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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Stemma Accarigi alla Commenda

 
Stemma Fam. Accarigi: di rosso, seminato di gigli d'oro, alla banda attraversante dello stesso
Stemma di frà Giocondo Accarigi  all'interno dell'acquasantiera alla Commenda
 
Tra i tanti stemmi disseminati nella nostra Città c'è questo della foto in basso che riproduce a rilievo, dentro l'acquasantiera entrando a sx, quello della foto in alto. Si riferisce allo stemma di frà Giocondo Accarigi, originario di Siena, che fu nel 1623 beneficiario e commendatore della nostra Commenda di S. Giovanni Battista (quella di fronte la chiesa di S. Stefano). Nello stesso periodo frà Accarigi ricoprì gli incarichi di Segretario del Comun Tesoro della Lingua di Italia in Malta prima e di ricevitore di Licata dopo. Inoltre, da una nota nel libro di L. Villari, Storia Ecclesiastica, si viene a sapere che viene ricordato anche per aver condotto le ricerche di testimonianze sulla vita del Beato Gerlando, di cui ho già parlato nella ricerca che si trova in fondo alla home page di questo blog. I Commendatori all'inizio del 1600 non sono più i responsabili della gestione delle Commende viste come ospizi e ospedali per i pellegrini diretti in Terra Santa o per le popolazioni del luogo, com'è avvenuto sino alla prima metà del Trecento, bensì sono i curatori dei cospicui beni accumulati dall'Ordine, con l'incarico di inviare le rendite al titolare e le "responsioni" al lontano Gran Maestro. Nel contempo hanno l'importante missione di propagandare la religione dei Cavalieri Ospedalieri di S. Giovanni Battista, ai fini del reclutamento, tra la gioventù delle città in cui sono presenti, in questo caso nella nostra Platea*. Infatti è proprio all'inizio del '600 che si registra un grande interessamento dei giovani nobili della Città per questo Ordine Cavalleresco. Tra i nuovi Soldati della Fede della nostra Città troviamo giovani delle famiglie Crescimanno, Boccadifuoco, Trigona, Micciché, Sanfilippo, Episcopo, Catania e Barabarino. Gaetano Masuzzo/cronarmerina

*Platea o Platia era il nome della nostra Città nel 1600 quando gli abitanti oscillavano tra i 16.000 (1583) e i 20.000 (1640). Il nome, prima di Piazza Armerina nel 1862, cambiò durante 7 secoli per ben 21 volte.  

Fontana Giardino Andrea Cursale/n. 27

Questa fontana, la n. 27 del nostro censimento, si trova in piazza Gen.le Cascino, nella villetta chiamata Giardino Andrea Cursale, assessore al verde pubblico nato nel 1972 e morto prematuramente nel 1996. La fontana, come tutti i sedili attorno, è stata scolpita qualche anno fa dallo scultore piazzese Salvatore Martello (1948-2008) e, specie in estate, è frequentata dalle colombe che ne approfittano per dissetarsi senza alcun timore. Gaetano Masuzzo/cronarmerina

