ExclusiveCentraleSx
ExclusiveCentraleDx

Cronarmerina - Aprile 2025

Calisto Calcagno / Parte 3^

Calisto Calgano il giorno del matrimonio con Adele Pulvirenti

Calisto Calcagno 3^ Parte

"Le testimonianze"

(dalla Parte 2^) Adele Pulvirenti, nata a Siracusa il 19 gennaio 1903 e deceduta a Siracusa il 23 gennaio 1990, racconta la triste vicenda della morte di suo marito brigadiere di Pubblica Sicurezza Calisto Calcagno.

«Dopo una lunga notte di intensi bombardamenti, mio marito in servizio presso la Questura di Siracusa, si accinge a recarsi in città per servizio. Eravamo ospiti della contessa Grande a San Michele di Cassibile e cercai di dissuaderlo con i miei figli Aldo e Graziella ma fu inutile, perché doveva andare a compiere il suo dovere. Si avviò con la sua bicicletta e oltrepassò con la sua bicicletta il casello ferroviario di Santa Teresa Longarini e percorrendo qualche chilometro s'imbattè in un posto di blocco italiano al comando di un maggiore. Mio marito, da come fu riferito da testimoni, insistette per passare, mentre il maggiore italiano lo invitava a imbracciare un fucile per combattere. Nel frattempo giunse un mezzo dei pompieri che, tornando da Cassibile, raccolse mio marito e anche un gregario dell'UNPA, un certo Nunzio Formisano. Il mezzo dei pompieri proseguì fino al Ponte Grande dove gli inglesi erano appostati sugli alberi e spararono verso i pompieri che cercarono scampo sotto il Ponte, mentre mio marito rispose al fuoco con la pistola, ma venne colpito da una raffica di mitra insieme al Formisano. I corpi dei morti furono buttati nel fiume senza nessuna pietà: poi le reti frenanti poste nello stesso bloccarono i loro corpi che in seguito furono seppelliti lungo l'argine. Solo dopo lunghe ricerche mi segnalarono delle croci, che trovai lungo l'argine del fiume Anapo. Queste croci portavano una scritta in inglese "tre sconosciuti italiani" e la data 13 luglio 1943. Solo dopo il 1° ottobre 1943 furono disseppelliti i resti dei morti: quello di un vigile del fuoco e quello di mio marito. Le notizie le venni a sapere da dei pompieri tra cui il signor Ricciardi e Antonino Fazzina».

Nella Formisano, nata a Siracusa il 13 dicembre 1932, racconta la triste storia della morte di suo padre, il gregario dell'UNPA Nunzio Formisano, in un'intervista rilasciata nel 2007.
«Il 10 luglio 1943 mio padre doveva andare a prendere servizio al Comando dell'UNPA e pur avendo confidato la mattina a mia madre di avere paura andò lo stesso al Comando per non essere accusato di diserzione... L'Ufficiale italiano del posto di blocco chiese a mio padre di mettersi a disposizione con gli altri soldati nella difesa del Ponte sull'Anapo. Nel frattempo giungeva da Cassibile una moto pompa dei vigili del fuoco che aveva appena spento un incendio. I pompieri insistendo con l'Ufficiale per poter oltrepassare il Ponte gli chiesero altri uomini e così furono scelti mio padre e il brigadiere Calcagno. Mio padre aveva inteso il pericolo e aveva chiesto di tornarsene ma il comandante lo convinse a salire sulla moto pompa insieme al Calcagno. L'automezzo prima di arrivare al Ponte fu oggetto di scariche di mitragliatrice che colpirono mio padre alla testa e il Calcagno al petto... i corpi dei morti vennero gettati nel fiume per far largo ai mezzi in transito... mia madre continuò a cercare per giorni e giorni sino a quando un suo cugino le suggerì di scrutare sotto il Ponte perché si raccontava che i corpi gettati dagli inglesi erano stati trattenuti dalla rete di sbarramento messa dagli italiani... Alla presenza della mamma, dopo tre mesi di ricerche, gli operai del Comune recuperarono i corpi. E fu grazie all'insistenza di un anziano con la barba e i capelli lunghi che quel giorno furono trovati anche i corpi di mio padre e di Calcagno... Vorrei che le nuove generazioni sapessero come abbiamo sofferto noi, bambini di quel tempo». (continua nella 4^ e ultima parte: Lapidi ricordo e intitolazione di via

cronarmerina.it 

Leggi tutto...

Il Palio di una volta / 2

I tamburri al Campo Sant'Ippolito

(dalla n. 1) Ho appena ricevuto questa poesia in siciliano da un amico e compagno di scuola che Vi propongo immediatamente insieme ad altre foto del "Palio di una volta" (anni '60).

