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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Al Duomo

 

Sottostanti e indifferenti

 
Grande e maestoso sovrasti 
da sopra il Monte l'intero paese.
 
Al tramonto le tue pietre s'arrossano
di un caldo colore e ti illumini 
come il sole, caldo e immenso. 
 
Per la tua esistenza 
tanta gente t'ha voluto,
per la tua longevità
tanta gente t'ha curato e venerato.
 
Ogni forestiero ti ammira
e chiunque sia passato t'ha reso onore.
 
Dalla tua alta sommità 
la croce sembra toccare il cielo,
così lontana da noi
che le stiamo sottostanti e indifferenti
come mai nessun altro che ci ha preceduto.
 
4 marzo 1987                      Sergio Piazza

 

Nel busto di Dante

 
Per noi che siamo stati studenti all'Istituto Magistrale "F. Crispi" di Piazza, quello nella foto è un ricordo che difficilmente potremo dimenticare, insieme al nostro prof. Carlo Bondì grande studioso che ostinatamente ce lo voleva far conoscere nei minimi particolari. Ma noi eravamo pronti persino a tesserarci alla Società Dante Alighieri pur di rimandare le interrogazioni, c'è chi ha investito nella Società fior di quattrini in quegli anni. Il busto in marmo del grandissimo poeta Dante Alighieri lo incontravamo ogni mattina al suono della campana a sinistra della grande entrata del prestigioso Istituto, col bidello sig. Di Dio accanto. Dopo la maturità lo abbiamo perso di vista, sino a quando lo abbiamo ritrovato alla Biblioteca Comunale e, ancora dopo dal Dicembre 2011, nel vestibolo della Pinacoteca Comunale, con tutto il basamento. Ma non tutti, anzi nessuno, avevamo letto cosa ci fosse scritto su questo enorme blocco di marmo, scolpito dall'artista Francesco Messina (Palermo ? - Palermo 1914) conosciuto per alcuni monumenti funerari a Palermo e Agrigento. A distanza di 43 anni c'è voluta una enorme dose di curiosità per leggere da vicino tutte le parole che, anche se scolpite, si confondevano col bianco del marmo. 
Eccovi la scritta completa indicata nella foto dalla freccia gialla:
al centro, sul libro scolpito in rilievo, Divina Commedia, poi in basso
 
IL CULTO DI DANTE
GUIDO BACCELLI¹
RIDESTAVA IN ITALIA
 
LA R. SCUOLA NORMALE DI PIAZZA ARMERINA
DIRETTRICE MARIA ROMANO
 
LA GENIALE IDEA SECONDANDO
AD OMAGGIO DEL DIVINO POETA
 POSE
 
XXIX GIUGNO MDCCCC 

¹ Guido Baccelli (1830-1916), medico e politico italiano, umanista e appassionato di antichità classica che, tra le tante iniziative, promosse i restauri del Pantheon e diede impulso determinante agli scavi di Pompei. Inoltre, fu tra i protagonisti principali nella lotta alla malaria e tra i primi a usare sistematicamente lo stetoscopio. Tra gli uomini di Stato più influenti in Italia, ricoprì la carica di ministro della pubblica istruzione per 6 volte tra il 1881 e il 1900.

N.B. Nell'aprile del 2016 il prof. Marco Incalcaterra ci ha fatto conoscere l'esistenza della pubblicazione di 10 pagine di Maria STELLINI MARESCALCHI, DISCORSO in occasione dell'inaugurazione del monumento a DANTE ALIGHIERI nella R. Scuola Normale di Piazza Armerina, Tipografia G. Bologna La Bella, PIAZZA ARMERINA 1900. La Signora Maria Stellini fu la moglie del commendatore Lorenzo Marescalchi, fratello del deputato e senatore Luigi (1857-1936).
In questo sito anche Ah, sommo padre Dante!
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Compagno indimenticabile del 1937

