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Gaetano Masuzzo

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A festa du sanastru

Chiesa di Santa Maria La Cava sede del Santuario dedicato a San Filippo Apostolo, Aidone (EN)

Oggi tanti Piazzesi faranno il viaggio di pellegrinaggio a San Filippo Apostolo. Era tradizione, oggi un po' meno, portarsi in ricordo da Aidone 'na zagarèdda (nastro colorato) di cui ne vediamo 'ngiùmm (un mazzo) in primo piano nella foto. Il prof. Ignazio Nigrelli nel suo libro Piazza, l'ambiente naturale... del 1989 a p. 188 ci fa sapere che: << Il primo maggio, infatti, è consacrato a San Filippo Apostolo, patrono della vicina Aidone, ma oggetto di particolare venerazione in tutta la Sicilia centro-meridionale, per cui migliaia di devoti quel giorno percorrono a piedi, e talvolta scalzi, fino a trenta o quaranta chilometri per andare ad invocare qualche grazia o per ringraziare il Santo di averla ricevuta. Piazza Armerina nel passato partecipava maggiormente all'atmosfera festiva della città vicina, non soltanto con i suoi pellegrini, ma anche installando lungo la strada della Bellia fino al bivio per Aidone decine di bancarelle a disposizione delle migliaia di fedeli che facevano u viaggiu a S. Fulippu attraversando o sfiorando la città e non mancavano le frotte di buontemponi che esercitavano il loro spirito mordace a danno dei contadini, specialmente di Barrafranca, che facevano il viaggio per farsi curare dal santo l'ernia di cui erano affetti. -"Sanastru?"- chiedevano loro ridacchiando con espressione in dialetto piazzese per altri poco chiara che, derivando da sanst'vu, significava "Vi siete sanati", cioè "guariti?", ma alludeva anche all'altro senso della parola siciliana "sanari" presente nell'espressione "sanari u maiali"¹. Da ciò il nome di festa du sanastru con cui si ricorda ancora oggi tale giornata, anche se non sono molti ormai che ne capiscono il significato originario >>.

¹ In siciliano Sanari = Castrare.

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Famiglia Giunta

Trinciato alla banda d'oro, in basso a sx di rosso con un giglio d'argento, in altro a dx d'azzurro una testa di cavallo d'oro rivolta a dx.
Il primo componente della famiglia Giunta a Plaza è nel 1421 Giacomo de Juncta (o Giunta) che è infeudato di Eliano (alias Aliano). Nel 1520 Giovanni Andrea de Juncta (o Giunta) è barone di Aliano. 1527 Francesco de Juncta è Giurato e nel 1556 Giovanni Cristoforo Giunta è barone di Eliano che lo vende nel 1586 a Giovanni de lo Cicio. 1713 Frate Rosario Giunta accoglie l'interdetto del Papa nella Controversia Liparitana e lascia il convento dei Domenicani. 1753 Pietro Ignazio Giunta è Padre Gesuita docente nel Collegio di Platia. 1816 Girolamo Giunta è Consulente (consigliere comunale). 1828 Gaetano Giunta è Gran Priore della chiesa e del cenobio di S. Andrea, inoltre è cappellano e confessore di Casa Reale, morirà nel 1847. 1838 Il padre agostiniano Benedetto Giunta è Vicario nel convento di S.Agostino di Largo S.Giuseppe e nel 1867 rimane per molti anni custode del convento alla "neve". 1870 nasce il colonnello e poi generale dell'esercito Giuseppe Giunta, morirà nel 1954, il figlio, Aurelio, è ammiraglio medico.Gaetano Masuzzo/www.cronarmerina.it

1836 Turista le-Duc 2

Piazza a metà '800

 Parte 2^: Che delusione!

Dalla 1^ Parte <<Ma che delusione! Questa città così graziosa, così piacevole da lontano, così fresca e il cui soggiorno ci sembrava tra i più dolci, da vicino non ci offriva che orribili catapecchie sudicie e nere, delle capanne senza finestre, mal costruite, brutte, un paese polveroso e sterile, acqua putrida e fango dappertutto; quando si sono fatte otto leghe (36 Km. circa) sotto il sole e si ha sete e si avrebbe bisogno da qualche giorno di un buon letto e di un alloggio passabile, non si può immaginare il dispiacere che due viandanti provano non trovando niente che possa ristorare la loro stanchezza, niente che risponda alla speranza che avevano di potersi riposare un mezza giornata in pace in mezzo ad una città piacevole e in un buon albergo. Infine ci arrampichiamo nella città, poiché in tutto questo detestabile paese bisogna arrampicarsi per un quarto d'ora almeno per arrivare ai piedi della città, eccoci nella strada principale. "La Locanda?", ci chiediamo ansanti. Eccola, ma non c'è più posto, è piena (nuova disperazione); ci si conduce allora in un posto malfamato spaventoso, in una capanna sporca e affumicata; ci si dà per passare la nostra notte una camera per metà smattonata i cui muri screpolati minacciavano di rovinare, delle sedie rotte, una tavola di cui era impossibile definire né la forma né il colore, due letti! Cioè due cumuli di stracci posati su dei (...), in un angolo un mucchio di calcinacci e d'immondizia, una finestra senza imposte né vetri, su un'asse alcuni vasi (...) e delle cipolle, appeso a un chiodo un vecchio cappello, quanto ai muri essi erano rossicci e grassi come un vecchio lume...>>. Tratto Dalle relazioni dei Regi Visitatori..., web.tiscali.it/università popolare, 1999, I. Nigrelli/Univ. Pop. Tempo Libero, I. Nigrelli, Piazza Armerina. (continua)
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Particolarità a Piazza Vecchia

L'ingresso alla chiesetta di Piazza Vecchia

 

Gli autori del dipinto alla sx dell'altare

Il prossimo 3 di maggio, quando andrete al santuario di Piazza Vecchia prestate attenzione sia al particolare arco che c'è all'ingresso e sia agli autori del dipinto alla sx dell'altare. Uno dei due pittori che hanno collaborato al dipinto è un mio lontano parente, Bartolomeo Masuzzo. Primogenito del mio trisavolo Angelo, abitava ai Canali e di mestiere faceva l'imbianchino e, devo dire, non se la cavava tanto male a dipingere. Se qualcuno ha delle notizie riguardanti l'altro autore, me li comunichi che li pubblicherò con piacere.

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