistero di Majorana continua

Il 12 dicembre scorso nel post Prima di Majorana, dove si parlava dei vari nomi dell'Istituto Industriale di Piazza, eravamo rimasti con i dubbi sulla scomparsa nel marzo del 1938 del famoso fisico nucleare catanese Ettore Majorana. Sono di questi giorni le notizie apparse sui giornali relative al Majorana che vi riassumo brevemente.
 

<<Ettore Majorana: vivo tra '55 e '59>>

'Accertato dalla Procura di Roma, si trovava in Venezuela'

(ANSA) - ROMA, 4 FEB - Ettore Majorana, il geniale fisico catanese cresciuto in via Panisperna e che alcuni esperti collocano tra Newton ed Einstein, scomparso misteriosamente nel 1938, era vivo, nel periodo 1955-1959, e si trovava, volontariamente nella città venezuelana di Valencia. Lo ha accertato la Procura di Roma che ha indagato sulla scomparsa e ora chiesto l'archiviazione... Probabile che lo scienziato, spaventato dalle sue scoperte sull'atomo, abbia deciso di sparire senza lasciare tracce... in una foto scattata in Venezuela nel '55, analizzata dal Ris, Majorana, conosciuto con il cognome Bini, appare insieme con un emigrato italiano, Francesco Fasani, meccanico, subito dopo aver ricevuto un prestito. L'uomo che appare insieme con Fasani risulta compatibile con i tratti somatici del fisico catanese... Dopo aver accertato che Ettore Majorana era vivo tra il 1955 e il 1959, per la procura di Roma è stato impossibile stabilire che fine abbia fatto poi il fisico italiano.
 

<<Majorana: testimone, visto a Roma nell'81>>

'Era un senzatetto, ospite del convento da cui si era allontanato'

(ANSA) - ROMA, 5 FEB - "Ettore Majorana era sicuramente vivo nel 1981 ed era a Roma. Io l'ho visto". Dopo gli sviluppi sulla scomparsa del geniale fisico catanese - di cui si erano perse le tracce nel 1938, ma che la procura della capitale ha stabilito si trovasse in Venezuela tra il 1955 e il 1959 - un testimone racconta all'ANSA di averlo incontrato in centro di Roma 34 anni fa insieme a mons. Luigi Di Liegro, il fondatore della Caritas romana. Era un senzatetto, ospite di un convento da cui si era allontanato.
 
N.B. Su internet esiste un sito di Majoranologia che raccoglie un bel po' di materiale sullo scienziato scomparso misteriosamente per chi volesse approfondire.
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
 

Edicola n. 18

Quest'Edicola Votiva n. 18 del mio censimento, secondo me è tra le più antiche e più grandi della Città. Ovviamente ha subito tante trasformazioni, ma il sito è rimasto immutato nei secoli. Rappresenta la Madonna della Stella e si trova in una piccola piazzetta del quartiere Monte. La piazzetta è formata dalla parte finale della via Antonio Crescimanno, chiamata prima appunto via Madonna della Stella e, prima ancora, via Madonna della Facciranna. E' proprio in questa zona che i Padri Agostiniani arrivarono nel 1510 ottenendo dal Comune dei locali dove fondarono l'Oratorio della Madonna della Stella, mentre per i loro uffici divini fu concessa la chiesa vicina della SS. Trinità. Il termine Facciranna (Facciagrande) deriva dal fatto che in prossimità della via Milazzo, anch'essa nei pressi della piazzetta di cui sopra, esisteva una chiesa con un dipinto della Madonna dove risaltava soprattutto il viso (facci) rispetto a tutto il resto. In questa chiesa che c'era nell'odierna via Milazzo, i Padri della Congregazione dei Frati Agostiniani iniziarono avenerare la loro Madonna, S. Maria della Stella. Nel 1583 gli Agostiniani si trasferirono nell'edificio di fronte la chiesa di S. Giuseppe fondando il Convento di Sant'Agostino (ecco perché esiste ancora oggi la via Sant'Agostino).  
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina

3 Febbraio, San Biagio a Piazza

La statua di San Biagio nella chiesa di Santo Stefano

Oggi si festeggia San Biagio, vescovo del III secolo, di cui a Piazza c'è l'unica statua nella chiesa di Santo Stefano, sopra il primo altare entrando sulla dx. Tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento a Piazza si manifestò il culto verso Santo Stefano accanto alla Porta di San Giovanni Battista, chiamata così per la presenza a poca distanza della chiesa/commenda. All'inizio si trattò solamente di un oratorio poco fuori le mura, per pregare affinché fossero tenute lontane dalla città le epidemie introducibili dagli stranieri e dagli abitanti dei paesi vicini, attraverso la porta sucitata. Si racconta che per il miracoloso intervento di San Biagio, nell'aver impedito l'ingresso nella città di una grave malattia dell'apparato respiratorio (forse difterite), fu attribuito un particolare culto al Santo presso questa chiesa. Infatti, San Biagio è invocato per il mal di gola, per aver salvato un bambino dal soffocamento per una spina di pesce. Nella seconda metà del Seicento la chiesa venne ingrandita e abbellita, grazie al contributo di facoltose e nobili famiglie piazzesi come gli Starrabba e i Solonia, che abitavano nelle vicinanze e delle quali esistono gli stemmi. Colgo l'occasione per fare gli auguri di buon onomastico a tutti i Biagio, Biagino, Gino, G'nuzzu, Bràsi e Bràsg, e quindi a mio padre Gino. Nella foto si può notare che nella mano dx San Biagio tiene un pettine che sembra una molla, è il pettine per cardare la lana col quale fu straziato prima di essere decapitato.
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
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