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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Padre Saetta Missionario Martire/2

 
Padre Eusebio Chini (1645-1711)¹
2^ Parte
(dalla 1^ Parte) Nel 1693 P. Francesco Saverio Saetta si trasferisce a Puebla per continuare a studiare e nel 1694 è pronto a partire in missione per il Messico Settentrionale, al confine con gli Stati Uniti d'America, nella regione di Sonora dove i PP. Gesuiti avevano una missione. Raggiunto Dolores, nella missione di Nuestra Señora trova il visitatore P. Giovanni Muños e il trentino P. Eusebio Chini (in spagnolo Quino o Kino, nella foto) col quale inizia il viaggio verso Caborca. Effettuate le operazioni di consegna e presentazione della missione, P. Kino se ne torna lasciando il Saetta nella sua opera di ristrutturazione e costruzione materiale e spirituale dei suoi indios². Nel dicembre del 1694 il Governo Militare Spagnolo della Pimeria Alta impedisce gli spostamenti nella zona di Arispe per lo svolgimento di rastrellamenti contro i ribelli Hojones, Janos y Sumas. Una volta ricevuto il permesso di partire, dopo aver ottenuto gli aiuti che cercava per la sua missione, rientra a Caborca dove si improvvisa muratore, falegname e agricoltore. Questi esempi convincono gli indios ad aiutarlo ancora con più fervore, tanto che la missione diventa base logistica per le nuove missioni nelle limitrofe California e Arizona. Nell'aprile del 1695 i ribelli, domati a dicembre, si riorganizzano per riattaccare le missioni, in quanto ritenute espressione del colonialismo spagnolo. Il 2 aprile, Sabato Santo, dopo aver assaltato la missione di S. Pietro di Tubatama, i Pimas attaccano quella di Caborca. Padre Saetta, che in precedenza aveva avuto buoni contatti con alcuni di loro, li accoglie con cordialità ma, alla fine dell'incontro, due Pimas, tratto all'improvviso l'arco, lanciano due frecce contro il nostro Padre, colpendolo al petto. Padre Saetta visse pochi istanti, il tempo di portarsi ai piedi della vicina Croce e di morire abbracciato a Essa. (tratto da L. Villari, Francesco Saverio Saetta - Missionario e Martire in Messico 1665-1695, Estr. da "Regnum Dei" Coll. Theatina, ROMA 1995, n. 121)
 
¹ Non trovando un ritratto del nostro Saetta, ho inserito quello del gesuita missionario, esploratore e geografo trentino Eusebio Chini, guida e compagno di viaggio nel 1694 del Saetta. Il Chini è riconosciuto come tra i "padri fondatori dello Stato americano dell'Arizona" tanto da essere l'unico tirolese-italiano presente nel "Famedio" (luogo di sepoltura e memoria di personaggi illustri) di Washington.
² Si stima che prima dell'arrivo degli europei, il Messico centrale possedesse 25 milioni di abitanti. Di questi, nel periodo di tali missioni, ne erano rimasti poco più di un milione, a causa delle epidemie e dei massacri subiti.
cronarmerina.it

Famiglia Triolo

D'azzurro alla fascia d'oro accompagnata da tre palle d'oro, due in capo e una in punta.
La nobile e antica famiglia Triolo (alias Treoro o Trioro) oriunda di Venezia è trapiantata a Napoli e la troviamo in Sicilia nel XV secolo, precisamente nel 1445 a Plaza con Giovanni de Triolo Regio Notaio. Nel 1482 i fratelli Matteo e Giovanni Triolo sono famosi medici piazzesi consultati dal Viceré. Nel 1519 Giuseppe I Triolo è in possesso di Geracello. Nel 1520 Pietro senior de Triolo è notaio e barone di Gerace (feudo in territorio di Enna, al confine con quello piazzese di Friddini). Nel 1556 Giovanni Andrea senior, figlio di Giuseppe I de Triolo, è barone di Gerace e Geracello e nel 1566 Giurato. Nel 1560 Giovanni Matteo de Triolo è Giurato. Nel 1581 Giovanni Andrea junior de Triolo è barone di Gerace e Geracello. Nel 1590 ca. Giuseppe II Triolo è cadetto dei baroni di Gerace e Geracello, ricopre la carica di Giudice della Corte Pretoriana di Palermo tra il 1576 e i 1595 e fa costruire nel suo podere di contrada Polleri un convento di Agostiniani Centuripini. Stando a Palermo per la carica di Giudice, finisce per prendervi fissa dimora, divenendo il capostipite dei Triolo della Val di Mazzara e nel 1625 probabilmente è morto, dato che troviamo i suoi discendenti ad Alcamo. Giuseppe II è fratello minore di Giovanni Andrea junior e di Pietro junior. Nel 1609 Marsilia de Triolo, figlia di Pietro junior, è baronessa di Gerace e Geracello ed è sposata col piazzese Giovanni La Valle. Nel 1613 Pietro junior Triolo è barone di Gerace e Geracello. Da tale data non si hanno più notizie del ramo piazzese. Gaetano Masuzzo/cronarmerina  