I Mercedari a Palermo

Chiesa di Santa Maria della Mercede al Capo
Stemma dell'Ordine dei Mercedari
A volte si scoprono gioielli storico-artistici "grazie" anche alle piccole catastrofi. Il 18 febbraio scorso a Palermo ha fatto notizia il crollo di una palazzina in via Cappuccinelle, una delle tante vie nel cuore del mercato del Capo, tra il tribunale e la cattedrale. La palazzina disabitata di tre piani si trova, almeno quello che rimane, a dx della chiesa della Madonna della Mercede nella foto in alto. Il 7 novembre 2013 su questo blog vi avevo parlato dei Cavalieri Mercedari, Ordine Cavalleresco Spagnolo fondato nel 1233 in Aragona, regione della Spagna. Nel 1482, dieci anni prima della scoperta dell'America, per volere dei Cavalieri Mercedari sorse a Palermo, su un ampio terrazzo del Rione Seralcadio, la chiesa di Santa Maria della Mercede o Bedda Matri ra Miccè, forma dialettale derivante dallo spagnolo Mercè. Al terrazzo si accede tramite uno scalone che si diparte da un vicolo tra le putìe (botteghe) del Mercato del Capo, di cui vi parlerò un'altra volta. L'interno della chiesa è strutturato in una sola navata che si chiude con un luminoso presbiterio. L'edificio di culto nell'ultimo scorcio del XVII secolo accolse la Confraternita intitolata alla Madonna della Mercede, tuttora operante. Colgo l'occasione per ricordare che il Centro Storico di Palermo è, dopo quello di Roma, il più esteso d'Europa con i suoi 240 ettari ed è formato da 4 Quartieri o Mandamenti (La Loggia, Kalsa, Albergheria, Il Capo), che s'incontrano presso i Quattro Canti altrimenti chiamati Piazza Vigliena o Teatro del Sole. Secondo il mio modesto parere, prima di visitare i centri storici di altre città italiane o europee, consiglierei vivamente di conoscere i tesori più o meno nascosti nel Centro Storico della nostra Capitale, credetemi, rimarrete strabiliati. Vi consiglio di iniziare dalla Chiesa del Gesù, a poche centinaia di metri dai Quattro Canti: scendendo la via Maqueda verso la Stazione Ferroviaria, prendere la 2^ a dx, ovvero via dell'Università, dopo ca. 100 metri prendere a sx per il vicolo Casa Professa alla fine del quale trovate di fronte la chiesa del Gesù. Poi mi fate sapere...
cronarmerina.it   

 

La poetessa Severina La Vaccara/2

Severina La Vaccara Trigona (1884-1971)
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Dietro segnalazione della prof.ssa Lucia Todaro, ho potuto recuperare una foto della poetessa piazzese Severina La Vaccara Trigona sposata Prestifilippo. Si trovava nel mese di Aprile del Calendàri â ciaccësa pubblicato nel 2012. Già alcuni anni fa, la prof.ssa Todaro, tra le numerose ricerche, ne aveva effettuato una abbastanza approfondita sulla poetessa sconosciuta ai più, e 'ndo calendàri a ciaccësa la ricorda a proposito della prima festa della musica svoltasi a Piazza Armerina e dedicata a Santa Cecilia, patrona della musica. La festa si svolse nel 1904 ntô ddargh Dovìgliu (piano Duilio), quando ancora non c'era il monumento al Milite Ignoto che verrà inaugurato alcuni anni dopo, nel 1925, in onore dei caduti nella I Guerra Mondiale. Di seguito vi riporto il programma di allora scr'vut â ciaccësa:
"U prugràmma d' tann"
Vespri e méssa détta dû canòn'ch Mariu La Cara; banna pî stràti, d' mattìna; pòi a pruc'ssiöngh cu a stàtula d' Santa Cecilia, patröna dâ mùs'ca; â sëra: ntô ddargh Dovìgliu, lum'nà cu i c'talèni, l'orchestra dû maìstr Edgardo Catalano, sòna pezzi d'òp'ra e inni scr'vùi d' Severina La Vaccara e dû d'ttör A. La Cara. Bummiàda a la fingh. Severina La Vaccara è a figghia d' B'n'dëtt La Vaccara e d'El'na Tr'gòna; num'nàda pî puisì e l'art dâ mùs'ca, nan sö a Ciazza, ma ntô ddibr d' l'artìsti dâ S'cìlia dû 1911.
(tratto da L. Todaro, Calendàri â ciaccësa, Avrìu 2012)
Traduzione: Il programma di allora scritto alla piazzese: Vespri e messa officiata dal canonico Mario La Cara; banda musicale per le strade, di mattina; poi la processione con la statua di Santa Cecilia, patrona della musica; la sera: nel piano Duilio, illuminato con le lampade ad acetilene, l'orchestra del maestro Edgardo Catalano, suona pezzi d'opera e inni composti da Severina La Vaccara e dal dottore A. La Cara. Fuochi d'artificio alla fine. Severina La vaccara è la figlia di Benedetto La vaccara e di Elena Trigona; conosciuta per le poesie e l'arte della musica, non solo a Piazza, ma nel libro degli artisti della Sicilia del 1911.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it   
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