Prof. Giuseppe Secondo
Quando ho letto che tra i compagni di classe nell'anno scol. 1937-38 del prof. Giuseppe Peritore c'era un certo Secondo, ho provato a chiedere al mio vicino di casa prof. Giuseppe Secondo se quel cognome gli ricordasse qualcuno, sapendo della sua frequenza del magistrale cittadino e della sua ottima memoria. Prontamente e senza alcuna titubanza il prof. Secondo ha risposto che era il suo compagno di classe d L'càta (di Licata - CL). Dopo avermi elencato, confermandomeli, altri nominativi, tra i quali anche quello della preside di allora, ha aggiunto anche un particolare degno di nota. In segreteria in quel periodo anteguerra prestava servizio niente di meno che una nipote del poeta e scrittore Giosuè Carducci (1935-1907). Infatti, la signora Clelia Carducci, moglie del dottore piazzese Salvatore Marino abitante in via Mazzini al n. 95, era la figlia di Valfredo, fratello del premio Nobel per la letteratura. Valfredo visse a Piazza, presso l'altra figlia Ildegonda, sino alla sua morte avvenuta nel 1919. Inoltre, il prof. Secondo ha ricordato, senza che io gliene avessi parlato, di quella volta che andarono per una scampagnata a "Zàzza vèccia", come dice il Peritore nella sua autobiografia, nel terreno del compagno di classe Di Stefano e, lasciandoci, mi ha manifestato il grande desiderio di voler rivedere il suo indimenticabile compagno della provincia di Caltanissetta. Se ci pensiamo, si sta parlando di un signore di 91 anni che, dopo 76, si ricorda benissimo di un suo compagno, col quale è stato in classe solo per un anno e di una scampagnata trascorsa insieme! Altre generazioni! 
Il prof. Secondo Giuseppe (per gli amici Peppino) classe 1922, compagno alle elementari di mio padre Gino, dopo il diploma magistrale partì per la guerra, al rientro dopo qualche anno iniziò a insegnare in alta Italia. Nel 1951 ottenne il trasferimento a Piazza, al I Circolo Elementare della Trinità. Successivamente divenne Segretario del Patronato Scolastico, però tutti lo conosciamo come proprietario-gestore dell'altro grande cimena della nostra Città, l'EXCELSIOR. 
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
 

Famiglia Miccichè

Di rosso al braccio destro armato al naturale tenente una palma d'oro; il tutto sormontato da tre stelle d'oro a sei punte in fascia nel capo.
Famiglia originaria della Germania di cui un ramo è portato a Messina dal cavaliere Guidone Miccicherio nel 1355. 1578 Girolamo Miccichè oriundo di Pietraperzia acquista il feudo Consorto (nei pressi di San Michele di Ganzaria). 1580 Melchiorra Miccichè si sposa con Giovanni Paolo Trigona barone di S. Cono Superiore. 1598 Andrea è barone del feudo Consorto avuto in eredità dal padre Girolamo. 1609 Andrea barone del Consorto consegna 48 scudi al preposito della Casa teatina per messe di suffragio nella chiesa dei Teatini e l'anno seguente, 1610, lascia in eredità due vigne che rendono annualmente 50 scudi alla loro chiesa intitolata a di S. Lorenzo Martire. 1621 Francesco è barone di Consorto e nel 1645 giurato della Città. 1634 i Miccichè del Consorto acquistano il feudo Mastra e diventano tra le più cospicue famiglie di Platia. 1642 Girolamo junior, barone del Consorto e giurato, lascia un'ingente somma per una messa perpetua presso la chiesa di S. Lorenzo dei Teatini. 1666 Anna Maria Miccichè, figlia di Vincenzo, è baronessa dei feudi Consorto, Gatta e Mastra, inoltre è sposa di Scipione Di Giovanni barone di Pedara dei principi di Trecastagni. Alla baronessa viene applicata sul petto un'immagine metallica raffigurante il Beato Gaetano da Thiene e subito guarisce dai continui disturbi cardiaci di cui soffre. Alla sua morte è sepolta nella cappella gentilizia (la IV a dx) della chiesa di S. Pietro. Sempre nel 1666 Pietro è barone di Grottacalda. 1669 le sorelle Chiara e Antonia dei baroni di Grottacalda si fanno monache nel monastero di S. Agata e nel contempo lo ingrandiscono con la loro casa attigua. Nell'occasione, sulla porta laterale della chiesa, viene murato il blasone dei Miccichè (sicuramente è quello i cui resti si trovano nel chiostro dei Gesuiti). 1694 Marco Antonio, barone di Grottacalda, è cavaliere dell'Ordine degli Ospedalieri. 1713 Caterina Miccichè in Romeo è baronessa di Grottacalda. 1714 il sacredote Michele ha confiscati tutti i suoi beni per essere fuggito da Piazza per osservare l'interdetto. 1746 Pietro è Padre Agostiniano Centuripino presso il convento della "Neve". 1751 Michele è Padre Gesuita docente nel Collegio di Piazza. Di questa famiglia, oltre allo stemma nel chiostro dei Gesuiti, abbiamo due stemmi nella chiesa di S. Pietro, Pantheon della Città, nell'ultima cappella a dx.
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