Pi Chiazza e pi Maria

(la storia di lu Paliu e Chiazza so')
 
I di XIX
"Magistratu di tutti li quarteri,
trasemu, 'mpari, ma di chi si tratta ?
Quanti custumi, tutti ssi banneri,
ma ancora ci sarà cu si l'accatta ?
Ma s'un c'è festa senza tammurinu,
d'annata sana cca, sa' chi casinu.
II
Talìa ddu Paliu dda, tra seggia e seggia,
anticu assai, chi rappresenta, mpari ?"
E Chiazza arrispunnìu: Tu testa leggia,
tu di chiazzisi ca lu poi cantari
lu guardi sulu quannu svintulìa
e scanusci la storia to' ch'è mmia. 
III
Sallu ca nta stu Paliu su' nchiuvati
mill'anni di sintenzi e di spiranzi
di gioi e di duluri accutturati
e di gloria e di sangu e di suttanzi,
mill'anni ca di mia nòbbili Chiazza
ognunu mi l'annacu nta li brazza.
 
Giòmetrico
(alias Giovanni Piazza)
 
cronarmerina.it
Leggi tutto...

Calisto Calcagno / Parte 2^

Calisto Calcagno tra i componenti della Squadra Mobile di SR nel 1943
 
Calisto Calcagno con i due figli Aldo e Graziella

Calisto Calcagno 2^ Parte

"La biografia"

(dalla Parte 1^) Calisto Calcagno nasce a Piazza Armerina (allora in provincia di Caltanissetta) il 19 dicembre 1900, da famiglia benestante. Quando il padre, insegnante, viene trasferito per lavoro a Milano, Calisto rimane con la madre a Piazza Armerina, dove però non riuscirà a completare gli studi. Il 22 marzo 1918 viene chiamato alle armi e parteciperà, anche se solo per pochi mesi, alla prima guerra mondiale inquadrato nel 47° Reggimenmto di Fanteria. Terminata la guerra presta servizio per alcuni anni nella Guardia di Finanza, dove resta dal 14 luglio 1919 fino al luglio del 1925. Nel 1926 entra nel Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza e il 1° ottobre 1940 viene nominato Vice Brigadiere. Sposa Adele Pulvirenti da cui ha due figli, Aldo e Graziella. Il 13 febbraio 1936 gli viene conferita la Medaglia d'Argento al Merito di Servizio. Sta per essere nominato Brigadiere quando, il 10 luglio 1943, viene ucciso dagli inglesi sul ponte del fiume Anapo. (continua nella 3^ Parte: Le testimonianze)

cronarmerina.it

 

Leggi tutto...

Calisto Calcagno / Parte 1^

 
Zona della battaglia
 
Ponte conquistato dagli Inglesi che permise la rapida occupazione di Siracusa
Aliante inglese "Waco" che partecipò all'operazione Ladbroke
 
Callisto Calcagno 1^ Parte
 
"La conquista del Ponte Grande sull'Anapo"

L'altro giorno Salvatore Legnosecco¹, nostro concittadino residente ad Augusta in servizio come Luogotenente nella Sorveglianza Costiera, mi ha segnalato in occasione del 70° anniversario della Battaglia di Sicilia, conseguenza dello sbarco degli Alleati del luglio 1943, l'esistenza del volumetto 10 luglio 1943 I combattimenti del Ponte sull'Anapo. Scritto da Alberto Moscuzza, sotto l'ègida dell'Associazione Culturale Lamba Doria di Siracusa di cui è il Presidente, viene ricordato un nostro concittadino caduto in guerra proprio in quei terribili giorni. L'autore nella premessa tiene a rimarcare la sua convinzione, che è anche la mia e di tanti lettori di questo sito, nonché di tutta la redazione comunale di "Memorie in Cammino" di cui faccio parte, «che sia doveroso raccogliere [il più possibile] le testimonianze e raccontare quei giorni di guerra tanto drammatici, che videro i siciliani coinvolti in prima persona in un conflitto mondiale da tanti non voluto». L'operazione "Husky", nome in codice dello sbarco in Sicilia, iniziò la sera del 9 luglio e l'obiettivo principale delle truppe Alleate, dopo aver toccato terra sulle estreme coste dell'Isola, fu quello di conquistare Siracusa  e il suo porto. Per questo gli Inglesi dovevano evitare che il Ponte sull'Anapo, detto anche Ponte Grande, a sud di Siracusa, venisse sabotato dagli Italiani e ciò avvenne con l'operazione a sorpresa Ladbroke, comprendente 137 alianti partiti dalla Tunisia con 1200 uomini a bordo. Alla fine solo 56 alianti giunsero sul suolo siciliano, ma uno soltanto riuscì ad avvicinarsi al Ponte Grande. Il plotone inglese rapidamente conquistò il Ponte disattivando le mine poste per la distruzione. Nel primo pomeriggio gli Italiani riconquistarono la postazione, ma qualche ora dopo dovettero riconsegnarla ai fucilieri scozzesi in avanzata, lasciando sul campo morti di entrambe le parti. Il Ponte rimasto intatto permise agli Inglesi di occupare Siracusa in serata. In quel periodo prestava servizio a Siracusa come brigadiere di Pubblica Sicurezza il nostro concittadino Calisto Calcagno classe 1900. (continua nella 2^ parte: La biografia di Calcagno

