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Gaetano Masuzzo

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Antonio il Verso / 3^ Parte

Libro di Antonio il Verso dedicato nel 1590 a Geronimo Caponetto¹
 
3^ parte (Antonio il Verso, 1555 ca. - 1621 ca.)
 
Partito il Vinci da Plaza, anche il Verso lasciò la nostra Città per recarsi a Palermo nel 1585 dove trascorse il resto della sua vita. A Palermo ben presto si legò in amicizia con poeti, musicisti e con membri dell'alta nobiltà, frequentando le varie Accademie cittadine e dedicandosi all'insegnamento come maestro anche nel Convento domenicano². In poco tempo divenne il più prolifico e il più importante dei compositori siciliani del suo tempo. Pubblicò circa 40 libri di musica sacra e profana, dei quali 23 contengono madrigali a 5 voci. Di queste ci sono pervenute appena 5 opere complete e altre 10 incomplete. Nel 1588 a Palermo appaiono le prime sue musiche nella pubblicazione del III Libro di mottetti a 5 e 6 voci di Pietro Vinci con alcuni altri di Antonio il Verso. Questo libro, omaggio al Vinci che chiama suo maestro, lo rivelò ai musicisti di Palermo che così iniziarono ad apprezzarlo. Nel 1590, sempre a Palermo, pubblica Il Primo Libro de' Madrigali a cinque voci (nella foto) e nello stesso anno a Venezia ne pubblica altri 2. Cinque anni dopo a Palermo ne pubblica altri 2. Dal 1601 al 1604 il Verso si trova a Venezia per conoscere i nuovi progressi nel campo della musica polifonica e, operando egregiamente, pubblica altri 5 libri di madrigali, affermando la sua personalità per l'originalità nelle polifonie. Nel 1605 torna a Palermo per pubblicare altri 3 Libri di madrigali e nel 1611 a Venezia vengono stampate altre 2 pubblicazioni. Seguono 3 pubblicazioni a Palermo, 2 nel 1612 e l'ultima nel 1619. Nel 1620 il Verso partecipa ai funerali del francescano riformato frà Nicola da Piazza (al secolo Nicola Seggio), morto a Palermo il 19 marzo dello stesso anno in odor di santità. (tratto da L. Villari, Antonio il Verso - Musicista, T.D.G., Roma 1999)

¹ Una nobile famiglia Caponetto, baroni di Bufalefi (Noto), viveva in quel tempo a Plaza.
² È il convento della chiesa di S. Domenico, Pantheon del capoluogo siciliano e dei Siciliani illustri ove è seppellito il gen.le Antonino Cascino.

(continua)

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Antonio il Verso / 2^ Parte

Claudio Monteverdi (1567-1643)

2^ parte (Antonio il Verso, 1555 ca. - 1621 ca.)

Dimorando il Vinci a Pulice (n.d.r. altro nome della nostra Città in quel periodo) durante gli ultimi anni della sia vita (1582-84) conobbe tutti i maestri della Scuola Musicale Piazzese dei quali, oltre al Verso (allora ventisettenne), ci restano i nomi dei carmelitani Riccardo La Monica (allora settantenne), Antonio de Sanso (cinquantenne) e Michele Mal'Herba (o Malerba, adolescente). A essi il Vinci fece conoscere le novità compositive della Scuola Musicale Polifonica Veneziana¹. (tratto da L. Villari, Antonio il Verso - Musicista, T.D.G., Roma 1999, p. 2)

