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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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La vie più strette

La via più stretta di Savoca (ME) chiamata "vanedda"

Anche la nostra non scherza!

Mentre quella in alto, nel paese di Savoca (ME) a 5 km dalla costa Ionica, collega due chiese e due quartieri, da noi il vico Paternicò collega via S. Nicolò con via Campagna San Martino nell'antico quartiere Monte, a pochi passi dalla chiesa della Madonna della Catena (ex chiesa di S. Nicola o Nicolò o Niccolò). Il punto più stretto della nostra misura quanto il mio avambraccio, 50 cm.

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Conventi Francescani sfortunati/2

Il convento di S. Maria di Gesù oggi
 
Il convento di S. Pietro oggi
Questo rifiorire induce tanti nobili della Città a elargire fondi per l'abbellimento delle chiese e l'ampliamento dei chiostri e degli edifici dei due conventi. Per quella di S. Pietro la partecipazione è tale che nel giro di pochi anni ben otto famiglie nobili vi costruiscono artistiche cappelle ed eleganti sarcofaghi, specialmente dopo che il viceré Emanuele Filiberto di Savoia dichiara il convento e la chiesa di sua proprietà e sotto la sua diretta protezione nel 1624. A dare maggior lustro ci pensano le prestigiose e fornitissime biblioteche dei due conventi. Così dotate di volumi prezioni e unici, da essere oggetto di frequenti manomissioni e sottrazioni. Tutto ciò obbliga un frate a partire alla volta di Roma, affinché il Papa emani una Bolla Pontificia apposita, da esporre sulle porte delle biblioteche per intimare ai trasgressori religiosi e laici l'eliminazione dalla voce in capitolo e, persino, la scomunica¹. Per oltre due secoli i due conventi ospitano in media dai 20 ai 30 frati ciascuno, sino alla loro espulsione che avviene tra il 1866 e il 1870. I frati allora vengono trasferiti presso la Curia Vescovile o presso altre parrocchie, l'edificio del convento di S. Pietro passa al Municipio che lo adibisce a caserma militare, la selva diventa giardino comunale e la biblioteca (almeno ciò che rimane dell'incendio nel 1846) contribuisce in maniera importante a formare quella comunale. Il romitorio di S. Maria di Gesù si va spopolando anno dopo anno e nel 1883 risulta quasi completamente disabitato. La selva accanto è trasformata parte in cimitero e parte in orto per i pochi frati e laici che ci vivono, sino al definitivo abbandono nel 1934. Da allora i due conventi cadono nell'oblio più totale e in quello di S. Maria di Gesù ciò avviene anche per la chiesa, con i risultati di cui sopra. Nonostante questo criminale abbandono, la chiesa di S. Maria di Gesù nel 2004 continua a stupirci donandoci, grazie all'intuzione del noto critico d'arte Vittorio Sgarbi, l'affresco della Madonna col Bambino in trono (oggi visibile nella Pinacoteca Comunale di via Monte) risalente alla prima metà del Quattrocento e che lo stesso critico definisce "uno dei più alti esempi di arte pittorica del 1400 in Sicilia". E come se non bastasse, nell'ottobre scorso, si scopre che è proprio nella chiesa di c/da Rambaldo che è seppellito uno dei "tanti" frati Beati morti in odor di santità, di cui ho trovato preciso riscontro nel libro del Settecento che raccoglie le leggende dei Francescani². Pertanto, ben venga il restauro del convento di S. Pietro accennato l'altro ieri, perché sicuramente questo avvenimento positivo dell'uno influirà sull'altro: se vite parallele devono essere, che lo siano nel male ma anche nel bene... almeno speriamo !  
 
