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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Edicola n. 8

La n. 8 è l'Edicola Votiva dedicata alla Madonna delle Lacrime di Siracusa, poco visibile nella foto per la controluce nei vetri, che si trova in piazza Garibaldi, proprio in mezzo agli ingressi di due indimenticabili esercizi commerciali degli anni 40, 50 e 60. Infatti, a sx c'era il negozio di giocattoli dei nostri sogni Valentino magazzino per tutti di Valentino Alessandro (quest'ultimo il cognome), a dx c'era il Caffè Bifera* il cui titolare era conosciuto per le simpatie monarchiche. Il primo era frequentatissimo per i profumi, per le auto in miniatura e per gli scherzi di carnevale, mentre nel secondo mio nonno 'Ngiuliddu comprava il vermout e io andavo a prendere il cono gelato da 10 Lire allungando all'inverosimile il braccio e in punta di piedi per poggiare la moneta sul banco altissimo per noi ragazzi.

*Una chicca da una fonte affidabilissima: prima nel locale del Caffè Bifera c'era un negozio di "cappelli per donna" gestito da una signorina, il cui padre lo chiamavano don Giuan u catanis, molto bella e assomigliante all'attrice Sofia Loren. 

 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina 

Famiglia Polizzi

D'azzurro alla fascia d'oro, al capo due stelle d'oro ad otto raggi, in punta un giglio d'oro
FAMIGLIA POLIZZI
Il cognome della famiglia Polizzi (in origine da Polizzi) deriverebbe dal piccolo comune di Polizzi Generosa quasi a metà strada tra Palermo ed Enna lungo la direttice Sud-Est. Il toponimo del comune, a sua volta, ha origini greche (almeno bizantine) nel termine polis (città). Nella nostra Città il primo ad appartenere a questa famiglia potrebbe essere stato al tempo del Vespro (1282) Bartolomeo de Pollicio, elencato in un documento dell'epoca tra i 101 nominativi di militi o nobili presenti nel vasto territorio di Plasia. Quasi nello stesso periodo, 1272, si registra un Simone da Polizzi nominato da re Carlo I d'Angiò castellano di Castrogiovanni (Enna). Dai componenti della famiglia da Polizzi stabilitisi inizialmente ad Agrigento, ebbero origine i rami di Messina e Castrogiovanni, poi diffusi in Palermo, in Randazzo e in altre città dell'Isola, nonché in Calabria e Napoli. Da Castrogiovanni, nel Cinquecento, la famiglia si diffuse a Plaza. Infatti, nel 1579 si registra un Don Gilberto Polizzi di Castrogiovanni che acquista parte delle rendite del Marchesato di Geraci, feudo a 30 Km. ca. da Polizzi Generosa. Si tratta dello stesso Gilberto Polizzi che è riportato nell'epigrafe di uno dei sarcofagi (quello di sx) nella II cappella entrando sulla dx nella chiesa di S. Pietro di Piazza. La cappella, detta dell'Annunciazione, ha sia sull'arco principale, sia sulla cornice del dipinto frontale (nella foto) e sia sui due sarcofagi lo stemma della famiglia Polizzi, in quello di dx è rappresentato assieme a quello dei Trigona. Nell'epigrafe di sx, Gilberto Polizzi risulta sposato con Silvia (Trigona) mentre seppelliscono il loro figlio Giovanni Tommaso Polizzi morto 16enne. Nell'altro sarcofago Don Alberico Trigona dedica il monumento di pietà alla moglie Apollonia Polizzi morta nel 1615 all'età di 26 anni. Inoltre, Gilberto è lo stesso Gilberto Polizzi che troviamo nell'elenco degli otto benefattori che nel loro testamento lasciano parte dei loro beni per formare i Legati di Maritaggio a favore delle fanciulle orfane degli orfanotrofi di Piazza, e per questo si servono dell'amministrazione del Monte di Pietà. Nel 1603 nacque a Platea Giuseppe Polizzi, padre gesuita nel 1618, divenne professore di grammatica nel Collegio della Città e di filosofia e di teologia scolastica e morale in quello di Palermo. Di queste discipline pubblicò voluminose opere prima di morire a Palermo nel 1691. Nella Mostra del Libro Antico, presso la Biblioteca Comunale di Piazza Armerina, è possibile vedere il suo primo tomo di tre Philosophicarum Disputationum Tomus Primus De Logica, Tip. Dominici de Anselmo, PALERMO MDCLXXV¹.Nel 1637 troviamo Andrea Polizzi Consulente (Consigliere) popolare nel Consiglio degli Ottanta e nel 1714 un altro Andrea Polizzi, canonico che fu tra i sacerdoti che fuggirono da Piazza per osservare l'interdetto del Vescovo durante la "Controversia Liparitana".     ¹Gli altri due tomi furono pubblicati a Palermo dalla Tip. Caroli Adamo 1676 (secundus), e dalla Tip. Augustini Bossij 1675 (tertius). Gaetano Masuzzo/cronarmerina

Edicola n. 7

La n. 7 è l'Edicola Votiva che si trova sotto l'arco che collega la piazza Garibaldi all'ex chiostro dei Benedettini, oggi sede del Municipio. Dentro una semplice ma bella cornice in pietra arenaria, su 112 mattonelle di ceramica è ben rappresentata Maria SS. delle Vittorie patrona della Città. A destra in basso c'è la firma dell'autore dell'opera, Maurizio Romano, con accanto l'anno, il 1991. Inoltre, alla base dell'immagine della Madonna col Bambino ci sono dei versi, parte in italiano e parte in siciliano. Quelli in siciliano sono del poeta Girolamo Giusto (1868-1941)*, in mezzo ai versi c'è la dedica dei Lions di Piazza Armerina.
I versi in italiano
 
Vampe di fascine    
e marcette di ottoni
elevano alle sacre icone
un turbinio di faville
frammisto a suoni 
e clamori di bimbi
nel rinnovato rito
delle "novene".
I versi in siciliano
A Chiazzavecchia
nni la sò chisuzza,
'ntutti li chiesi 
e 'ntutti li palazza,
ni li cappelli
la Bedda Matruzza,
è la difisa 
a sta divota Chiazza!
G. Giusto
 
La dedica in mezzo
I Lions di Piazza Armerina, nel venticinquennale di attività del club, offrono alla città e alla sua Patrona quest'opera dell'arte ceramica calatina, a memoria di mai sopite tradizioni popolari di fratellanza e di fede. 8 dicembre 1991.

*La parte in siciliano è la seconda strofa di quattro della poesia che ricorda la preghiera dei contadini Piazzesi per un buon raccolto di nocciole ritenute l'oro della Città. E' rivolta alla Madonna dell'Eremo di Piazza Vecchia dal titolo Lu rimitu di Chiazzavecchia che si trova a pag. 125 dell'opera di Girolamo Giusto "CHIAZZA li so campagni e la cugghiuta di li nuciddi" del 1937. Prossimamente ve la proporrò integralmente.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina

A nuvèna nâ ciàzza

La banda musicale in piazza Fundrò
 
 Li pompi pi l'aria
 
 Ieri sera sono iniziate le novene. 
Quella che vediamo nelle foto si è svolta in piazza Garibaldi davanti la chiesa di San Rocco o Fundrò. La banda musicale è del maestro Luigi Ferrigno, le foto sono del bravo fotografo piazzese Giuseppe Di Vita.
L'inno indimenticabile delle Novene a Piazza:
 
Li pompi pi l'aria
la bella 'ngunia,
evviva Maria
e Chi La creò...
 
cronarmerina.it
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