¹ La musica polifonica è la combinazione simultanea di voci nella quale ciascuna voce attua una melodia indipendente. Nel XII secolo a Parigi sorse la Schola Cantorum nella cattedrale di Notre-Dame che perfezionò il doppio canto od organum, nel quale la prima voce era di solito una melodia gregoriana, detta tenor, e la seconda voce era di libera invenzione, detta vox organalis. Nel XIII secolo la musica monodica (canto gregoriano) cedette il passo al doppio canto (polifonia sacra) dando vita alla lauda, canzone popolare in lingua volgare, cantata a due o più voci in forma di dialogo rievocante passi o episodi delle sacre scritture. Dal XIV secolo accanto alla polifonia sacra cominciò a svilupparsi in Francia e in Italia lo stile polifonico profano: le ballate, la caccia, la villanella, il madrigale. Nel Cinquecento, al tempo del nostro Verso, lo stile polifonico vocale, sia sacro che profano, si era affermato attraverso due Scuole: la Scuola romana e la Scuola veneziana. Quest'ultima ebbe quale rappresentante iniziale Giovanni Gabrieli (1557-1612) mentre il più grande maestro fu il cremonese Claudio Monteverdi (nella foto) che, raccogliendo le esperienze precedenti e contemporanee (tra le quali quella del nostro Verso), portò il madrigale allo splendore, oltre a essere considerato l'iniziatore del melodramma. Il nostro Verso non solo visse in pieno l'esperienza della Scuola veneziana, ma - sotto alcuni aspetti - ne fu il più importante rappresentante e continuatore in Sicilia. (L. Villari, Antonio il Verso - Musicista, T.D.G., Roma 1999, pp. 8-9) (continua)

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Antonio il Verso / 1^ Parte

Il madrigalista Gesualdo da Venosa (1566-1613)¹
1^ parte (Antonio il Verso, 1555 ca. - 1621 ca.)
 
Antonio il Verso nacque a Plaza da Clementia e Matteo de lo Verso nel 1555 ca. Allievo dello Studio Pubblico dei Domenicani (oggi Seminario Vescovile), fu istruito nella umane lettere (greco, latino, ebraico), nella retorica, nelle scienze, nella liturgia, nel canto e nella musica, nella quale diede prova di felice disposizione, sicché a 10 anni s'era affermato nella musica et habilità del suono avendo scritto il "Libro dei ricercari a due voci". Conseguita la licenza in musica, il Verso iniziò a esercitare in loco la professione di maestro fino a quando il destino portò nella città di Plaza il nicosiano Pietro Vinci² musicista di fama nazionale, il quale, dopo aver soggiornato per molti anni a Bergamo, era rientrato in Sicilia. (tratto da Litterio Villari, Antonio il Verso - Musicista, T.D.G., Roma 1999)
 
¹ Non avendo alcun ritratto del nostro Antonio il Verso ho ripiegato su uno di un compositore di madrigali italiano nato a Venosa e coevo del Verso.
² Pietro Vinci nacque a Nicosia nel 1535 ca. e dato che la città di Nicosia allora non aveva un convento domenicano con studio pubblico, appare cosa lecita pensarlo studente nello Studio Pubblico Domenicano di Piazza, il più vicino a Nicosia. Dopo qualche presenza saltuaria a Palermo, tra il 1558 e il 1561, il Vinci parte per Napoli per poi rientrare a Nicosia nel 1565 e ripartire alla volta di Livorno. Dal 1567 al 1581 lo troviamo a Bergamo, dove fu maestro di cappella. Nei primi mesi del 1582 tornò assai malato a Nicosia, poco tempo dopo si trasferì a Piazza e poi a Caltagirone. Tornato a Piazza dopo qualche mese, trovò la calda accoglienza dei docenti e degli allievi di musica dello Studio Pubblico Domenicano della sua adolescenza, oltreché dei maestri della Scuola Musicale Piazzese, ai quali trasferì le nuove esperienze musicali della Scuola Veneziana. Inoltre, ebbe l'affettuosa ospitalità di don Francesco Spinelli Starrabba barone della Pirrera, al quale dedicò il VII Libro dei madrigali a cinque voci nel giugno del 1584. Pochi mesi dopo morì a Nicosia all'età di ca. 50 anni. (continua)
 
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Fontana Villa delle Meraviglie/n. 24

 
Questa è la 7^ fontana presente nella Villa delle Meraviglie. E' a pianta mistilinea perché ha il perimetro composto da segmenti rettilinei e archi di curva, con al centro una grossa scultura in pietra rappresentante una pigna. La fontana, come il resto della villa, è tenuta bene ed è curata sin nei piccoli particolari. Oltre al prezioso Museo, vale la pena di visitarla anche per le tante fontane esistenti. 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina 
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