Buona Pasqua da lontano In evidenza
Cattedrale dalla via Roma
Dopo la poesia Chi la dura la vince la Signora del Nord si rifà viva per augurarci Buona Pasqua a modo suo, con dei versi che dipingono Piazza col pennello intriso di nostalgia.
Piazza Armerina come un dipinto
Poche parole come pennelli
Per dipingerti su carta
Pochi caldi e colorati tasselli
Non c'è bisogno di fantasia
Bastano gli occhi di nostalgia
Sei tutta in un quadro con scene di arte e di vita
Sei tutta una tela dal ricordo di suoni e colori ordita
Palazzi grandi piccole modeste dimore e i bassi
Fanno da cornice a vie antiche percorse da tanti passi
Diverse le voci diversi i silenzi e gli odori
Creano chiazze di vita intensa e di sentire densa
Che divide e unisce un'umanità gaudente o dolente
Sant'Anna Trinità Collegiata
Voci e vocine di bimbi
Odore di carta di libri e studenti
Assonnati infreddoliti ma contenti
Di percorrere insieme un tratto di vita
Piazza Garibaldi via Marconi circoli e società
Compongono e osservano pezzi di comunità
Che vive gioie e dolori
Passioni cattiverie e amori
Di calda arenaria forgiati da mano d'artista
Palazzi e chiese scene di vita scorrono alla vista
Per via Garibaldi via Umberto via Mazzini
Stùscio e acquisti con pochi quattrini
Gruppi di amici ritrovati
Alle lunghe assenze sottratti
E dal conforto di un bar scaldati o rinfrescati
E le antiche farmacie trionfo di misteriosi
Barattoli allineati su legni intarsiati
Esse offrono rimedi per corpi malati
Per pochi fans da cenacoli dove esternare
Pensieri gioiosi dissensi e consensi
Da cui apparire contro il sistema o conformisti
Via Cavour Santa Rosalia un quadro di impressionisti
Si crea da sé coi colori di frutta e ortaggi
Carni pesci e altri paesaggi
Di uomini e donne diversi per abito e ceto
Di figure e voci di mercanti
Di sempre gli strilli di ambulanti
Tutte immagini nello spazio e nel tempo danzanti
Dal centro del quadro il cerchio si allarga
In vicoli viuzze stradine cortili giardini
Case l'una all'altra addossate
Unite o separate
Da scale e scalini
La gialla arenaria ne fa quasi un'unica chiazza
Un unico scenario
Nel quale i rumori delle botteghe scandiscono l'ordinario
Tempo della vita denso più denso scemato
E poi altri tempi altri rumori
Zoccoli di cavalli asini muli del passato
Oggi automobili sull'asfalto
Segnano il giorno che inizia e finisce
C'è poi un suono che unisce
Le tante squillanti campane e la banda per le strade in festa
Segnano il tempo della gioia che sì passa lesta
Ma lascia scie di piacere
Dal profumo delle consumate cere
Alle note fragranti di sughi e dolcetti
La festa è senza orpelli e senza troppi belletti
Antica sentita ha un suo autentico e primordiale fasto
E ai riti moderni non si dà in pasto
Forse perché coperta e protetta
Dalla imponente Cupola per ciò eretta?
Signora del Nord, marzo 2016
cronarmerina.it
Commenti
Gentile signora ,ho capito,piazzesi facciamo i complimenti alla anonima che presto si presenterà:Mi scusi e l'ammiro.Silvio