¹ Salvatore Legnosecco, è venuto a mancare, per un brutto male, il 7 febbraio del 2020.   

cronarmerina.it

Leggi tutto...

Fontana c.da Bellia-Madonnina/n. 7

 

Nella foto in alto quello che è rimasto di una fontana che doveva essere molto frequentata, soprattutto per dissetare il bestiame in transito in quella zona. Si trova lungo il percorso che di solito compiono gli amatori di jogging e footing tra i boschi della Bellia. Sino a qualche anno fa la fontana non si vedeva perché immersa nella vegetazione, oggi invece è ben visibile ma di acqua non ne sgorga più, in compenso è sormontata da un albero d pruni dözzi dözzi (prugne dolci dolci). Il luogo è stato reso ospitale, da quando è stata costruita sei anni fa una piccola cappella che accoglie una statua della Madonna. Era da tanto che non passavo da quelle parti ed è stato veramente piacevole vedere come è tenuto pulito e confortevole lo spiazzo, con sedili per chi vuole sostare dinnanzi alla cappella o fare un piccolo break con o senza panino, dopo la salita non proprio leggera venendo dal macello. Molto suggestivo è vedere tutti quei rosari lasciati nella cappella che nessuno tocca, tranne che per fare qualche preghiera: un angolo da prendere a esempio. Non conosco personalmente chi si è adoperato nella realizzazione di tutto ciò, ma colgo l'occasione per ringraziarlo o ringraziarli, bravi veramente, e se qualcuno sa i nomi mi farebbe piacere farli conoscere attraverso il mio blog. Dopo qualche anno ho potuto misurare la vasca dell'abbeveratoio: è lungo 21,75 metri e largo 2,00, risultando tra i più lunghi del mio censimento.

cronarmerina.it   

  • Pubblicato in Fontane
Leggi tutto...

U purtöngh du Purgatòriu

L'Anima Purgante¹ sull'arco del portone

Questo nella foto in basso è il portone della chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, nella nostra via Umberto già Stràta â Fera (Strada della Fiera) a un passo dalla piazza Garibaldi. La chiesa è chiusa alle pratiche religiose ormai da tanto tempo, ma sino a qualche decennio fa era tra le più frequentate dai fedeli piazzesi. Mio padre fu cresimato proprio in questa chiesa nel 1931 e mia madre da piccolo mi ci portava spesso. Fu aperta al culto nel 1679 sotto il nome di Anime Purganti e Maria SS. della Carità e, consacrata nel 1762, era la sede del Sodalizio dei Sacerdoti sotto il titolo della Madonna della Carità. Osservandolo bene, si notano almeno cinque cose: a) la conchiglia di cui abbiamo parlato nel post dedicato a S. Giacomo di Compostela; b) la scritta scolpita in latino "È sano pregare per i defunti, 1729"; c) la chiave di volta dell'arco in precario stato, che potrebbe cadere da un momento all'altro con conseguenze ben immaginabili; d) nel portone in basso a sx l'esistenza del foro per favorire il passaggio dei gatti, il cosidetto gattarö o in piazzese moderno gattaròlu; e) sempre nel pannello in basso a sx, quasi al centro, l'esistenza di una fessura orizzontale che permetteva l'offerta di monete per le elemosine. Concludo ripetendo ancora una volta quanto sarebbe essenziale rendere agibili e quindi visitabili le tante chiese presenti nel centro storico, rivalutandone le migliaia di opere d'arte. Immetendole in un circuito storico-artistico ben indicato e illustrato indurrebbe il turista a permanere almeno un altro giorno nella nostra Città, con ripercussioni economiche non indifferenti, invece di vederle crollare insieme alla nostra economia. Sarebbe il caso di coniare un altro slogan: <<NON SOLO MOSAICI>>.

