ExclusiveCentraleSx
ExclusiveCentraleDx
Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

URL del sito web:

1544 - 4° titolo della Città

Campanile della Cattedrale di Piazza

1544 - IV Titolo: riconfermata Opulentissima

La città di Plaza o Pulice col prestito di 800 onze (ca. € 150.000 di oggi) alla Regia Corte, ottiene la riconferma da re Carlo V d'Asburgo del titolo di Opulentissima (Ricchissima) ricevuto 27 anni prima. E' stata messa la foto del Campanile della Cattedrale perché è proprio in quel periodo che vengono ripresi i lavori per il completamento tanto del Campanile quanto della Chiesa. I lavori, finanziati dal lascito di 60.000 scudi (ca. € 4.300.000 di oggi) della baronessa Panfilia Spinelli-Calascibetta nel 1517, erano stati interrotti due anni prima per un terremoto nella Val di Noto, che aveva causato danni non gravi. 

1843 Turista Bourquelot/3

Piazza in una stampa inglese dei primi dell'800

Piazza altrimenti Chiazza

"Riprendemmo la strada di montagna. Un boschetto ricco di ombra e frescura e una fontana di acqua si offrirono a noi, sia uomini che bestie. Mi fermai lì e mi servii, tra gli alberi, un pasto solitario che mi piacque così tanto. Avvicinandosi a Piazza, la vegetazione cambiò aspetto e sembrava di stare più a nord rispetto a prima. Oltre ai pini d'Italia ci apparsero olmi e castagni della Francia. Arrivammo in città da un viale alberato con garbo. Da molto lontano si scorgeva la cupola della chiesa principale che occupava un punto in alto.
Piazza, che gli abitanti chiamano Chiazza era stata, se dobbiamo credere ad alcuni scrittori, fondata da una colonia di Eoliani; altri sostengono che deve la sua origine agli abitanti di Gelentium, che vi si insediarono dopo la distruzione della loro città. Il suo nome era in origine Plutea o Plutia, dicono per la ricchezza del suo territorio. Piazza fu ridotta in cenere dai soldati di Guglielmo il Malo nel 1163; Guglielmo il Buono la fece riscotruire a tre miglia dalla sua posizione originale e difesa da un forte castello, di cui il signor Borch* nelle sue Lettere sulla Sicilia, ci ha detto che ha trovato alcune rovine. Le strade della città attuale, considerata tra le città ricche dell'interno della Sicilia, le ho trovate molto ben asfaltate e abbastanza regolari. Il palazzo della Sopraintendenza si affaccia su una larga piazza, tre lati della quale occupati da botteghe di macellai. Piazza ha dato i natali (1625) al gesuita Prospero Intorietta**, missionario in Cina, che ha pubblicato con Rougemont e Couplet una traduzione della morale di Confucio (gli abitanti di Piazza si reputano discendenti dai Francesi che hanno soggiornato nella loro città durante la dominazione angioina; la loro lingua, diversa da quella siciliana, sarebbe un'alterazione del francese). La chiesa principale di Piazza è a tre navate a croce latina, le pareti e le colonne sono intonacate; la cupola s'innalza sopra il coro. Sulla destra si vede una cappella ben decorata, che sembra risalire al XVI Secolo. Nella parte esterna che corrisponde a questa cappella esiste una doppia fila di finestre chiuse su dei pilastri coi capitelli enormi teminanti a fiamma."
*Viaggiatore e naturalista polacco, 1753-1811.
**Si riferisce al gesuita Intorcetta.  

1843 Turista Bourquelot/2

 
1843 - Lago di Pergusa

Incontri al lago

Nel 1843 lo storico e docente di paleografia francese Fèlix Bourquelot (Provins 1815 - Parigi 1868) intraprende un viaggio in Sicilia e pubblica le sue impressioni nel 1848 nel suo volume Voyage en Sicile nel quale, a pagina 178, riporta questo episodio accadutogli prima di arrivare a Piazza, passando dal Lago di Pergusa.
"Un piccolo ma strano episodio è accaduto lungo il mio viaggio nei pressi del Lago di Pergusa. Mentre ero sulla strada per Piazza, intento a guidare il mio mulo carico di bagagli, seguendo la riva in silenzio, guardando l'acqua e i fiori, e cercando tra i miei ricordi i personaggi divini che una volta avevano frequentato questi luoghi, vedo, mezzo nascosto tra i cespugli, un uomo sinistro, che tiene in mano un fucile che sembra pronto allo sparo. Quando gli passo accanto, parlando in siciliano mi fa una domanda che non capisco e alla quale sto molto attento a non rispondere. Premendo sui fianchi del mulo, in poco tempo perdo di vista il mio intelocutore pericoloso. Luigi mi raggiuge ben presto, il suo volto è pallido e spaventato e batte persino i denti. Mi dice a bassa voce che aveva temuto per noi, mostrandomi in lontananza un altro fucile tra le canne. Confesso che non sono stato senza qualche apprensione, e il mio primo impulso, non avendo armi, era stato quello di allontanarmi dal nemico. Continuammo ad avanzare senza nuovi incontri e quando raggiungemmo la fine del lago, piuttosto che seguire la riva, seguimmo le creste delle colline e finalmente arrivammo ai nostri bagagli. L'altro accompagnatore, che avevamo creduto in pericolo, era salito più in alto per vedere cosa sarebbe successo e se avessimo avuto bisogno di aiuto. Riacquistato il sangue freddo, riflettei sulle diverse circostanze della mia avventura e senza essere accecato dal desiderio di raccontare dopo una storia di briganti, mi domandai se le persone che avevo incontrato appartenevano veramente a quella gente poco raccomandabile. Nonostante il pallore di Luigi, nonostante le precauzioni di Salvatore, nonostante la mia impressione, sono arrivato a questa conclusione disperata per la mia vanità, che raccomando ai futuri viaggiatori in Sicilia: gli uomini armati che si incontrano sulle rive del lago di Pergusa non sono dei briganti, ma cacciatori di anatre !"

► Domani la seconda puntata:  1843 - Turista Bourquelot "Piazza o Chiazza".

Sottoscrivi questo feed RSS

Ricerche Storiche

Censimenti

Storia Civile

Storia Ecclesiastica

Curiosità

Come Eravamo