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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Fontana Villa delle Meraviglie/n. 26

 
Questa è la 9^ e ultima fontana della Villa delle Meraviglie. Anche se molto più semplice delle precedenti, ha un bel mascherone dal quale fuoriesce l'acqua, circondato da mattoni laterizi incorniciati da grossi blocchi di arenaria rosata. Il tutto la rende molto gradevole, valorizzando così un angolo della villa altrimenti insignificante.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina

Il Gonfalone della Città

Il Gonfalone della nostra Città restaurato di recente
Il Gonfalone¹, una volta detto anche Confalone, è un drappo che rende il nostro Comune più visibile, riconoscibile e differente dagli altri nelle grandi occasioni e nelle celebrazioni. Quello nella foto è l'emblema della Città risalente alla seconda metà dell'Ottocento, subito dopo aver aggiunto la specifica Armerina a Piazza ed è stato consegnato al Comune nel giugno del 2013, dopo il restauro eseguito dal Centro Regionale per il Restauro dei Tessuti di Palermo. Il Gonfalone, di tessuto rettangolare di colore bordeaux, contiene lo stemma araldico e l'iscrizione CITTA' DI PIAZZA ARMERINA. Inoltre, è sospeso mediante un bilico mobile ad un'asta ricoperta di velluto dello stesso colore che termina con una freccia sulla quale è riprodotto lo stemma della Città. Lo stemma araldico, presente nella parte centrale, è costituito da uno scudo e da una corona a sette punte con fascia di base gemmata. Lo scudo su campo argentato è interrotto nella parte centrale da una fascia di colore rosso e nella parte esterna mostra le seguenti decorazioni dall'alto a dx, in senso orario: 5 aste lanciate, 1 cornucopia con fiori e frutti, 2 aste lanciate con drappo celeste, 1 tamburo, 2 cannoni, 1 alabarda, 1 tromba e 1 elmo metallico. Il Gonfalone rappresenta uno dei simboli dell'identità della nostra Comunità e, dopo essere stato riportato alla bellezza originaria, è tenuto esposto in una teca nella sala del Consiglio Comunale.
 
¹ Il termine gonfalone, derivante dall'alto tedesco guntfan (da gundja, guerra, e fahn, insegna), indicò nell'alto medioevo la bandiera attaccata alla lancia dai cavalieri.          
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Ammiraglio La Marca/4 e ultima parte

Il nuovo Centro Operativo della Marina Militare di Santa Rosa (Roma)¹
4^ e ultima parte
 
In questo modo la città di Piazza potè gloriarsi di un figlio decorato in vita di medaglia d'Oro al Valor Militare. Subito dopo la fine del conflitto mondiale, il La Marca è promosso a Maggiore e viene trasferito al Comitato Progetti per le Armi Navali sino al 1949, quindi a Taranto come Capo Reparto e successivamente Giudice presso il Tribunale Militare della città pugliese, dopo la promozione a Tenente Colonnello. Nel 1950 si sposa a Roma con Gina Lapini e quattro anni più tardi lascia la Marina Militare per trasferirsi a Catania e riprendere l'attività di ingegnere presso la Società Generale di Elettricità della Sicilia sino al 1962, anno in cui la società è assorbita dalla nuova ENEL statale. A Catania è promosso Colonnello in ausiliaria, a Roma, quale ferito e invalido di guerra, ottiene l'iscrizione al Ruolo d'Onore della Marina, conseguendo le promozioni di Contrammiraglio, Ammiraglio Capo e Ammiraglio Ispettore. Poi nel 1975, sino al 1978, è eletto Presidente degli Invalidi di Guerra di Roma e Lazio. Dal 1978 al 1988 è Segretario Generale del Gruppo Merdaglie d'Oro al V. M. e nello stesso periodo è nominato Presidente Onorario della "Famiglia Piazzese" in Roma e dell'Unione Combattenti ENEL. Il 25 novembre 1989 giunge alla fine della sua vita lasciando dei depositi in denaro per premi da destinare a giovani studenti piazzesi e ad allievi dell'Accademia Militare della Marina di Livorno. (tratto da L. Villari, Giuliano, La Marca, Roccella, Medaglie d'Oro Piazzesi, Commemorazioni² dattiloscritte, P. Armerina, 1996)
 
¹ Il nuovo Centro Operativo della Marina Militare di Santa Rosa è stato inaugurato il 19 gennaio 2012. 
² La Commemorazione dell'Ammiraglio La Marca fu tenuta al Teatro Garibaldi di Piazza Armerina il 20 giugno 1996 dal Gen.le Litterio Villari alla presenza di cittadini, studenti ed ex combattenti.
 
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Ammiraglio La Marca/3

Ingresso della galleria della fortezza di Santa Rosa (Roma)
Ingresso blindato del sotterraneo della fortezza di Santa Rosa 
3^ parte
 
Invece il La Marca prende contatti con l'Ammiraglio Matteini che, prima di fuggire per sottrarsi alla cattura, lascia l'incarico al maggiore Brandimarte (poi trucidato dai Tedeschi) di studiare, unitamente al capitano piazzese, un piano atto a salvare dai bombardamenti anglo-americani la sede di Supermarina di Santa Rosa¹ occupata dai Tedeschi e situata in una fortezza sotterranea (nelle foto). Con l'evolvere del conflitto bellico il piano però dovette prendere una nuova piega: oltre a impedire il bombardamento con continui contatti radio, occorre salvare il grande impianto radio da eventuali progetti tedeschi di farlo saltare in aria con le grosse mine e altri congegni esplosivi collocati precedentemente dall'esercito italiano e costruiti dal La Marca stesso. Il pericolosissimo lavoro di disattivazione viene svolto negli ultimi mesi del "43 dal La Marca, che è riuscito a entrare nel centro radio, custodito da una compagnia di 150 uomini austriaci, con un lascia-passare, grazie alla collaborazione del Centro Militare Clandestino e del capitano Giannoni, che conosce tutti i passaggi sicuri nelle reti minate. Nelle notti che precedono l'arrivo degli Americani a Roma, le bombe vengono disattivate e il centro di Santa Rosa viene occupato agevolmente. Poco prima i Tedeschi avevano inutilmente cercato di riattivare gli esplosivi, resi innocui dal La Marca, per distruggere l'immenso sotterraneo che conteneva materiali bellici di alta precisione e di valore inestimabile. Dopo la liberazione il La Marca dovette far ricorso a una commissione d'inchiesta per aver riconosciuto il giusto merito della magnifica operazione. Alla fine dell'inchiesta, durata 10 anni, la medaglia d'argento al Valor Militare, che gli era stata concessa in un primo momento, fu tramutata in oro. (tratto da L. Villari, Giuliano, La Marca, Roccella, Medaglie d'Oro Piazzesi, Commemorazioni dattiloscritte, P. Armerina, 1996)
 
¹ Questa fortezza sotterranea, a ca. 10 km a nord di Roma, dal 1952 è la sede del CINCNAV (Comando in Capo della Squadra Navale - Quartier Generale della Marina). Successivamente sono state aggiunte MARITELE (Centro principale delle telecomunicazioni e informatiche) e il COMFORAER (Comando delle forze aeree). 
 
 
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