¹ Nella foto in alto la scultura che caratterizza il nome della chiesa: l'Anima Purgante con le fiamme che l'avvolgono. Questa caratteristica la troviamo anche nelle due grandi statue in alto della facciata ai lati del campanile della chiesa di Santo Stefano, sede del Sodalizio delle Anime Sante del Purgatorio dei Preti e degli Artisti sotto il titolo di S. Gregorio Magno. Ambedue le chiese furono erette nella seconda metà del Seicento, quella di Santo Stefano fu eretta sull'antico cimitero esistente poco fuori le mura a due passi dalla porta della città intitolata a San Giovanni Battista. 

Altri post sulla chiesa del Purgatorio: L'organo del Purgatorio a Santo Stefano e Firme e date al Purgatorio

Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

Leggi tutto...

Come il fiume

 

Così come il fiume

Il corso di un ruscello, 
acqua limpida e fresca,
scende precipitosamente
dall'alto della sua generatrice.
 
Scosceso ed impetuoso 
trascina con se detriti 
scavati nella dura roccia,
facendosi strada fino alla valle.
 
Pianura industrializzata,
cuori avvelenati ed avidi 
gli scaricano dentro 
uccidendo ogni cosa che vive in lui.
 
E' un fiume tranquillo,
grande sì ma docile,
inquinato da tutto ciò che lo circonda
e stanco e silenzioso si trascina verso il suo destino.
 
Novembre 1990                                  Sergio Piazza
Leggi tutto...

I Ciappèdde

 
Gli attrezzi necessari al gioco: i Ciappèdde
Per questo gioco, diciamo un po' grezzo e per questo molto semplice, occorrono delle pietre piatte non più grandi del palmo della mano, se no diventano poco maneggevoli, ma neanche più piccole, se no sono poco precise, specie nei lunghi lanci. Questo tipo di pietre noi le chiamiamo CIAPPÈDDE ovvero piccola CIAPPA = lastra di pietra, quindi piccola pietra piatta, anche se nel piazzese più recente la E finale ha ceduto il posto alla I (ciappèddi). Per cultura generale vi ricordo che il piano Cattedrale* essendo originariamente mattonato da questo tipo di pietre locali, ma molto più grandi, veniva chiamato Piano Ciappèdde. Continuando a parlare del gioco è bene specificare che se non si vuole "rischiare" di vincere sempre, occorrono almeno due giocatori con una ciappèdda a testa. Le ciappèdde, facilmente reperibili in passato anche nel centro abitato, si lanciano a turno verso la ciappèdda più piccola chiamata MÈRCA o MÈRCU (bersaglio) da non confondere con MÈRCH che sarebbe u mèrcu sanguinante, cioè una ferita. Dopo aver lanciato u mèrcu, a una distanza che il lanciatore ritiene alla sua portata, uno degli altri inizia a lanciare cercando di avvicinarsi il più possibile al bersaglio. Alla fine dei lanci vince chi si è avvicinato maggiormente. Come si vede è molto semplice e per questo praticato soprattutto nelle scampagnate come Pasqualöngh e Trè d màiu. In questi casi è consigliabile praticarlo nelle ore antimeridiane, prima dei pasti, perchè di solito le bevande, specie quelle colorate di rosso, agiscono dannosamente sui giocatori che diventano molto "allegri" e quindi poco "responsabili", tirando di qua e di là a tantöngh.  In queste occasioni era tradizione che iniziassero a giocare i grandi: padri, zii e qualche volta nonni. Mai le donne, occupate com'erano a röst i cacòcciuli  e i custètti o cust'ceddi. Dopo le prime partite tra grìi, r'sàdi e sföttò i grandi lasciavano il campo, di solito 'n viulètt o viottulu, ai più giovani, così loro avrebbero potuto dedicarsi a faccende più "serie" parlando d polit'ca, affèri e, ancora più interessanti, d còrni d l'autri. Come posta era raro vedere del denaro, tutt'alpiù qualche cartella (figurina) sotto u mèrcu. Il gioco, che si avvicina a quello delle bocce, appunto perché praticato su campi irregolari, non ha come attrezzi sfere o palline, che altrimenti risulterebbero instabili e poco precise, togliendo così u brìu alla base di ogni passatempo. Quindi il gioco è prettamente campestre ma fra "professionisti" risulta non tanto facile, perché occorre molta precisione, specie nei tiri lunghi e nei colpi cosidetti A 'MP'CCHÈR. Gaetano Masuzzo/cronarmerina
 
* Cattedrale: chiesa principale di una diocesi in cui ha sede la Cattedra Vescovile; Duomo: chiesa principale di una città; Basilica: chiesa di particolare importanza.
  • Pubblicato in Cose
Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Ricerche Storiche

Censimenti

Storia Civile

Storia Ecclesiastica

Curiosità

Come Eravamo