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Dedicato ai pellegrini In evidenza

L'ingresso alla chiesa di Santa Maria di Piazza Vecchia

L'anno scolpito sul pilastro centrale dell'ingresso alla chiesa

Se in questi giorni doveste andare in pellegrinaggio alla chiesa di Santa Maria di Piazza Vecchia, date un'occhiata all'anno scolpito sul pilastro centrale dell'ingresso (nel rettanglo arancione foto in alto). Per tanti anni era passato inosservato ma nel maggio dello scorso anno, l'occhio clinico superallenato che ormai mi ritrovo, mi ha fatto scoprire l'incisione nella foto in basso. Buon pellegrinaggio sia all'andata (domenica 24 aprile) alla volta della Chiesa degli Angeli, che al ritorno martedì Tré d' Màiu con relativa scampagnàda. A proposito di questa ricorrenza, eccovi alcuni versi della poesia del poeta Pino Testa:

U TRÉ D' MÀIU

[...]

Ma U Tré d' Màiu, pr' mì era l'evént'

ch' m' 'ncastràva na giurnàda,

o ghh'éra témp böngh' o témp' tént',

nan mâ p'rdéva mai sta scampagnàda.

 

Darréra dû st'nnàrd dâ 'V'gnéra',

cû m'caör' ô codd' e u brannunétt',

griàva 'nzému a l'autri na prièra

cu tutta a vösg' ch' ggh'éra nû mi pétt'.

[...]

"Ma quant' è ten'ra sta cauda càlia,

t' squàgghia 'mböcca, chi béu t'rröngh'!

Pupi d' zzuch'r'... còsi di vaglia...

dama ch'è l'urt'ma dû caudaröngh'!"

Pino TESTA

(P'nz'ddiadi, Poesie in galloitalico piazzese, AGS, P. Armerina 2006)

 

Traduzione

IL TRE DI MAGGIO

[...]

Ma il Tre di Maggio, per me era l'evento

che mi occupava tutta una giornata,

o c'era tempo bello o tempo brutto,

non mi perdevo mai questa scampagnata.

 

Dientro lo stendardo della Vergine,

col fazzoletto al collo e il cero,

gridavo insieme agli altri una preghiera

con tutta la voce che c'era nel mio petto.

[...]

"Ma quanto sono teneri questi ceci abbrustoliti,

ti si sciolgono in bocca, che buon torrone!

Pupi di zucchero... cose di valore...

dammela che è l'ultima del calderone!".

cronarmerina.it

Commenti  

+1 #5 Gaetano 2016-04-25 06:40
Silvio, la tua è la versione pittoresca e "colorita", la mia, o meglio, quella che ho letto sul libro di Ignazio Nigrelli e che io riporto sul post del 1° maggio 2013, è quella reale che ci propone i giovanotti piazzesi un po' più mal'ziösi e sgherziösi che prendevenao in giro i pellegrini di passaggio.
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+1 #4 sivio 2016-04-24 18:53
Gaetano se non hai risposto al quesito,posso ricordare cosa era il Sanastru:era un groviglio di nastri colorati che si appendevano dappertutto in quei tre giorni.Il I maggio dopo i (pignati al piano d buffi),si aspettavano vicino alla stazione i pellegrini (pieni di Sanastri) che tornavano dalla festa di S.Filippo di aidone,Il giorno 3 tutti sulla strada che porta a Piazza vecchia con tutte le bellezze raccontate da Didi.Anche qui i Sanastri non potevano mancare:Grazie e scusami Gaetano oer le cose risapute.
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+1 #3 Gaetano 2016-04-24 14:51
Didi, rispondo al tuo quesito invitandoti a leggere "A festa du sanastru" del 1° maggio 2013 tra la categoria Come eravamo - Tradizioni: http://www.cronarmerina.it/come-eravamo/tradizioni/item/651-a-festa-du-sanastru
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0 #2 Didi 2016-04-24 07:00
Tre di Maggio: e chi se lo perdeva!! Nei mesi precedenti tutto veniva organizzato in modo da rendersi liberi per quel giorno. Dovevi andare dal medico? Vado dopo il 3 di maggio. Dovevi sposarti? Lo farò dopo il 3 di maggio.(magari dopo ci ripensavi e non sapevi quale pericolo avevi scongiurato). Il ricordo più grande che ho è fatto dai profumi di quel giorno. A volte si comprava una cassa intera di sarde da arrostire in campagna, con l'aggiunta di decine di carciofi preparati sulla brace. Da lontano vedevamo la processione che riportava la Madonna nella sua dimora, mentre già ci preparavamo per una ricca merenda, tanto per non restare con le mani in mano e la bocca vuota. "Sanastru" a tutti. P.S. Prof. ci spieghi cosa vuol dire questo termine. Grazie.
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+1 #1 Giusy 2016-04-23 12:05
Bravo prof. ogni occasione è buona per ricordarci tradizioni e storia di Piazza. Grazie
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