Padre Saetta Missionario Martire/1

Chiostro dei Gesuiti dove studiò e insegnò il piazzese Padre Saetta (1665-1695)
1^ Parte
Giovanni Antonino Domenico Francesco Saetta¹ nasce a Platia il 22 settembre 1665 da Don Pietro e da donna Felicia Guelli. Ha un fratello più grande nato nel 1663, Gaetano Domenico, e avrà una sorella più giovane nel 1666, Rosalia Maria Margarita. Francesco compie i primi studi nel collegio dei PP. Gesuiti di Piazza (nella foto) dove si distingue per la grande devozione nei riguardi di S. Francesco Saverio² tanto che, a 14 anni, quando si iscrive al noviziato dei PP. Gesuiti di Palermo, si fa chiamare Francesco Saverio Saetta. Nel collegio palermitano incontra i piazzesi Erasmo Boccadifuoco (futuro provinciale di Sicilia), Giuseppe Polizzi, teologo, Francesco Intorcetta, fratello di Prospero, Gaspare Cardamone, Domenico Porcelli e Perillo Mendoza. All'età di 17 anni, avendo conquistato la fiducia del suo direttore spirituale e del suo rettore, che gli riconoscono prestanza fisica e ottima comunicativa, ottiene il permesso di chiedere di essere destinato alle lontane missioni d'Asia e d'America. La risposta è negativa e 2 anni dopo, nel 1684, è trasferito al Collegio di Messina in qualità di maestro di grammatica, l'anno dopo ritorna a Palermo per completare gli studi di filosofia e delle arti nel 1687. Nel settembre dello stesso anno riformula la domanda per essere inviato in missione con risposta nuovamente negativa, quindi ritorna a Platia in qualità di maestro di grammatica nel collegio gesuitico. All'inizio dell'anno accademico 1688-89, torna a Palermo per studiare teologia e insegnare letteratura in quel collegio e ogni tre settimane deve predicare nella piazza antistante. Riconquistata la benevolenza del suo direttore spirituale per la preparazione, le capacità organizzative e la decisionalità, riformula nel 1691 altre due volte la richiesta di trasferimento a Città del Messico e, finalmente, alla fine di quell'anno, arriva da Roma il tanto desiderato placet. Nella tarda estate del 1692 arriva a Veracruz in Messico e alla fine dell'anno, all'età di 27 anni, è ordinato sacerdote. Studia teologia a Città del Messico e mentre presta attenzione alle apparizioni della Madonna "morena" scopre la diffusa e viva devozione tra gli indios per S. Gaetano da Thiene pur non essendoci missioni di PP. Teatini. (continua) (tratto da L. Villari, Francesco Saverio Saetta - Missionario e Martire in Messico 1665-1695, Estr. da "Regnum Dei" Coll. Theatina, ROMA 1995, n. 121)
 
¹ La dizione Saetta, riscontrata tra le famiglie nobili di Messina, dalle quali discendeva quella del magistrato nominato nella città di Regalbuto e poi di un giurato di Platia, fu mutata in Saitta nella nostra parlata dialettale. Infatti, nel 1545 nella nostra Città troviamo un Saitto, nel 1572 troviamo il magnifico Antonino Saitta che cede alcuni casolari per la costruzione della sagrestia e del campanile della costruenda chiesa di San Rocco poi di Fundrò, nel 1646 un Sayta o Saijta, a metà Seicento famiglie Saita o Saijtha o Saytta, nel 1684 un Saijtta e nel 1816 un Saitta. A Piazza tuttora sono numerosi i Saitta, mentre è del tutto sconosciuta la dizione Saetta che, invece, si trova nei documenti degli Archivi dei Gesuiti. Pertanto le due dizioni appartengono allo stesso cognome, solo che la Saitta si è affermata e tramandata nella nostra Città.
² Anche la nostra Città sperimentò i miracoli di S. Francesco Saverio (Santo nel 1622) tanto da proclamarlo, nella prima metà del Seicento, 4° compatrono e protettore innalzandogli un altare nella chiesa di Sant'Ignazio (l'ultimo a dx, accanto alla sagrestia).
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Motivi per noi irragiungibili?

 
Parcheggi per cani
Cassonetti per la raccolta differenziata
Qualcuno non si spiegava come mai Trento e Bolzano sono ai primi posti nella classifica delle province con la migliore qualità della vita, formulata qualche giorno fa dal quotidiano "Sole 24 Ore". Eccovi due dei tanti motivi nelle foto scattate l'altro ieri in quelle province !
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