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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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1843 Turista Bourquelot/5

Verso Caltagirone

Dopodiché ho ripreso la strada di Caltagirone, strada meno piacevole rispetto a quella nei pressi di Piazza, ma piena di vigne, di alberi e di verde. Le montagne vicine essendo trafitte da grotte sepolcrali ne volli visitare qualcuna. Sceso dalla mia mula mi diressi verso i punti neri che da lontano avevano attirato la mia attenzione. In una zona rocciosa, trovai quattro grotte di diversa forma e dimensione. All'ingresso di una si trovava una vasca, simile a un'acquasantiera e che sembrava essere destinata a contenere l'acqua santa. All'interno c'era una vasca sepolcrale. Le successive due camere erano più piccole della prima e si distinguevano dei resti di tombe. La quarta era la più grande ma fatiscente. Il tetto er acrollato nella parte anteriore e posteriore, rimanendone che delle rovine.
 
Fine del reportage dal centro della Sicilia
 
cronarmerina.it

1843 Turista Bourquelot/4

Mirabella Imbaccari (Maccari) primi '900

Passando per i Maccari 

A quattro o cinque leghe a sud-ovest di Piazza sorge Mazzarino, una piccola città col titolo di contea, da cui ha preso origine la famiglia del famoso cardinale Mazzarino. Le campagne vicino alla città (di Piazza), in particolare verso Caltagirone, meritano ancora oggi l'epiteto di opulentissime che avevano ricevuto dagli antichi. Si intravedono alberi del Nord e quelli del Sud, le querce, gli olivi, le aloe, i noci, le roverelle, i noccioletti, i cipressi e i canneti che arrivano sino a dieci metri. La strada si percorre deliziosamente, le querce formano un arco che difende dal caldo sole, l'edera circonda con le sue foglie lucenti i tronchi tondi come colonne, i rovi fitti e allineati ai lati della strada sembrano il pavimento di un tempio di verde. Una miriade di fiori spuntano dai ciuffi d'erba che tappezzano il suolo, dei piccoli ruscelli scendono dalle colline e attraversano la strada. Si è sempre sulle montagne, ma queste non sono rocciose. L'erba, le viti, gli alberi di tutti i tipi coprono i loro fianchi come un ricco tappeto, e a loro fanno da corona dei pini a ombrello. Infine, l'aspetto della campagna da Piazza per il villaggio delle Maccare, è uno dei più affascinanti che abbia mai visto. Nessuno potrebbe dipingere dei simili paesaggi e nemmeno potrebbe avvicinarsi alla realtà. Loro fanno riposare gli occhi e lo spirito per la semplicità, la calma e la freschezza.
La sala in comune del fondaco dove ho pranzato ai Maccari aveva un aspetto dei più pittoreschi. Era una grande sala con grandi archi a volta, illuminata da finestre circolari, che serviva anche da cantina, da ufficio, da osteria, da bottega e da albergo. Un tavolo e una panca di legno e un paio di boccali in peltro erano sufficienti alle esigenze dei frequentatori. In una nicchia, separata dal resto della stanza da una parete di tavole, a circa tre metri dialtezza, troneggiavano un letto enorme e una grande botte di vino, su cui penzolavano delle salsicce e dei prosciutti. Una porta, quasi sempre aperta, comunicava il locale degli uomini con quello delle scuderie dei cavalli, che, come ho già detto, sono molto curati in Sicilia. E' stato un bene trovare nel fondaco delle Maccare un po' di fuoco e un fornello per cucinare delle braciole.

* Domani l'ultima parte: 1843 - Bourquelot - Infine verso Caltagirone   

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