¹ Per approfondire leggere L'epigrafe della biblioteca di Piazza
² Per approfondire leggere su questo blog la Vita del Beato frat'Innocenzo Milazzo dall'11 ottobre 2013 in poi.
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Conventi Francescani sfortunati/1

Affresco del portico nel convento francescano di S. Maria di Gesù
Affresco nel portico del convento francescano di S. Pietro
C'è un'esistenza e una sorte parallela tra i due Conventi dei Frati Minori (Francescani) Osservanti della nostra Città. Quello che da un'altra parte sarebbe stato un grandissimo bene culturale da difendere, tutelare e sfruttare, in tutti i sensi, da noi è stato così brutalmente depauperato da farlo ridurre letteralmente a pezzi. Basta dare un'occhiata alle due foto per rendersi conto del delitto che tutti noi piazzesi (notare la lettera "p" minuscola) abbiamo commesso, o quanto meno ne siamo stati i testimoni oculari impassibili, ma ugualmente colpevoli. Soprattutto negli ultimi cinquant'anni, quando la scusa dell'ignoranza non c'era più perché tutti acculturati da sentirci cacòcciuli e quindi ancora poteva essere fatto qualcosa per salvare questo inestimabile patrimonio. Vite parallele dicevo, perché i due conventi, pur essendo lontani 4 Km. e pur essendo stati fondati a quasi 100 anni l'uno dall'altro, hanno conosciuto i medesimi periodi felici e infelici. Quello di S. Maria di Gesù, nasce nei primi decenni del Quattrocento come luogo per anacoreti, pronti a "osservare" in maniera quanto più rigida la regola di S. Francesco. Quello di S. Pietro più vicino al centro abitato, anche se sempre fuori le mura, nasce nel 1500 per l'aumento delle vocazioni e per le precarie condizioni dell'altro che risulta distante, solitario, scomodo e alquanto umido, anche se conosciuto in tutta l'Isola come nidus et Seminarium Santorum. Quasi mezzo secolo dopo, mentre quello di S. Maria di Gesù in precarie condizioni, ritorna nidus di pochi frati che vivono e muoiono quasi tutti in odor di santità e chiari miracoli, quello di S. Pietro è ampliato per il crescente patrimonio che accumula. Dopo qualche decennio (1567), il convento di c/da Rambaldo è la sede siciliana dove si  discute sul ripristino della Riforma, che gli Osservanti ritengono necessaria per recuperare la diminuzione delle vocazioni avvenuta nel frattempo. Nel 1578 già si vedono gli effetti della Riforma voluta dagli Osservanti più rigorosi: aumentano così tanto le vocazioni in tutta la Sicilia da ottenere l'autorizzazione a continuare l'esperimento oltre che nei due conventi piazzesi, anche nei due di Agrigento e in quello di Palermo. Il maggior numero dei frati toccati dalla vocazione, sollecita nel convento di S. Maria di Gesù lavori di risanamento e riadattamento, mentre in quello di S. Pietro si lavora per un nuovo e più ampio dormitorio. (continua in Conventi Francescani sfortunati/2
 
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Convento di S. Pietro sarà restaurato?

Chiostro convento francescano di S. Pietro, portico di sx
Chiostro convento francescano di S. Pietro, portico di dx
Sembrerebbe proprio di sì! Lo so che sembra impossibile, ma quel disastro che si vede nelle due foto potrebbe essere restaurato al più presto. So anche cosa voglia dire dalle nostre parti l'avverbio "presto", ma cussà ch' förra a vòta bona! E' notizia di ieri che questo nostro gioiello, ridotto a un ammasso di pietre, possa essere riportato alla "luce". Riporto di seguito la bella novella tratta dal blog di Roberto Palermo "robertpalermo.blogspot.it" cronista del Giornale di Sicilia: <<Lunedì 20 gennaio 2014 - Piazza Armerina. Ex convento dei Frati Minori Osservanti, sì a progetto esecutivo da oltre 3 milioni di euro - Via libera al progetto esecutivo da oltre 3 milioni di euro per il restauro dell'ex convento dei Frati Minori Osservanti di San Pietro. La giunta comunale ha dato il proprio benestare al lavoro dell'Ufficio Tecnico comunale con cui la struttura del Cinquecento verrà convertita in un centro sociale, con sala museale, ludoteca, foresteria e spazi per attività collettive. L'opera di ristrutturazione rientra tra quelle dichiarate ammissibili al finanziamento con decreto dell'Assessorato Regionale dei Beni Culturali>>. Che dite, ggh'avöma crëd?
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