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Piazza in una stampa inglese dei primi dell'800 |
Piazza altrimenti Chiazza
"Riprendemmo la strada di montagna. Un boschetto ricco di ombra e frescura e una fontana di acqua si offrirono a noi, sia uomini che bestie. Mi fermai lì e mi servii, tra gli alberi, un pasto solitario che mi piacque così tanto. Avvicinandosi a Piazza, la vegetazione cambiò aspetto e sembrava di stare più a nord rispetto a prima. Oltre ai pini d'Italia ci apparsero olmi e castagni della Francia. Arrivammo in città da un viale alberato con garbo. Da molto lontano si scorgeva la cupola della chiesa principale che occupava un punto in alto.
Piazza, che gli abitanti chiamano Chiazza era stata, se dobbiamo credere ad alcuni scrittori, fondata da una colonia di Eoliani; altri sostengono che deve la sua origine agli abitanti di Gelentium, che vi si insediarono dopo la distruzione della loro città. Il suo nome era in origine Plutea o Plutia, dicono per la ricchezza del suo territorio. Piazza fu ridotta in cenere dai soldati di Guglielmo il Malo nel 1163; Guglielmo il Buono la fece riscotruire a tre miglia dalla sua posizione originale e difesa da un forte castello, di cui il signor Borch* nelle sue Lettere sulla Sicilia, ci ha detto che ha trovato alcune rovine. Le strade della città attuale, considerata tra le città ricche dell'interno della Sicilia, le ho trovate molto ben asfaltate e abbastanza regolari. Il palazzo della Sopraintendenza si affaccia su una larga piazza, tre lati della quale occupati da botteghe di macellai. Piazza ha dato i natali (1625) al gesuita Prospero Intorietta**, missionario in Cina, che ha pubblicato con Rougemont e Couplet una traduzione della morale di Confucio (gli abitanti di Piazza si reputano discendenti dai Francesi che hanno soggiornato nella loro città durante la dominazione angioina; la loro lingua, diversa da quella siciliana, sarebbe un'alterazione del francese). La chiesa principale di Piazza è a tre navate a croce latina, le pareti e le colonne sono intonacate; la cupola s'innalza sopra il coro. Sulla destra si vede una cappella ben decorata, che sembra risalire al XVI Secolo. Nella parte esterna che corrisponde a questa cappella esiste una doppia fila di finestre chiuse su dei pilastri coi capitelli enormi teminanti a fiamma."
*Viaggiatore e naturalista polacco, 1753-1811.
**Si riferisce al gesuita Intorcetta.