A fussetta/2
I bottoni erano di diverso valore, c'erano quelli piccoli d l'aucch'tèra (abbottonatura dei calzoni, quelli piccoli delle camicie neanche erano considerati) da 1 patàcco, quelli medi da giàcca da 2 patàcchi, e quelli grandi di cappötti da 3 e 4 patàcchi, i più ricercati e ambiti, decisamente da scartare quelli di forma irregolare dei cappotti delle donne (poco regolari e inaffidabili... i bottoni!). I giocatori di alto livello non si accontentavano più di giocare per così "poco", allora alzavano la posta con monete di diverso taglio. Le più comuni erano da 5, 10 e 20 Lire, i più accaniti arrivavano alle 50 e persino alle 100 Lire, roba che le rare volte che si assisteva a tali sfide venivano i brividi, perché 9 volte su 10 ci scappavano i cazzotti col conseguente fuggi fuggi. Ho lasciato l'uso delle biglie di vetro per ultimo perché si usavano poco, sia per la scarsa reperibilità e sia perché poco indicate per i nostri "campi" da gioco. Bastava un granello di sabbia o na scagghiòla per cambiarne la direzione e quindi c'era poco "brio", pertanto, se proprio si volevano utilizzare le biglie su percorsi adatti e lisci, si aspettava di andare quella volta al mare sulle spiagge dorate di Gela, al lido "La Conchiglia" o a Macchitella, poi a Manfria, stando però alla larga, Déu n' scansa, dal pericolosissimo PUNTÍL! Questo gioco come gli altri, di cui sto parlando e parlerò su questo blog, presupponevano la frequenza assidua delle vie che allora non erano così trafficate come oggi. Al limite passava qualche mulo o carretto a bassa velocità, al quale ci si aggrappava per un passaggio di qualche decina di metri con relative imprecazioni, sempre molto contenute e gentili, del "pilota". Anche questo era considerato un gioco d'altri tempi, divenuto però un po' pericoloso quando il carretto fu sostituito dalla "velocissima" LAPPA. Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
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