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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Ma autonomi da chi?

Questa è la bandiera siciliana, adottata per la prima volta nel 1282 nelle fasi del Vespro siciliano, quando ci fu la sollevazione contro i Francesi. Il colore giallo indica la città di Palermo, quello rosso di Corleone. Al centro c'è la Trinacria, un essere con tre gambe. Il termine deriva dal nome che i Greci diedero alla Sicilia Trinakìa = Trinacrios (treis = tre e àkra = promontori: Capo Passero, Capo Peloro e Capo Lilibeo). Questo vessillo era accompagnato anche dal termine ANTUDO che sta per ANimus TUus DOminus cioè il coraggio è il tuo signore (non i francesi). Questa è storia del passato, più recentemente, il 15 maggio del 1946, con Decreto Regio (è questo che si festeggia oggi) c'è stata l'istituzione della Regione Siciliana con Statuto Speciale d'Autonomia. Ma AUTONOMIA da chi e con quali BENEFICI e per chi?

Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

6° e ultimo Santo Compatrono

6° Santo Compatrono di Piazza, Sant'Ignazio di Loyola

Nel 1605 i Gesuiti col contributo di 10.000 scudi del Comune e di molti ricchi cittadini, erigono una "Casa Professa". E' la terza in Sicilia e la prima a essere dedicata al fondatore della Compagnia di Gesù, lo spagnolo Sant'Ignazio di Loyola (1491-1556). Nove anni più tardi i Padri Gesuiti gli dedicano anche la chiesa vicina, quando ancora è Beato, verrà canonizzato Santo nel 1622. Nel frattempo, nel 1615, la "Casa Professa", con l'assicurazione del Comune di 12.000 scudi all'anno, si trasforma in "Collegio degli Studi" prima col quinquennio degli Inferiora, poi con gli altri 6 anni di Studium Artium et Naturalium, alla fine dei quali, dopo aver ottenuto il Boccalaureato si consegue il Magistero o Dottorato. Tutto ciò sino al 1689, anno in cui coi proventi dell'eredità del padre Gesuita don Antonino Chiarandà, insieme a quelli di altri due Padri piazzesi, si istituisce l'Università degli Studi con l'aggiunta di altri 6 anni di Studia Superiora, altrimenti chiamati Seminario Generale di Teologia. In questi altri sei anni le materie studiate spaziano dalle Sacre Scritture alla Medicina, dalla Fisica alla Retorica, dal Diritto alla Matematica. Al termine dei primi tre anni si viene dichiarati Maestri d'Arte, alla fine degli ultimi tre anni Dottori in Teologia. Il terribile terremoto del 1693 causa non pochi danni al Collegio e alla Chiesa, ma con spese ingenti verranno ricostruiti definitivamente nel 1725. E' durante l'inaugurazione che i cittadini di Platia proclamano loro compatrono e protettore (il 6°) il Santo a cui è dedicata la Chiesa restaurata. Nel 1767 il Collegio con l'Università viene chiuso per l'espulsione dei Gesuiti dal Regno delle Due Sicilie, ma dopo 13 anni riapre sotto la direzione dei Padri Domenicani prendendo il nome di "Regia Accademia degli Studi". I Padri Gesuiti ritorneranno soltanto nel 1804 per volontà di re Ferdinando IV di Borbone.
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Sodalizio dei Becchini e/o Bastasi

Villetta delle rose, poi Villetta Roma e Villetta Gen.le Ciancio¹
Sodalizio dei Becchini e/o Bastasi
Tra i tanti Sodalizi a Piazza c'era pure quello formato dai Becchini o Facchini o, come venivano chiamati nella nostra Città, Bastasi, termine probabilmente derivante dal greco bastazo = aiutare, sostenere, portare, sopportare, portare via, chi porta qualcosa sulle spalle; anche dal latino medievale vastasius e bastasius = facchino e dal latino tardo bastaga = bagaglio. Il termine poi fu usato anche per indicare un uomo rozzo, sgarbato, maleducato, maldicente, o una donna scostumata (anche caiòrda dall'ebraico hajordah = puzzola). La chiesa dove si riunivano era quella di Santa Maria dell'Udienza che, molto probabilmente (la via e la scalinata con questo nome lungo il primo tratto della via Roma lo confermano) esisteva sotto la villetta Roma (nell'angolo in basso a sx della foto). La chiesa era anche conosciuta, sino alla fine dell'Ottocento, come la chiesa dove sostavano, prima della definitiva sepoltura, i corpi dei galeotti fucilati a morte nel sovrastante piano Terremoto. I Becchini o Bastasi erano soliti sostare in Piazza Garibaldi sul marciapiede centrale chiamato Tabarè (perché sembrava un vassoio) con i loro ciumazzéddi (piccoli cuscini ricavati dai sacchi di juta) che servivano a proteggere le spalle su cui poggiavano i grossi pesi.
¹ Oltre a questi tre nomi, ne ha avuto un altro intorno agli anni 30: Villetta Francesco Crispi.
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